Sabato sera ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza che ha lasciato il segno dentro di me.
Vi chiedo un attimo del vostro tempo per leggere queste riflessioni che mi piacerebbe condividere, penso siano abbastanza discorsive, ma se riuscite non leggetele di fretta o se siete in un momento distratto, ci terrei che le leggeste in un momento di concentrazione. Più che altro per voi, perché riusciate a cogliere appieno quello che sto per raccontarvi.
Ieri sera sono andata all’incontro tenuto da Pietro Sarubbi su San Pietro all'oratorio don Bosco di Montecchio, dal titolo "Seguimi, da oggi ti chiamerai Pietro", ed è stata davvero un’esplosione di emozioni!
È stato uno spettacolo completamente recitato, si è messo lui nei panni di Pietro che si trovava davanti ai giudici e si difendeva dalle accuse raccontando alcuni aneddoti della sua vita con Gesù...
È partito dal parlare del suo nome, di quando Gesù gliel’ha cambiato la prima volta in cui l’ha visto, dell’emozione che ha provato vedendo per la prima volta il suo sguardo (e ne parlava in un modo che sembrava anche a me di vederlo...!).
E così via, raccontava, scherzava, faceva battute, sdrammatizzava, parlava della sua insicurezza davanti a certe domande di Gesù, della bellezza di stare con lui, della curiosità che aveva nell’ascoltare ciò che diceva, del timore che a volte provava quando Gesù poneva in lui una fiducia e un progetto fin troppo grandi ai suoi occhi...
È stata davvero un’emozione continua, mi ha fatta ridere, mi ha fatta piangere, mi ha fatto sentire la bellezza di vedere gli occhi di Gesù per la prima volta, la pace nell’ascoltare le sue parole... la paura per averlo tradito, lo smarrimento per averlo perso e abbandonato... la gioia, l’emozione e l’euforia nel corrergli incontro verso la spiaggia vedendolo per la prima volta dopo risorto....mi ha fatto venire le lacrime nel sentirgli dire come si è buttato ai suoi piedi in quel momento sentendosi in colpa ma sentendosi anche felice e incredulo vedendolo lì, vedendo i suoi occhi nuovamente davanti a sé!...
Insomma, mi sono dilungata, ma mi è rimasta una gioia nel cuore così grande, così bella, che volevo assolutamente condividerla, o perlomeno volevo cercare di condividere con voi quello che a me è arrivato, anche se scritto così non rende assolutamente, è riduttivo rispetto a quello che è stato realmente...
Alla fine del processo i giudici vietano a Pietro di parlare ancora di “quel Messia”, Pietro allora li implora di dargli almeno il permesso di parlarne con i suoi fratelli. I giudici glielo concedono.
Per questo motivo ho deciso di scrivere questo articolo, perché come Pietro, in una minima parte, ho voluto condividere anch’io con i miei fratelli quanto ho appreso in quella serata, quanto mi è rimasto, perché quando provi certe sensazioni non puoi tenerle per te, vuoi che anche gli altri possano viverle.
Moni