Pubblichiamo questa lettera di don Gabriele Burani, missionario in Amazzonia.
Santo Antonio do Içá. Amazonas.
Carissimi, scrivo da Santo Antonio do Içá, nel cuore dela Amazzonia; il nostro paese é situato nella zona in cui il fiume Içá ( o Potomaior), giungendo dalla Colombia e Perù, entra nel Rio Solimões ( rio dele Amazzoni). Una città piuttosto isolata, come le altre della nostra regione, con la foresta amazzonica alle spalle e i grandi fiumi davanti a noi.
In una zona di periferia non abbiamo ancora una presenza cattolica e vorremmo dar vita a una comunità e quindi costruire una cappella come luogo di incontro e celebrazione della comunità. Per il momento ci raduniamo davanti alla piccola casa di una signora disponibile; pochi fedeli fino ad ora: 5-6 famiglie vengono alla nostra celebrazione.
La fisionomia urbanistica della comunità non è uniforme: la chiesa sorgerebbe accanto al quartiere di case popolari fatto dal governo per le famiglie che non hanno abitazione propria, una quarantina di case, piccole ma utili per chi non possiede nulla. Accanto a questo quartiere dovrebbe sorgere un piccolo centro universitario (l’edificio sarebbe pronto, ma non so quando sarà inaugurato e se e quando inizieranno le lezioni: qui non abbiamo grandi sicurezze!). Poi la strada di terra entra nella foresta dove abitano poche famiglie che si occupano della raccolta di frutti vari e allevamento di bovini.
Di fronte al quartiere di case popolari, verso il centro della città, abbiamo una zona abitata, case di legno o muratura, in genere piuttosto piccole e molto essenziali: le famiglie sono povere; qui in Santo Antonio non abbiamo quartieri ricchi come in molte città del Brasile.
Non saprei dire con precisione, penso ci siano un centinaio di famiglie in questa zona. Ci sono molti protestanti neo-pentecostali e la presenza dei cattolici è un pugno di lievito o un pizzico di sale…. Ancora non abbiamo una comunità strutturata, per questo abbiamo intenzione di costruire una cappella per avere uno spazio per radunare la piccola comunità, e, speriamo, aumentare i fedeli. È stata scelta Santa Chiara come figura di riferimento, confinando con la comunità di San Francesco (si nota la tradizione decennale di presenza dei cappuccini della provincia umbra). Abbiamo ora iniziato gli incontri di formazione biblica, e quando sarà possibile daremo vita a qualche forma di catechesi. Ci muoviamo con piccoli numeri, ma è importante accompagnare queste comunità che stan sorgendo per non spegnere le limitate luci che ci sono; per questo stiamo chiedendo un aiuto alla nostra Chiesa reggiana.
Grazie a Dio il terreno è stato donato. Una valutazione di massima è circa 10.000 euro di materiale e 5.000 di mano d’opera, se si trova anche qualche muratore volontario. Nel contesto in cui siamo è difficile avere previsioni chiare e programmi precisi. Il progetto è ancora in via di elaborazione perché presentando una idea iniziale, dobbiamo interagire con la comunità.
Grazie, un caro saluto, don Gabriele Burani.