Mio testamento spirituale.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Sia sempre adorato, lodato e ringraziato l’unico vero Dio. A lui, al Signore Dio, la mia rinnovata professione di fede, il mio canto di riconoscenza e di gioia per avermi creato e fatto cristiano per un dono gratuito del Suo amore. La mia gioia per essere stato chiamato a far parte del Suo popolo, il popolo santo, la Chiesa di Cristo, nella quale desidero restare, come figlio devoto in vita e anche dopo la morte nella Gerusalemme del cielo.
Lode ancora a Dio per avermi chiamato, nonostante la mia povertà e indegnità, ad essere sacerdote. Dio mi ha dato una famiglia santa a cui devo tanta parte della mia fede e della mia vocazione. Dio benedica e ricompensi per la vita eterna il papà, la mamma, mio fratello e mia cognata, mio nipote e la sua famiglia.
Dio mi ha fatto dono di vivere accanto a Mons. Gilberto Baroni per tanti anni. Ho imparato da lui ad amare Dio e i fratelli e a servire la causa del Regno di Dio con sincerità, umiltà e pienezza di cuore, anche nel silenzio e nella sofferenza. Lo credo già in Paradiso. Lui mi aiuti a passare da questo mondo alla vita eterna e mi impetri la misericordia di Cristo. Ringrazio anche tutti i suoi famigliari che mi hanno accolto e amato, da subito, come uno di famiglia.
Il mio ricordo grato e riconoscente al Vescovo Adriano, al Vescovo Emerito Paolo e al Vescovo Ausiliare Lorenzo. Con loro e per mezzo di loro sono nella comunione con la Santa Chiesa di Dio.
Ricordo anche con stima e venerazione Mons. Beniamino Socche, Don Emilio Caraffi, i Superiori e Insegnanti del Seminario. Riconoscenza e affetto a tutti i Confratelli, ai Diaconi, ai Religiosi e alle Religiose per il loro affetto, la loro preghiera e l’esempio della loro vita e per la pazienza e la benevolenza che sempre mi hanno usato. Speciale e fraterna riconoscenza al carissimo Diacono Luciano Chiari, che ha condiviso con me, per anni, il peso e la gioia del ministero.
Ricordo con affetto tutti i miei figli di Calerno, ai quali domando perdono per i tanti miei difetti, peccati e omissioni. Ringrazio tutti i collaboratori parrocchiali. Saluto i bambini e gli anziani e mi affido, in particolare, alle loro preghiere per essere accolto in cielo. Auguro a tutte le scuole materne parrocchiali della Diocesi di essere sempre riconosciute e sostenute nella loro attività educativa.
Ho portato sempre nel cuore e continuerò a farlo anche i figli di Pieve Modolena, che mi hanno accolto ed amato di cuore all’inizio del mio servizio di Parroco.
Tutti abbraccio nella carità e nella pace di Cristo. A tutti dico: state saldi nella fede e nell’amore vicendevole. Adorate il Signore nei vostri cuori. Chiedete di continuo perdono dei vostri peccati e gustate, nel sacramento della Confessione, la dolcezza e la forza della misericordia di Dio. Abbiate la passione per il Vangelo e portate a tutti la buona notizia dell’amore di Dio.
Raccomando, in particolare, L’ORATORIO PARROCCHIALE. Pregate e spendetevi perché esso diventi la “seconda casa” per tutti.
Pregate e lavorate di continuo per le vocazioni sacerdotali, diaconali, religiose e missionarie. Fate in modo che ogni famiglia diventi terreno fertile per le vocazioni.
Dio benedica la mia mamma, che è stata con me per tanti anni, con pazienza, amore e generosa gratuità. Con lei benedica mio fratello e mia cognata e le altre tante persone che, con loro, hanno lavorato nella casa canonica con amore e per la gloria di Dio.
Dal Paradiso, dove spero di arrivare per la bontà di Dio, tutti benedirò e tutti ricorderò al Padre misericordioso.
Calerno, 11 aprile 2008, memoria di S. Stanislao
Postilla del 26 ottobre 2016, ventiquattro ore prima della morte
Rinnovata gratitudine alla mia famiglia che mi ha sempre amato, aiutato e accompagnato con fede e carità.
Ringrazio la carissima Ursula che ha accompagnato me e la mia mamma per tanti anni, anche nella sofferenza con fede e carità grande. Dio ricompensi lei e i suoi.
Grazie grande al Diacono William che ha condiviso con me la fede e l’amore per Cristo, la Chiesa e le anime assistendomi anche nella mia malattia come un fratello.
Don Lao
- Don Lao
- Don Lao