Arrivano senza dirti niente. Una sorpresa puntuale come un filobus in una città con le strade vuote. Arrivano in punta di piedi su scarpe sussurrano all’asfalto. Te le trovi al fianco quasi senza accorgertene. Ti sorridono con gli occhi splendidi e malinconici. Un sole tiepido accarezza loro le spalle e le scalda come uno scialle caldo addosso alla nonna. Le chiamano MEZZE STAGIONI, ma ti riempiono tutta la vita...
L’AUTUNNO che per gli altri è il tempo della tristezza, diventa per te il momento di una gioiosa malinconia. Le ore dell’attesa, delle foglie che sono pronte a dire addio agli alberi per planare eleganti sul selciato che le aspetta. Capaci di cambiare colore a ogni piccolo refolo di vento, prima verdi, poi rosse, dorate e infine marroni. C’è tutta una vita racchiusa in quei pochi secondi che le portano dal cielo alla terra. Ci sono infinite storie da raccontare in quel volo che sembra eterno, ma che dura un attimo. L’autunno “E’ ” uno squarcio di luce che sbuca leggero e prepotente da dietro un palazzo. “E’ ” il via-vai delle persone che corrono assorte e hanno in testa mille cose da fare. “E’ ” i bambini che si affacciano all’esistenza con solo il peso di uno zaino dai colori sempre di una tonalità più intensa. “E’ ”gli occhi luminosi delle ragazze che hanno lasciato nella borsetta le lenti scure dell’estate.
L’autunno è il ritmo blando di chi deve affrettare il passo. La stagione dei libri nuovi che non vuoi aprire per non sciupare le pagine. E’ il frusciare delle ore di luce che ti portano per mano verso una sera dolce e preziosa. L’autunno è una giacca di renna da indossare per attraversare un parco e “canticchiare” con la mente un pezzo di Lucio Battisti. Una canzone che parla di carrelli da spingere al supermercato < sottobraccio a te > e di < prezzi rincarati >. Tu cammini con le mani nelle tasche a frugare biglietti dell’autobus e chiavi di casa. C’è un ragazzo, con la barba, sulla panchina e al collo una sciarpa scura, lo fissi senza guardarlo e ti chiedi cosa starà pensando. Forse perché l’autunno è la stagione per riflettere e ti sembra normale che tutti stiano lì a fare un bilancio della giornata o, magari, di una intera esistenza.
Alla fine del sentiero ci sono due strade, come succede spesso nella vita. E nessun “vigile” a indicarti dove andare. Puoi lasciare decidere ai tuoi piedi o fare conto sulla testa. Qualunque sia la decisione il risultato è dentro una busta chiusa che nessuno sa quando te l’apriranno. Tu sai solo che devi andare e farlo in autunno è sempre più leggero. Anche se ti sei lasciato il sole alle spalle e davanti c’è solo l’inverno, quella che neanche un meteorologo pazzo può chiamare “MEZZA STAGIONE”.