Omelia di Domenica 3 novembre 2024 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore e il prossimo come te stesso. Un commentatore ha reso così queste parole di Gesù.

Amerai Dio con tutti i tuoi cuori. Con il cuore di speranza e con il cuore malinconico, con il cuore che crede e con il cuore che dubita. Insomma, ama come puoi, con tutto quel che puoi, come riesci, magari col fiatone, sia quando il cuore splende di fiducia sia quando il cuore è fatto di paura, sia quando il cuore sorride e sia quando il cuore piange.

Omelia di Venerdì 1 novembre 2024 - Solennità di Tutti i Santi

Abbiamo ascoltato una pagina fra le più belle del Vangelo. E’ chiamata Le Beatitudini, perché fu un discorso di Gesù, ritmato sulla parola beati, che ricorre ben nove volte. Mi son chiesto: se Gesù fosse qui adesso, rifarebbe lo stesso discorso oppure, senza intaccarne la sostanza, userebbe altre parole? Secondo me sì, userebbe un linguaggio adatto all’uomo d’oggi. Di certo, un modo sbagliatissimo è leggere questo discorso come se fosse la consacrazione di uno status quo. Voglio dire: Gesù dicendo ‘beati’ a gente che stava male, non voleva dire: statevene buoni, non state lì a pretendere chissà cosa. Rassegnatevi alla vostra condizione. Tanto, anche per noi non c’è un gran da godere in questo mondo. Ripeto, è sbagliatissimo leggere così la pagina delle Beatitudini.
> Provo allora a dire con mie parole questo discorso di Gesù.

Omelia di Domenica 27 ottobre 2024 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Il Vangelo di questa S. Messa ci offre un racconto piacevole, essenziale, vivo, pieno di movimento, di grida, di emozioni, fin di contestazioni.
1) E’ di scena un mendicante cieco che alla notizia del passaggio di Gesù lo chiama gridando: gli grida il suo bisogno di guarigione degli occhi. La gente cerca di zittirlo, ma lui non si scoraggia. E’ uno di quelli che non molla e alla faccia di chi lo vuole zitto, lui grida ancor più forte. Deve alzare la voce per poter prevalere sul rumore che c’era. D’altronde è così: quando è da una vita che sei disperato e d’improvviso hai un’occasione che forse è l’occasione della tua vita, non badi alle buone maniere, ma ti fai spazio con forza, ti fai sentire, a costo di essere maleducato. E infatti, nel testo si nota che questo cieco è tutto esagerato: non parla, grida; non si toglie il mantello, lo getta; non si alza in piedi, balza in piedi.

Omelia di Domenica 20 ottobre 2024 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Quando andavo a catechismo, una delle domande che la catechista faceva era: cos’è venuto a fare Gesù nel mondo? Bè, nel vangelo di questa domenica c’è la risposta a questa domanda: Gesù è venuto nel mondo per servire. Cito il testo: il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire.

Omelia di Domenica 13 ottobre 2024 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Un tale gli corse incontro: così inizia il Vangelo di questa domenica. Questo gli corse incontro è un particolare bello, perché lascia intendere che era possibile accedere a Gesù con facilità, anche correndogli incontro. Si vede che Gesù non incuteva soggezione. A differenza degli altolocati e dei capi del mondo, Gesù era possibile incontrarlo senza appuntamento e direttamente. Se venisse tra noi Mattarella, chi di noi gli correrebbe incontro? Nessuno. Ci verrebbe impedito. A Gesù invece si poteva accedere senza pass, senza sbarramenti. Non aveva la scorta.

Omelia di Domenica 6 ottobre 2024 - XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. E’ la frase-chiave del vangelo di questa domenica. La scelta di tanti voi di sposarsi è stata probabilmente la più importante scelta della vita. E a seguito di questa decisione ha preso il via un cammino a due, fatto di figli, gioie, tribolazioni, fallimenti, rabbie, amori, successi, fedeltà a volte riuscite e altre volte meno riuscite, sorprese a volte belle e altre volte meno belle.

Omelia di Domenica 29 settembre 2024 - XXVI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Vi confesso che questa mattina presto, nel pensare all’omelia da fare, mi son trovato molto combattuto, talmente il Vangelo di questa domenica è pieno di spunti di riflessione. Ho dovuto scegliere, mi son concentrato su questa frase di Gesù: Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Parole luminose! Che mi fan dire: i gesti son più potenti delle parole, certi gesti son più efficaci di tante omelie, la concretezza anche di un solo gesto buono dà dieci a zero all’astrattezza di tanti discorsi. Sentite cosa mi ha raccontato un amico.

Domenica 15 settembre 2024
L’omelia di don Fernando a Calerno nella Messa coi bambini
“Chi dice la gente che io sia?  E voi chi dite che io sia?”
Dal Vangelo della Messa

Ho pensato di rispondere a queste due domande di Gesù, usando
parole molto comprensibili a voi bambini. Il titolo di quanto ora dico è

LA CARTA D’ IDENTITA’ DI GESU’

La caratteristica principale
E’ un uomo che è anche Dio.
La sua specialità
Amare. In amore Gesù è il n°1, è come se fosse plurilaureato in amore. Ama tutti, anche chi non fa a modo, anche chi non crede in lui.
I suoi verbi preferiti
Aiutare, consolare, perdonare.
La sua idea più brillante
Ogni persona non vale per l’intelligenza che ha, ma per il cuore che ha.
Gesù ha delle antipatie?
Sì, verso la pigrizia, la falsità, la cattiveria.
I suoi colori preferiti
Il verde (il colore della speranza), il rosso (il sangue dei martiri, cioè di chi muore per amore), l’azzurro (il colore del cielo) che indica quel Paradiso verso cui tutti siamo incamminati.
Il suo lavoro
Occuparsi del bene delle persone.
Il suo punto forte
Una volta che lo si è conosciuto non si riesce più a fare a meno di lui.
Il suo sogno
Portare tutti in Paradiso.
Il suo capolavoro
E’ risorto da morte. Ha messo a morte la morte, in modo da rimanere
vivo e operativo per fare del bene a ogni essere umano.

 

Omelia di Domenica 8 settembre 2024 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Portarono a Gesù un sordomuto, così ci ha riferito il Vangelo. Proviamo a metterci nei panni di quest’uomo. Essere sordo- muti era ed è un dramma, perché significa non riuscire né a dire parole né ad ascoltare parole. Ad esempio, si è nell’ impossibilità di ascoltare musica e canzoni. Un sordomuto, innanzi alla bellezza di una persona o di un panorama o di un’opera d’arte, non riesce a esprimere la sua ammirazione.
Ma scorriamo il testo.

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