La storia di Paolo Botti: aveva tutte le possibilità per fare carriera, ha preferito fondare un’associazione di volontariato.
Ci sono persone che sembrano fare il bene solo per il gusto di farti sentire in colpa. Benefattori con lo sdegno in servizio permanente, il dito perennemente puntato contro il degrado dei tempi. Poi ci sono quelli come Paolo Botti: autentici uomini di Dio, lontani da ogni moralismo, necessariamente un po’ «folli» secondo il comune buon senso eppure efficaci e creativi nella carità concreta. Botti, torinese, 43 anni, cattolico, una moglie e due figli, fondatore dell’associazione “Amici di Lazzaro”, è uno così: arruffato e felice. Uno che si porta addosso una strana febbre di vita: più riesce a spendersi per gli altri, più è contento.