Omelia di Domenica 8 dicembre 2024 - Solennità dell'Immacolata Concezione

“L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine, di nome Maria.” Così inizia il Vangelo di questa domenica. Credetemi, la visita di un Angelo non fu un privilegio della sola Maria. Pure a noi può giungere, anzi giunge, un Angelo. Ciascuno ha il suo Angelo: Dio colloca nella vita di ognuno un angelo, ovvero un prete o un genitore o uno zio o un nonno o una suora o un amico o un educatore, il cui esempio e la cui parola sono una luce, una grazia, una benedizione… un Angelo, appunto. E allora due domande sorgono: qual è l’Angelo che Dio ha posto accanto a me? E qual è il tipo di Angelo di cui abbiamo bisogno? Ecco la mia risposta: ci occorre un angelo del silenzio, un angelo dalla parola buona e un angelo liberatore. E questi tre angeli ciascuno li ha accanto.

Omelia di Domenica 1 dicembre 2024 - Prima Domenica di Avvento, Anno C

“Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.” Sono le parole incoraggianti del Vangelo di questa domenica, che Gesù pronuncia all’interno di un discorso catastrofico: “Vi sarà sulla terra angoscia di popoli, in ansia per il fragore del mare e dei flutti, gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.” Ebbene, in una descrizione così apocalittica, Gesù inserisce parole incoraggianti: “Risollevatevi e alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.”

Omelia di Domenica 24 novembre 2024 - XXXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Ogni anno una domenica del mese di novembre è dedicata a Cristo col titolo di “Re dell’universo”. Tale domenica quest’anno è oggi, una domenica che s’ispira alle parole del Vangelo appena sentite: “Pilato disse a Gesù: tu sei re? E lui: Tu lo dici io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo.” Ora, se Gesù è re di tutto, è re anche della famiglia. Dico così perché oggi nella nostra Unità Pastorale un gruppo di coppie, sposate nel 2014, festeggiano il loro 10° anniversario. Per questo, ho pensato di fare un’omelia su “Cristo re della famiglia”. La domanda a cui vorrei rispondere è: Da cosa si capisce che nelle nostre case regna Gesù? Quali sono i segni che lo attestano? Mi son venuti in mente quattro segni.

Omelia di Domenica 17 novembre 2024 - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Nel bel mezzo del Vangelo di questa domenica c’è una breve parabola, nella quale Gesù ricorre a una pianta (il fico) per darci un insegnamento. Dice: Dalla pianta del fico imparate: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi. Gesù vuole dirci: Se il fico è una pianta sulla quale quasi tutto l’anno spuntano dei germogli, voi sapete accorgervi dei germogli che Dio fa spuntare nelle vostre vite? Noi credenti ci accorgiamo delle gemme che Dio colloca nella vita nostra, della Chiesa e del mondo? Siamo solo capaci di lamentarci o criticare oppure sappiamo individuare le cose belle, i bei germogli, le belle gemme… per goderne e rendere grazie? Qualche esempio.

Omelia di Domenica 3 novembre 2024 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore e il prossimo come te stesso. Un commentatore ha reso così queste parole di Gesù.

Amerai Dio con tutti i tuoi cuori. Con il cuore di speranza e con il cuore malinconico, con il cuore che crede e con il cuore che dubita. Insomma, ama come puoi, con tutto quel che puoi, come riesci, magari col fiatone, sia quando il cuore splende di fiducia sia quando il cuore è fatto di paura, sia quando il cuore sorride e sia quando il cuore piange.

Omelia di Venerdì 1 novembre 2024 - Solennità di Tutti i Santi

Abbiamo ascoltato una pagina fra le più belle del Vangelo. E’ chiamata Le Beatitudini, perché fu un discorso di Gesù, ritmato sulla parola beati, che ricorre ben nove volte. Mi son chiesto: se Gesù fosse qui adesso, rifarebbe lo stesso discorso oppure, senza intaccarne la sostanza, userebbe altre parole? Secondo me sì, userebbe un linguaggio adatto all’uomo d’oggi. Di certo, un modo sbagliatissimo è leggere questo discorso come se fosse la consacrazione di uno status quo. Voglio dire: Gesù dicendo ‘beati’ a gente che stava male, non voleva dire: statevene buoni, non state lì a pretendere chissà cosa. Rassegnatevi alla vostra condizione. Tanto, anche per noi non c’è un gran da godere in questo mondo. Ripeto, è sbagliatissimo leggere così la pagina delle Beatitudini.
> Provo allora a dire con mie parole questo discorso di Gesù.

Omelia di Domenica 27 ottobre 2024 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Il Vangelo di questa S. Messa ci offre un racconto piacevole, essenziale, vivo, pieno di movimento, di grida, di emozioni, fin di contestazioni.
1) E’ di scena un mendicante cieco che alla notizia del passaggio di Gesù lo chiama gridando: gli grida il suo bisogno di guarigione degli occhi. La gente cerca di zittirlo, ma lui non si scoraggia. E’ uno di quelli che non molla e alla faccia di chi lo vuole zitto, lui grida ancor più forte. Deve alzare la voce per poter prevalere sul rumore che c’era. D’altronde è così: quando è da una vita che sei disperato e d’improvviso hai un’occasione che forse è l’occasione della tua vita, non badi alle buone maniere, ma ti fai spazio con forza, ti fai sentire, a costo di essere maleducato. E infatti, nel testo si nota che questo cieco è tutto esagerato: non parla, grida; non si toglie il mantello, lo getta; non si alza in piedi, balza in piedi.

Omelia di Domenica 20 ottobre 2024 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Quando andavo a catechismo, una delle domande che la catechista faceva era: cos’è venuto a fare Gesù nel mondo? Bè, nel vangelo di questa domenica c’è la risposta a questa domanda: Gesù è venuto nel mondo per servire. Cito il testo: il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire.

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