VI Domenica
Tempo Ordinario - Anno C
In quel tempo Gesù si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Luca 6, 20-26
V Domenica
Tempo Ordinario - Anno C
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Lc 5,1-10
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN OCCASIONE DELLA XXXIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
11 febbraio 2025
«La speranza non delude» (Rm 5,5)
e ci rende forti nella tribolazione
Cari fratelli e sorelle!
Celebriamo la XXXIII Giornata Mondiale del Malato nell’Anno Giubilare 2025, in cui la Chiesa ci invita a farci “pellegrini di speranza”. In questo ci accompagna la Parola di Dio che, attraverso San Paolo, ci dona un messaggio di grande incoraggiamento: «La speranza non delude» (Rm 5,5), anzi, ci rende forti nella tribolazione.
Omelia di Domenica 2 febbraio 2025 - Presentazione del Signore al tempio
Nel Vangelo di questa domenica è descritta una scena molto bella: un vecchio (Simeone) prende fra le braccia un bimbo (Gesù). E’ un quadretto su cui, credetemi, val la pena riflettere.
- Innanzitutto si tratta di un abbraccio in cui uno dei due è Gesù. E’ Gesù l’abbracciato, o meglio, viene preso in braccio. In un film di un regista polacco, c’è un bimbo in un giardino che gioca e la zia che mette a posto delle pianticelle. D’un tratto, il bimbo chiede alla zia: Zia, Dio com’è? Lei, dopo un istante di esitazione, si avvicina al bambino, lo abbraccia stretto stretto, e gli chiede: Ti piace? E Lui: Sì! E lei: Bè, Dio è così. Pensate, Dio viene definito un abbraccio. Questa definizione di Dio in bocca a una donna semplice, che non aveva studiato (quasi analfabeta) è splendida e altro non è che la traduzione di quanto afferma la Bibbia: Dio è amore. Se ci soffermiamo a contemplare l’abbraccio tra Simeone e Gesù, vengono fuori alcune considerazioni interessanti.
Presentazione del Signore al tempio
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Lc 2,22-40
«Trasmettere la vita, speranza per il mondo. “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”. (Sap 11, 26)».
Celebriamo la 47ª Giornata Nazionale per la Vita nel contesto del Giubileo: tale coincidenza ci sollecita ad assumere l’orizzonte della speranza, poiché è nel segno della speranza che la Bolla di indizione Spes non confundit (SnC) invita tutta la Chiesa a vivere l’anno di grazia del Signore.
1. Perché credere nel domani?
Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, a quelli che muoiono nei tragitti delle migrazioni per mare o per terra, a quanti sono vittime delle malattie o della fame nei Paesi più poveri della terra, a quelli cui è impedito di nascere? Questa grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica, non solo lascia uno strascico infinito di dolore e di odio, ma induce molti – soprattutto i giovani – a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli.
Omelia di Domenica 26 gennaio 2025 - III Domenica del Tempo Ordinario, Anno C
Nella terra di Gesù, in ogni località, c’era un luogo chiamato ‘sinagoga’ dove di sabato la gente si radunava per l’ascolto della Bibbia e la preghiera. Un sabato dell’anno 30, nella sinagoga di Nazareth, i presenti videro farsi spazio, diretto al pulpito, il figlio del falegname del villaggio, Gesù, il quale già da diverso tempo aveva lasciato casa sua.