Stare in squadra è come stare in famiglia. Non si sa come mai lo sport è quell’unica “COSA” che riesce a unire diverse religioni, colore di pelli differenti, stili di vita particolari e nemici politici. Ci riesce in scala mondiale, fino al più piccolo paesino quando a contendersi una porta, un canestro, una rete o un ostacolo sono ragazzi e ragazze di tutte le età. Perché lo sport crea squadra, un punto di riferimento che serve soprattutto a chi si sente perso o non ascoltato in una società che corre ogni giorno sempre di più, lasciando indietro i suoi giocatori.
Il mister ha un ruolo fondamentale in qualsiasi sport; per i bambini soprattutto diventa il fratello maggiore o un amico, così come un maestro che non fa studiare sui libri ma con una palla e su un campo. L’allenatore è un educatore, le sue parole suonano sacre alle orecchie del suo giocatore, non solo sul campo, ma anche nella vita di tutti i giorni. Il mister deve essere in grado di capire ciascun elemento della propria squadra, deve sapere disporre ognuno nel ruolo più adatto e sapere che ognuno è diverso, prova sentimenti diversi e ha diverse reazioni.
SE IL MISTER VUOLE CREARE UNA VERA ORCHESTRA, DEVE RIUSCIRE A METTERE INSIEME TUTTI GLI STRUMENTI CHE HA A DISPOSIZIONE E FARLI SUONARE IN ARMONIA, ALTRIMENTI SI CREANO STONATURE.
Ecco perché il nome di SQUADRA: non c’è il giocatore, ma c’è la squadra. Insieme si segna e insieme si prendono i goal. Quante volte dallo stesso pubblico ci arriva la voce di un amico o di un genitore che ci urla: «Tira e non passarla a quello!…». Non è giocare insieme questo, non è incoraggiare il proprio amico o figlio, lo sport diventa solo competizione, violenza…… ma che resta poi della famiglia che si era creata all’inizio? Che resta delle parole di un allenatore che a volte sono troppo deboli rispetto a quelle di un genitore che stravede per il figlio e già se lo immagina miliardario in nazionale?
Non facciamoci inglobare dalla frenesia di una società che ci muove come burattini a suo piacimento. Siamo noi i protagonisti della nostra vita, in campo e fuori! Ci vuole grinta e umiltà in ogni sport. Ci vuole pazienza e coraggio. Ci vuole squadra e rispetto dei compagni degli avversari e delle regole di gioco.
I rigori li sbagliano soltanto quelli che hanno il coraggio di tirarli.
Chiedo SCUSA a tutti per non aver allestito la squadretta di Basket, non avevo la certezza di avere il tempo disponibile. Spero di riuscire il prossimo anno, anche se la speranza (VERA) è l’arrivo di un giovane o di un genitore. Forza! Coraggio! Bisogna buttarsi! La soddisfazione è IMMENSA.
Il vecio Giorgio.