L’anno della fede è un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano che il fondamento della fede cristiana è l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.
L'incontro con Cristo come Persona viva che colma la sete del cuore non può che portare al desiderio di condividere con altri la gioia di questa presenza e di farlo conoscere a tutti perché tutti la possano sperimentare. Occorre rinnovare l'entusiasmo di comunicare la fede per promuovere una nuova evangelizzazione delle comunità e dei Paesi di antica tradizione cristiana, che stanno perdendo il riferimento a Dio, in modo da riscoprire la gioia di credere.
E’ in gioco la capacità della Chiesa di essere, di vivere e di configurarsi davanti al mondo come reale comunità di figli e di fratelli, come vera fraternità riunita nella fede e nell’amore, come corpo vivente di Cristo e non come azienda o agenzia per la vendita di prodotti.
Si tratta, in sostanza, di imparare a vivere con Cristo e secondo Cristo, credendo che la via che Cristo ci indica è la migliore per ogni uomo e per ogni tempo.
Il cristiano è costitutivamente sociale: l’altro è già parte di sé. Allora: quanto più la Chiesa è presente e operante nella società, tanto più è in grado di testimoniare il Vangelo come risposta ultima e vera alle domande più intime del cuore.
Cosa succede, oggi? Le nostre famiglie sono fragili, non sono capaci di gestire i conflitti tanto che, se si litiga, si scappa: da una parte ci sono genitori che fanno gli adolescenti, che accudiscono i figli ma hanno rinunciato a narrare loro il senso della vita; dall’altra, ragazzi che subiscono l’immersione nella tecnologia rimanendo sempre più soli. I nostri figli sono multitasking, cioè fanno molte cose contemporaneamente, ma hanno difficoltà ad entrare in una relazione sincera e viva con l’altro. Assistiamo a uno svuotamento della relazione stessa, a una diminuzione della sua qualità. E’ allora necessario traghettare questa società non opponendoci alla tecnologia, salvando però il valore dell’incontro con l’altro e della autenticità delle relazioni.
Si tratta di passare da una pastorale di servizi a una pastorale di relazione. La comunità cristiana deve essere incisiva, farsi davvero prossima, produrre legami, dare risposte significative, offrire orientamento per il futuro, indicare una strada sulla quale camminare. Bisogna dare speranza di vita, di futuro, di ripresa. C’è una vera nostalgia di Dio per parte di tanti. Noi dobbiamo rispondere, essere presenti. Essere presenti negli ambienti della vita ordinaria, dove si giocano i destini delle persone. “L’urbanizzazione e la globalizzazione ci hanno resi più vicini, ma non ci hanno fatto diventare più fratelli e sorelle, più amici. E la solitudine cresce. Bisogna riscoprire la gioia dello stare insieme, superando la povertà relazionale, vera piaga che sgretola la vita umana”.
Occorre creatività, corresponsabilità, coraggio, impegno a realizzare legami veri, pur con rispetto e umiltà. ”Dobbiamo essere più missionari: più impegnati ad annunciare Cristo Risorto, vera e unica speranza per tutti!”.
SANTA QUARESIMA - Ha scritto il Papa: ”La celebrazione della Quaresima, nel contesto dell’Anno della Fede, ci offre una preziosa occasione per meditare il rapporto tra fede e carità: tra il credere in Dio, nel Dio di Gesù Cristo, e l’amore, che ci guida in un cammino di dedizione verso Dio e verso gli altri… Siccome Dio ci ha amati per primo e il Suo amore è in noi, l’amore adesso non è più solo un comandamento, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro”.
La fede è conoscere la verità e aderirvi; la carità è camminare nella verità… Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia… Una fede senza opere è come un albero senza frutti. Il cristiano è conquistato dall’amore di Cristo e, mosso da questo amore, è aperto in modo profondo e concreto all’amore per il prossimo”.
Viviamo tempi difficili a causa di condizioni di precarietà, che influenzano la visione della vita e i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e possono indurre a chiudersi, a pensare a se stessi e alle proprie difficoltà. Diventa difficile avere fiducia. Manca la speranza. Tutto questo è vero. Occorre però reagire: leggere anche questi momenti alla luce della fede, come appello di Dio ad aprirsi, a guardare anche agli altri, a credere che si può e si deve dare sempre qualcosa di noi stessi.
Sì: farsi prossimo, abbattere muri e costruire ponti, relazioni, incontri. Le occasioni sono continue. Vivere la gratuità. Ancora il Papa: ”Che realmente una famiglia si assuma la responsabilità di aiutare e seguire un’altra famiglia”. E’ impossibile? Si può e si deve fare! Attenti: “si è perso il senso della vera povertà, che è l’unica che consente di condividere davvero”.
Dare al prossimo: TEMPO, AIUTO, CARITA’ (= T.A.C.) Ecco la verifica della autenticità della nostra fede !
La Quaresima ci prepara a celebrare la Morte e la Risurrezione di Cristo, il mistero grande dell’amore di Dio per noi. Occorre celebrare questo tempo ravvivando la fede in Cristo per entrare nel Suo stesso circuito di amore. La Quaresima ci invita ad alimentare la fede attraverso:
un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio
la partecipazione ai Sacramenti,specie la Confessione
la pratica del digiuno, della penitenza e della elemosina
Appuntamenti di Quaresima:
22 Febbraio – a POVIGLIO – Celebrazione comunitaria delle Confessioni, senza Messa
3 Marzo - Giornata di preghiera, riflessione e condivisione per le Missioni Diocesane
18/19/20 Marzo – SS. QUARANTORE IN PARROCCHIA
24/31 Marzo – Settimana Santa
22 Marzo – a CAMPEGINE – Veglia di preghiera per i Martiri Cristiani, senza Messa
Domenica 3 Marzo: Giornata di Spiritualità Parrocchiale. Resteremo qui a Calerno. Mediteremo sulla figura di Abramo: pregheremo, faremo silenzio, adoreremo il Signore.
“L’incontro con Dio nella preghiera mi fa intravedere continuamente nuovi spazi di amore, non mi fa mai pensare di avere fatto abbastanza e mi fa credere che la sofferenza e l’attesa di tanti fratelli e sorelle diventa la mia bisaccia da pellegrino. E così non posso stare fermo; sono sempre in cammino”.
Buon cammino di Quaresima verso l’alba della Risurrezione, che vince la notte.
Calerno, 13 marzo 2013
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale