MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXXI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
11 febbraio 2023

«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione


Cari fratelli e sorelle!
La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri “si arrangino”. Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza.

Il messaggio ha per titolo «La morte non è mai una soluzione. “Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14)».

1. Il diffondersi di una “cultura di morte”
In questo nostro tempo, quando l’esistenza si fa complessa e impegnativa, quando sembra che la sfida sia insuperabile e il peso insopportabile, sempre più spesso si approda a una “soluzione” drammatica: dare la morte. Certamente a ogni persona e situazione sono dovuti rispetto e pietà, con quello sguardo carico di empatia e misericordia che scaturisce dal Vangelo. Siamo infatti consapevoli che certe decisioni maturano in condizioni di solitudine, di carenza di cure, di paura dinanzi all’ignoto… È il mistero del male che tutti sgomenta, credenti e non. Ciò, tuttavia, non elimina la preoccupazione che nasce dal constatare come il produrre morte stia progressivamente diventando una risposta pronta, economica e immediata a una serie di problemi personali e sociali. Tanto più che dietro tale “soluzione” è possibile riconoscere importanti interessi economici e ideologie che si spacciano per ragionevoli e misericordiose, mentre non lo sono affatto.

Carissimi fratelli e sorelle,

in questo giorno nel quale la Chiesa innalza il suo Te Deum di ringraziamento al Signore, Benedetto XVI ha terminato il suo pellegrinaggio terreno: una vita spesa al servizio del Signore e della Chiesa, come “umile lavoratore della vigna del Signore”, come Egli stesso si definì il giorno della Sua elezione a Sommo Pontefice.

Il nostro ringraziamento commosso al Signore per avercelo donato come Pastore sapiente, mite e umile, con un profondo amore alla Chiesa che ha servito con il suo Magistero illuminato e sempre orientato al bene inestimabile della comunione e dell’annuncio di quella Verità – Gesù Cristo- che consola e ci rende autenticamente liberi.

Ringrazio il Signore di aver avuto la grazia di incontrare Benedetto XVI più volte, durante gli anni del mio servizio presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, e di aver ricevuto da Lui incoraggiamento e sostegno. Ogni volta è sempre stata un’immersione profonda nella gioia e nella speranza che non deludono.

Il nostro ringraziamento diventa preghiera per Lui.

 

 

La Conferenza Episcopale Italiana si unisce al Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e propone per mercoledì 14 settembre 2022, festa dell’Esaltazione della S. Croce, una giornata di preghiera per la pace in Ucraina.

 

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