UNO IN PIU' E UNO IN MENO.
Davanti a noi c’è un nuovo anno, giorni che si riempiranno di eventi, di incontri che per ora non conosciamo e che solo in parte possiamo prevedere, basandoci su mesi trascorsi che non torneranno e che resteranno significativi per noi nella misura in cui hanno determinato la nostra vita...
Alle nostre spalle ci sono eventi che hanno contraddetto la nostra qualità di vita personale e di convivenza civile: le sanguinose rivolte in Tunisia, in Algeria, in Egitto, nello Yemen, in Iran, nel Bahrain, in Libia; la fame e le epidemie che continuano ad affliggere le popolazioni più povere e poi i terribili terremoti qua e là nel Mondo, autentica “APOCALISSE” non solo nel senso di catastrofe naturale ma anche di “RIVELAZIONE” di come va il mondo e la storia degli uomini. Segno che questo mondo è attraversato dal male e dalla morte e per questo deve essere salvato. Segno che gli uomini cercano di sopravvivere anche senza gli altri o contro gli altri e quindi hanno bisogno di conversione e di comunione. Segno che la vita in pienezza non è possibile, se non si sceglie la vita accettando di sentire o di operare nella logica dell’amore reciproco (il nuovo e grande comandamento).
Solo così si può sperare, perché si ha qualcosa da sperare. Il problema infatti, non è sperare o disperare, essere ottimisti o pessimisti, ma trovare fondamento alle speranze ed essere consapevoli di che cosa si può sperare.
Molti dicono che siamo immersi in una cultura “dell’attimo fuggente” e che , quindi, il rapporto con il passato e con l’avvenire non ha peso: «NO FUTURE!». Ma la speranza nasce quando si prende posizione riguardo al futuro, quando si pensa che un avvenire sia ancora possibile per un individuo, una società, l’umanità intera. Si tratta di vedere l’oggi per il domani. Scegliere di sperare significa decidersi per una responsabilità, per un impegno riguardo al destino comune; significa educare le nuove generazioni trasmettendo loro la capacità di ascoltare e di guardare l’altro. Quando DUE esseri umani si ascoltano e si guardano con stupore e interesse, allora nasce e cresce la speranza!
Alla fine della sua vita così scriveva Hans Urs Von Balthasar: «Sperare è possibile solo se si spera per tutti».
Buon 2012, ricco di salute, pace e lavoro.