Nella cultura ebraica, ai tempi di Gesu, il ruolo degli anziani nella società era molto importante godevano di grande rispetto, infatti a quei tempi erano loro a decidere che direzione si doveva prendere, sia a livello sociale che a livello religioso.
Gli ammalati poi, erano una realtà che occupava un grande spazio nel cuore di Gesù, tanto è vero, che molti dei suoi miracoli furono proprio guarigioni da malattie che causavano, tra le altre cose, l’emarginazione degli ammalati dal resto della comunità.
Nella società odierna, gli anziani sono diventati un peso e gli ammalati continuano ad essere considerati un “impegno” e non una ricchezza, per questo temevamo che i ragazzi non avrebbero accettato con particolare entusiasmo questa proposta, ma come sempre i ragazzi sanno stupire e sono stati felici di fare quest’esperienza.
Abbiamo incontrato e parlato con due nonni particolarmente amati nella nostra parrocchia.
Il primo è stato Angelo, l’angelo custode della nostra Chiesa. Dopo una preghiera insieme ci ha parlato della sua scoperta di Gesù, di come gli si sia manifestato in modo chiaro durante un momento molto duro della sua vita.
Ci ha parlato della sua esperienza di collaborazione con il don a servizio della nostra comunità.
Angelo ci ha lasciato un messaggio molto importante dicendoci: cercate di pregare, di ascoltare quello che Gesù vi chiede e siate delle brave persone. Siamo rimasti molto colpiti, ci ha fatto riflettere sul fatto che, la realizzazione di quello che Gesù ci chiede non passa attraverso gesti complicati o atti eroici, ma una quotidianità di amore e disponibilità, quotidianità nella quale dobbiamo essere “delle brave persone”.
Poi abbiamo incontrato la mamma di don Lao. E’ stato un incontro toccante, “la Cele” ci ha parlato della sua giornata fatta di preghiera e di accettazione della sua condizione di persona anziana non più autosufficiente, ogni giorno ripete gesti famigliari quali il segno della croce, la recita del rosario e la partecipazione alla messa, di nuovo gesti non gesta, ma fatti con amore.
C’è stato un incontro con gli anziani del centro diurno, i ragazzi hanno creato insieme a loro le decorazioni per due alberi di Pasqua, uno per il centro diurno e uno per la nostra Chiesa, questo a testimonianza dell’unione fra la nostra comunità e questi nonni.
Ci è venuta a trovare una suora della casa di carità di Cella accompagnata da un’ospite. Abbiamo visto la sofferenza, ma abbiamo visto anche la condivisione con amore che è il centro della vita di suor Ester.
Abbiamo sperimentato cosa significhi essere ammalati e anziani, cioè più deboli e indifesi, allo stesso tempo abbiamo visto la gioia e l’entusiasmo di chi si occupa di loro ed è stato un grande esempio.
Con questo percorso pensiamo di avere ottenuto un grande risultato, infatti i ragazzi hanno capito che non esistono persone inutili, non esistono vite prive di senso, ognuno di noi, in modo diverso, ha una grande importanza perché chiamato ad avere un ruolo specifico, ad essere una parte diversa del corpo mistico, se fossimo tutti mano come si potrebbe camminare.
- Marcella
- Catechismo