Domenica 18 ottobre Teletricolore ha trasmesso in diretta la convocazione diocesana del vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca rivolta a tutti i consigli pastorali sugli orientamenti per le nuove Unità pastorali (U.P.).
Come già saprete Sant’Ilario e Calerno comporranno in futuro la nuova Unità pastorale n.36 vicariato 5.
La Chiesa nella sua lunga storia, per rimanere fedele all’invito di Gesù “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo“ ha più volte mutato le forme della propria presenza nella società. Oggi ci troviamo in uno di questi momenti di rinnovamento. La causa principale è certamente la riduzione dei sacerdoti.
Davanti a questa situazione, abbiamo due possibilità: viverla come momento di difficoltà e crisi oppure farla diventare un'occasione per riscoprire gli aspetti essenziali ed autentici della vita cristiana, forse un po’ dimenticati, favorendo il coinvolgimento di consacrati e laici.
Scriveva Alexis Carrell, premio Nobel per la medicina: “Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore, molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità.”
Questa frase sintetizza bene il punto iniziale da cui partire: occorre realismo, non servono ragionamenti filosofici, basta guardarsi attorno per capire che i laici saranno chiamati ad essere sempre più presenti e compartecipi della vita delle comunità cristiane.
E' importante sottolineare quello che Papa Francesco scrive:
“Una Chiesa che cammina insieme, una Chiesa che si fa prossima e ascolta, una Chiesa che fa proprie con affettuosa condivisione, le gioie, i dolori, le speranze della famiglia umana. Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola Sinodo. Camminare insieme - laici, pastori, vescovo di Roma, è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica.”
Poche parole che esprimono attenzione alla realtà e che evidenziano ricchezze e difficoltà di un camminare insieme.
Camminare insieme vuol dire innanzitutto incontrarsi, creare rapporti, aprirsi a nuove esperienze, con la semplicità, la coscienza, la ragionevolezza, il senso critico di cui ogni persona è capace.
E’ l’incontro con qualcuno, con una novità, con l’imprevedibile, che rende possibile il nostro cambiamento, la nostra conversione.
Un caro amico scriveva: “L’ imprevedibile è diventato un avvenimento reale: Dio si è fatto compagno agli uomini, così che la vita possa non essere vana. Nell’incontro con questo fatto storico la ragione, la volontà e l’affettività umane sono provocate a realizzarsi, a compiersi secondo tutta l’ampiezza del loro desiderio di giustizia, di bontà e di felicità. Lo spirito cristiano è l’umanità di persone stupite e commosse da questo avvenimento”.
Spero ed auguro che questo spirito accompagni tutti nelle nuove esperienze, nei nuovi incontri, nei nuovi rapporti personali che inevitabilmente la nuova realtà della unità pastorale ci porterà a sperimentare.
Claudio Cabassi