21 marzo 2020
In questa settimana, io e don Daniele abbiamo celebrato 7 funerali; alcune di queste persone sono morte per coronavirus. Sono state tutte liturgie brevissime e intense.
Un bel testo su cui ho meditato questa mattina mi suggerisce queste poche righe. Uno dei rischi di un’epidemia è che ogni morto diventi un numero, ma non dev’essere così, perché i morti sono importanti, uno per uno. Sono persone e non una folla anonima: che strazio la lunga fila di camion dell’esercito carichi di bare che hanno sfilato per le strade di Bergamo! Ogni essere umano che muore è un volto, un’anima, uno sguardo, un nome. Ognuno di loro ha fatto in vita un sacco di cose, ha generato figli, s’è guadagnato da vivere, ha viaggiato, ha amato, ha litigato, ha pregato, ha cucinato, ha sognato.
Salutiamoli allora, uno ad uno, con la preghiera della Chiesa, pensando in special modo ai deceduti di Calerno e S. Ilario: “L'eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace.”
Un abbraccio.