Come forse molti di voi sapranno, nella giornata di sabato 02/06/12 si è tenuta a Calerno la raccolta di beni primari per le popolazioni colpite dal sisma del 29/05/2012.
Ecco come questa iniziativa ha preso vita...
Partiamo dalla serata del 29, a terremoto appena avvenuto: uscito da lavorare ci siamo ritrovati io e i miei amici nel solito ritrovo, in piazza a Calerno da Fantuzzi. Le notizie arrivavano frammentarie ma si capiva che la situazione non era affatto facile. Poi, poco alla volta, la gravità della situazione è venuta alla luce.
La prima cosa che abbiamo pensato non saprei sinceramente come definirla: un misto di paura e incredulità... Il terremoto? Da noi? In Emilia? Ma non ci avevano sempre detto che da noi era impossibile che un terremoto creasse gravi problemi? Non poteva essere vero, ma i fatti erano lì, a sbatterci in faccia che le cose stavano andando in maniera del tutto diversa da quelle che erano le nostre certezze.
Poi però, non so come, non so perché, ci siamo guardati e ci siamo detti: «Cosa possiamo fare? Insomma siamo a pochi km di distanza ci sarà bene qualcosa che possiamo fare per aiutare!». A quel punto mi arriva una chiamata da un’amica, che mi dice: «Oggi ero a Cavezzo, sono entrata in contatto con i responsabili della Protezione Civile. Ve la sentite di fare qualcosa?». Era la scintilla che aspettavamo: all'improvviso potevamo contribuire, dare una mano. E la mia risposta è stata semplicissima: «Dammi il numero, chiamiamo e sentiamo cosa possiamo fare».
Dopo aver preso contatto con la Protezione Civile, che ci ha dato le dritte su cosa raccogliere e su dove portarle, abbiamo subito scritto e stampato i famosi avvisi che molti di voi avranno letto in giro per il paese nei giorni successivi al terremoto. Da lì fino a sabato mattina i nostri telefonini sembravano dei centralini: chiamate a ogni ora da tante persone che come noi volevano dare una mano e rendersi utili, ma se devo essere sincero non pensavo che le cose sarebbero andate come poi sono andate realmente!
Ci presentiamo sabato mattina, poco prima delle nove, in piazza nel luogo di raccolta, fissato nella distesa estiva di Fantuzzi, e troviamo già delle persone ad aspettarci! Incredibile! Erano già li, sorridenti, e nelle mani stringevano delle borse che contenevano ogni ben di Dio: dai vestiti alla pasta, di tutto insomma!
Arrivano anche i tre camioncini (prestatici dalla S.C. Gattatico, Pasticceria Duchessa e Marco Cabassi).
Ok, siamo pronti, siamo carichi, adesso aspettiamo e speriamo: se il lavoro di volantinaggio e il passaparola su Facebook e non, sarà stato utile, lo vedremo solo se la gente risponderà alla chiamata.
Ragazzi, che dire... la gente ha risposto, eccome se ha risposto! Persino da Reggio, Ciano, Boretto, S. Ilario, Montecchio, Cavriago... insomma tanta, tantissima gente, e tanta, tantissima roba!
Arriva l'una, e i camioncini sono tutti e tre stracolmi! E in più 4 macchine piene, anzi strapiene!
«Bene - diciamo - adesso è il momento di partire». Facciamo una breve chiacchierata per decidere che strada prendere poi via, si parte.
Nel viaggio, alla guida del mio camioncino, incomincio a pensare a quello che vedrò a cosa proverò e sinceramente ancora adesso non riesco a trovare bene le parole per esprimere quello che ho provato nel raggiungere le zone terremotate. Vedere tante persone dentro delle tende, costrette ad abbandonare le loro case; abitazioni distrutte o con crepe enormi che partono dalla base per arrivare al tetto; capannoni caduti, come se li avesse colpiti una bomba; macchine e camion sotto le macerie; Chiese mezze crollate... insomma sembrava di essere stati catapultati in una qualche zona remota del mondo, zone delle quali a volte non ci preoccupiamo pensando: «Non mi tocca, perché dovrei preoccuparmi?». Invece stavolta ho visto, magari non capito, ma visto che la natura può essere inarrestabile se si scatena. Ma dopo questo turbine di eventi, negativi ma importanti, ho anche visto persone dare una mano, tirare su tende, dirigere i lavori per la sistemazione dei beni, rincuorare persone anziane che chiedevano quando sarebbe stato possibile rientrare nella loro casa... insomma ho capito che nel mondo possono accadere cose brutte ma che nel cuore dell'uomo si può nascondere una grande forza e bontà!!
La prima tappa del nostro viaggio come tutti sapete è stata Cavezzo, dove però fortunatamente erano arrivati una miriade di aiuti, e quindi, dopo una breve chiacchierata con i responsabili della Protezione Civile del paese, abbiamo concordato di portare la restante parte dei nostri aiuti (perché comunque a Cavezzo abbiamo lasciato una parte dei beni che avevamo raccolto) a Finale Emilia, dove ancora i generi scarseggiavano. Così, salutati tutti, ci siamo rimessi in viaggio per cercare di portare la nostra speranza sempre più nel cuore delle zone terremotate.
Arrivati a Finale abbiamo girato per trovare il campo, e una volta trovato siamo finalmente riusciti a depositare tutto il nostro carico! Tra la felicità per la missione compiuta e la felicità che vedevamo negli occhi delle persone, abbiamo anche stretto contatti con la Protezione Civile di Finale Emilia, con la quale ci siamo lasciati con una promessa: TORNARE ANCHE IN FUTURO, quando magari non ci saranno più tv e media a portare alla ribalta i problemi, per dimostrare che Calerno NON SI DIMENTICA DEI SUOI FRATELLI!
E’ così terminata questa lunga e faticosa giornata, che ci ha fatti tornare tutti quanti stravolti ma con il cuore gonfio di una contentezza più unica che rara!
E alla fine, per concludere questo mio piccolo messaggio, voglio ringraziare tutti: chi ci ha aiutato, chi ci ha supportato, chi ha portato dei beni per questa iniziativa e chi ci porterà i generi alla prossima raccolta, che VI PROMETTO faremo sicuramente.
Ancora mille volte grazie di cuore, da parte mia e da parte di tutti gli amici delle zone colpite dal sisma.
{gallery}parrocchia/cavezzo1{/gallery}
Foto di Elena Borghi