Pubblichiamo la lettera di invito del Vescovo mons. Massimo Camisasca ad un'importante iniziativa che si svolgerà il prossimo 19 e 20 settembre a Reggio Emilia.

 

Salve,
la presente per inviare, in allegato, il comunicato del nostro Vescovo S.E. Mons. Massimo Camisasca insieme alla riflessione del Vicario episcopale per i movimenti, le associazioni e le aggregazioni laicali,  Don Giovanni Rossi, in merito  alle notizie, apparse in questi giorni, relative all'interruzione della gravidanza, con cortese preghiera di ampia diffusione.

Un caro saluto.
La Segreteria di Azione Cattolica

 

 

In queste settimane di dura prova e di grande fatica, tristemente segnate da numerosi lutti, la Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla ha cercato di rispondere nel modo più tempestivo possibile all’emergenza sanitaria, sociale ed umanitaria causata dalla pandemia, concentrando le proprie energie soprattutto a vantaggio dei più poveri e dei più vulnerabili.
La “Mensa del Vescovo”, la “Mensa dei Cappuccini” e la “Mensa Caritas” hanno collaborato strettamente unite tra loro e così, ogni giorno, oltre 400 pasti sono assicurati alle persone che non possono cucinare nelle proprie abitazioni perché prive di utenze (gas, acqua, luce) e a tutti coloro che non hanno una fissa dimora. Inoltre, centinaia di “pacchi alimentari” vengono consegnati regolarmente ai lavoratori precari, alle famiglie disagiate e agli anziani soli presso il loro domicilio. Le Caritas Parrocchiali della Diocesi stanno intensificando i loro sforzi giorno dopo giorno, organizzandosi al meglio delle loro possibilità e con grande efficienza. Molti giovani volontari si sono resi disponibili ad aiutare, soprattutto effettuando le consegne a domicilio.

E’ passato alla Casa del Padre il nostro amato vescovo emerito Giovanni Paolo Gibertini. Durante il suo episcopato, più volte visitò le parrocchie di Calerno e S. Ilario. Probabilmente, gli adulti ricorderanno quando nel settembre 1989, lungo il tragitto da Parma verso la Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla per il suo ingresso solenne, fece una sosta proprio a S. Ilario, dove ricevette il primo saluto e la prima accoglienza. Pur con scarsa salute, riuscì ad essere presente il parroco don Pietro Margini, il quale si sentiva onorato per trovarsi ad essere il primo parroco della Diocesi a salutare il nuovo pastore. Come il vecchio Simeone col piccolo Gesù, don Pietro gioì per aver fatto in tempo, prima di morire, a vedere negli occhi colui che la Provvidenza aveva scelto per la guida della Chiesa reggiano-guastallese. 4 mesi dopo - era il gennaio 1990 - don Pietro passava da questo mondo al Padre. La personalità del Vescovo Giovanni Paolo è stata essenzialmente una personalità ecclesiale, quella di una persona che nella appartenenza e nel servizio alla Chiesa ha trovato tutto il senso della sua vita.  Potete leggere qui di seguito quanto ha scritto il Vescovo Massimo su mons. Gibertini.

Un caro saluto,
don Fernando

S. Ilario, 4 aprile 2020

 

Monsignor Paolo Gibertini ci ha lasciati nella notte di venerdì 3 aprile, nel silenzio di questi giorni così drammatici e strani, un silenzio benedettino. Le circostanze della sua morte rivelano il senso profondo della sua vita: ci lascia a 98 anni, come una quercia che ha affondato molto in profondità le sue radici e ha potuto donare largamente i suoi frutti per tante stagioni e attraversare tanti momenti diversi, alcuni dei quali non facili. Il radicamento nelle profondità del terreno della Chiesa ha voluto dire per monsignor Gibertini innanzitutto la preghiera liturgica, cui lo aveva educato la vita monastica fin dal suo giovanissimo ingresso nel monastero di San Giovanni Evangelista a Parma; la Liturgia delle Ore che non ha mai lasciato fino agli ultimi giorni e che costituiva il pane della sua giornata e la fonte dei suoi pensieri. La nostra Chiesa deve a lui questa paternità liturgica che ha ispirato, come nota sotterranea, il suo episcopato.
Successore di monsignor Gilberto Baroni, ha ereditato il peso di un compito gravoso e certamente nuovo per lui, che pure era stato antecedentemente abate benedettino e vescovo della Diocesi di Ales-Terralba in Sardegna.
L’amore per la liturgia lo ha portato all’amore per la bellezza. Ha amato profondamente i suoi collaboratori, i presbiteri, i diaconi, la vita religiosa da cui proveniva, la vita consacrata. Il suo episcopato è stato caratterizzato dall’insistenza sul tema: “cercare Dio nell’esistenza”. Quaerere Deum era il suo motto episcopale e anche il contenuto di una sua Lettera Pastorale, nella quale emergeva la sua preoccupazione affinché la vita attiva dei reggiani fosse innervata da uno stile contemplativo.
L’ho incontrato la prima volta all’inizio del mio episcopato, il giorno del mio ingresso in Diocesi, pranzando con lui alla Casa della Carità di Montecchio. E poi altre volte, nello stesso luogo, sempre seduto al suo tavolino di preghiera, mostrandomi che il suo ministero episcopale si svolgeva ora in quel modo. Il Signore certamente lo ricompenserà per tutto il bene che ha seminato e delle prove che ha attraversato.


+ Massimo Camisasca  

 

 

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