Ci si sveglia presto per andare in montagna, quando è ancora notte o appaiono le prime luci del giorno, il profumo dell’aria è frizzante e come esci di casa ti toglie il respiro. Hai superato l’attimo terribile di lasciare il letto. Pigrizia, sonno e freddo per un attimo ti facevano pensare di rinunciare. Ma adesso sei fuori; le case sono quasi tutte buie e addormentate, senti l’aria pungente che profuma di monti e pensi che vale la pena di sentirla e ti si ravviva la certezza che sarà una bella giornata, senti già l’allegria che ti sale dentro mentre ti avvii alla macchina. Pensi alla meta dell’escursione: se è un luogo da tanto tempo sognato e sai che per te può presentare qualche difficoltà, senti che l’animo ti trema un po’ dentro, ma ti dici con determinazione «devo farcela». Con questi pensieri vai all’incontro con i tuoi compagni dell’escursione.
Scesi dalla macchina dopo aver indossati gli scarponi, si inizia a camminare. Qualche volta senti lo zaino più pesante del solito, senti i muscoli fatti di burro, la salita ti fa soffiare, pensi di non farcela, poi… uno dei presenti ti presenta un indovinello e tu, cercando di risolverlo, dimentichi per un attimo che stai faticando. Non ti puoi distrarre, devi guardare dove metti i piedi, ogni sentiero anche il più facile, nasconde dei pericoli.
Ti accorgi che camminando fai pulizia, dentro la testa e dentro l’animo c’è una specie di allegria soddisfatta che ti cresce dentro, non hai tempo per le preoccupazioni quotidiane: il lavoro, i figli, la famiglia…
La montagna diventa una terapia per la mente e tu lo sperimenti ogni volta tornando a casa più sereno, trovando che hai fatto pulizia nella testa e ritorni come messo a nuovo. E’ come se le difficoltà incontrate ti abbiano reso più forte e capace di affrontare il resto.
Ma l’esperienza di condivisione e fraternità più emozionante è l’arrivo in vetta o al rifugio. Per un attimo stai ancora in silenzio, con il respiro ancora grosso e pensi che ce l’hai fatta anche se in qualche momento avevi pensato di cedere e di maledire il momento di aver accettato di partire. Ecco che gli amici ti vengono incontro, ti abbracciano, ti stringono forte la mano, i complimenti sono reciproci così come qualche volta le lacrime. In quella stretta di mano passano mille parole difficili da esprimere, mille pensieri e sentimenti affollano la testa: c’è la gioia infinita per la meta raggiunta, c’è la consapevolezza di aver vinto la fatica, la paura, l’incertezza, senti la sicurezza che ti offre l’obbiettivo raggiunto e ti senti forte come non mai. Fa bene allo spirito arrivare alla meta!
Ma la montagna è anche natura: fiori, alberi, animali e ogni incontro è una sorpresa. L’incontro con un animale è quello che cerchi e speri di più: un camoscio, un cerbiatto, una lepre, una marmotta… ma è raro e perciò più esaltante quando succede.
Però riesci a incantarti davanti a una farfalla, che apre e chiude le sue coloratissime ali o a un prato fiorito di mille colori o davanti a una stella alpina.
Poi ci sono i colori delle albe e dei tramonti, il colore del sole che si abbassa sull’orizzonte e illumina il paesaggio con una particolare luce radente.
E, infine, ci sono le stelle! Il cielo stellato visto da un rifugio in estate è un manto di velluto blu illuminato da mille infinite piccole luci; le stelle sono davvero infinite e infinitamente lontane e vicine, viste da lassù.
Poi ritorni sulla terra e non puoi evitare di considerare con amarezza come l’uomo, nella sua piccola e breve esistenza, non abbia niente di meglio da fare che affannarsi a sopraffare gli altri, ad accumulare ricchezze e potere e ti domandi perché non riesca a vedere al di là di sé e del suo piccolo, striminzito metro quadrato di mondo. Ma non trovi, ovviamente, risposte.
Alla fine, c’è il ritorno a casa, porti negli occhi, nella testa, nel profondo del tuo essere, tutto ciò che hai visto e provato; ti senti ricco di emozioni, di esperienze e forte dentro, al contrario dei tuoi muscoli che ora aspettano un po’ di riposo.