Lettera alle due comunità
Quando nasce un’unità pastorale, come è avvenuto a Calerno e a S. Ilario, una questione da affrontare è l’orario delle Messe. Perché? Perché se un parroco si trova ad avere una o più parrocchie in aggiunta da servire, gli diventa difficile se non impossibile mantenere lo stesso numero di Messe in ogni comunità. Voglio dunque rendervi partecipi del criterio che ho seguito nel ridefinire il numero delle Messe festive nelle nostre due parrocchie.
> Qualcuno mi ha chiesto: se da quando don Lao è morto, don Fernando e don Franco sono riusciti a mantenere e a celebrare 4 Messe a S. Ilario (6.30 - 08.30 - 10.30 - 19.00) e 2 a Calerno (08.30 e 11.00), perché non mantenere questo schema? A questa domanda io ho risposto negativamente perché essendo le Messe delle due parrocchie in orari pressoché sovrapposti, a conservarli così, le due comunità si manterrebbero come sono state fin ad ora, cioè separate e ognuna “a casa propria”. Ora, capite anche voi che non nasce alcuna unità pastorale nel rimanere nei propri territori, senza scambio né condivisione.
> Mi sono chiesto allora: come far sì che le Messe restino nelle due comunità, senza però che siano sovrapposte, in modo che chi è di S. Ilario possa andare a Calerno, se qui la Messa gli è più comoda, oppure viceversa? Nel rispondere, ho cercato di tenere fermi due punti.
1) Se siamo chiamati a diventare un’unica famiglia parrocchiale, chi da Calerno va a S. Ilario, e viceversa, “gioca” sempre in casa. Come ho detto prima, è utile che ci sia uno scambio se vogliamo che sorga quella familiarità, che è il cuore di ogni unità pastorale.
2) C’è poi un’altra questione. Visto che il Vescovo mi ha nominato parroco sia di Calerno che di S. Ilario, quand’è che un parroco incontra la sua comunità? Di domenica. E’ vero, anche lungo la settimana ci sono appuntamenti in parrocchia, ma si tratta per lo più di incontri di settore, come il riunirsi del Consiglio pastorale o dei catechisti o della Caritas o della società sportiva, ecc. Ma è soprattutto di domenica, nella Messa e nel ‘dopo Messa’, che tutta la comunità si ritrova insieme. Sta qui la ragione che mi ha portato a collocare, soprattutto le Messe principali, in orari che consentano al parroco di presiederle. Diversamente, come potrebbe un parroco sentirsi tale se non incontra regolarmente la sua comunità?
> Vengo così ai nuovi orari delle Messe festive. Dopo aver preso in considerazione diverse ipotesi, a seguito soprattutto della dibattuta assemblea del 12 ottobre, la soluzione che ho, subito, accarezzato è stata questa: 08.00 (S. Ilario) - 09.00 (Calerno) - 10.00 (S. Ilario) - 11.30 (Calerno) - 19.00 (S. Ilario). Ritengo che quest’orario rappresenti il miglior equilibrio possibile, anche se vede purtroppo la chiesa di S. Ilario con una Messa in meno, quella delle 06.30. Una volta però elaborata questa soluzione, riflettendo con don Franco, abbiamo immaginato il dispiacere di coloro che si vedranno tolta la Messa delle 06.30. E allora, nel tenere presente quest’ultima fascia di persone, l’orario delle Messe festive che prenderà il via il 12 novembre sarà il seguente: 06. 30 (S. Ilario) / 08.00 (S. Ilario) / 09.00 (Calerno) / 10.00 (S. Ilario) / 11.30 (Calerno) / 19.00 (S. Ilario). Io celebrerò sempre le due Messe principali (10.00 e 11.30), mentre per le altre quattro, tre saranno celebrate da don Franco e una da me. Chi troverà la Messa delle 10 a S. Ilario troppo presto, potrà andare a quelle delle 11.30 a Calerno. Chi invece troverà la prima Messa di Calerno troppo tardi, potrà andare a quella delle 8 a S. Ilario. Sinceramente mi auguro che questo avvenga, perché in questo modo crescerebbero la conoscenza, l’incontro e l’amicizia tra le due comunità. Mi auguro che, di questo schema proposto, venga apprezzato lo sforzo di aver avanzato una soluzione, che non diminuendo il numero delle Messe, dissipa tante paure che erano sorte. Che Dio conservi don Franco e me in salute, in modo che sia garantita ogni domenica la celebrazione di tutte e 6 le S. Messe. Il nuovo orario è comunque ad experimentum: solo con lo scorrere dei mesi sapremo dire quanto questa soluzione rappresenti davvero il meglio che si poteva offrire.
> Una parola a parte merita l’altro argomento (le Messe feriali, la Messa natalizia di mezzanotte, il Triduo pasquale e altre ricorrenze significative), ma su tale questione, prenderò le dovute decisioni insieme al Consiglio pastorale, per poi comunicarle.
L’amato papa San Giovanni Paolo II, nel cui giorno sto scrivendo queste righe, ci tenga illuminati e ci ispiri propositi di unità.
Un caro saluto,
don Fernando
S. Ilario, 22 ottobre 2017 – San Giovanni Paolo II