Il 31 gennaio, memoria di S. Giovanni Bosco, abbiamo partecipato alla festa della parrocchia di Shelqet, dove prestano servizio suor Mariana e suor Denada, delle Dorotee di Vau-Dejës. Si sono esibiti i gruppi delle classi di catechismo in vari sketch, come balletti, scenette comiche e rappresentazioni sulla vita del Santo. Ci ha colpiti che, nonostante fossimo in pieno inverno, la festa fosse all’aperto. In Italia sarebbe stato impensabile, invece qui si fanno molti meno problemi.
Il giorno successivo abbiamo partecipato insieme ai ragazzi della parrocchia all’incontro diocesano per i giovani, sul tema dell’amicizia. Abbiamo apprezzato ancora una volta l’organizzazione della mattinata in diverse attività, che facilitano l’attenzione. Ad un primo momento di accoglienza con alcuni balli, è seguita la preghiera di gruppo. Dopo la prima meditazione tenuta da suor Arta di Gjadër e l’adorazione eucaristica, suor Maria accompagnata da Rregjina, ospite della casa di carità, ha tenuto una testimonianza sull’amicizia nella vita quotidiana di casa. I ragazzi sono rimasti molto colpiti dall’ascoltare una straniera che si sforza di parlare la loro lingua e da una scelta di vita così forte da parte di una persona così giovane.
Da lunedì 3 febbraio a sabato 8 sono venuti a trovarci don Carlo Fantini e Annamaria, la mamma di Paolo. Don Carlo è stato parroco nella diocesi di Sapa per nove anni, dal 2002 al 2011, nonché vicario generale della diocesi. Risiedeva nel villaggio di Gomsiqe e prestava servizio in otto villaggi di montagna. Sfruttando la presenza di don Carlo abbiamo visitato la casa di Gomsiqe, chiusa da circa due anni, rivissuto alcuni aneddoti della storia della missione e, grazie alla sua lunga permanenza in terra albanese, abbiamo fatto anche nuove conoscenze. Abbiamo incontrato le suore Ravasco che aiutavano don Carlo nella pastorale nei villaggi di montagna. Abbiamo fatto visita ai missionari di Pescara, Don Massimo e i tre laici Goffredo, Tiziana e Maria Palma, che risiedono nel villaggio di Mabë. Abbiamo visitato il villaggio di Shiroka a soli 4 km dalla citta di Scutari sulla costa sud-occidentale del lago di Scutari ai piedi del monte Tarabosh. Durante il regime comunista era il luogo turistico e la spiaggia più popolata di Scutari. Negli anni ’90 fu quasi abbandonata, ma negli ultimi anni ha riacquistato la sua precedente vitalità. Molte persone vi trascorrono il fine settimana perché oltre all’aria fresca filtrata dal lago e dai pini del Tarabosh offre la possibilità di pranzare in diversi locali costruiti negli ultimi anni. La vicinanza alla città permette alla località di essere raggiunta in bicicletta o comunque con un costo economico.
Essendo don Carlo noto in tutta la diocesi per il suo gnocco fritto, lo abbiamo costretto a prepararlo per una cena in casa di carità, per la quale abbiamo esteso l’invito anche a Monsignor Simon, don Mark e le suore dorotee.
Dopo aver accompagnato in aeroporto don Carlo e Annamaria, abbiamo approfittato della bella giornata per visitare il santuario di Sant’Antonio da Padova a Laç Milot, la chiesa di Sant’Eufemia a Kallmet e la località marittima di Shëngjin.
Il santuario di Sant’Antonio da Padova prende il nome del sacerdote francescano, dottore della chiesa, che nacque nel 1195 a Lisbona. Dal Portogallo si spostò in Italia, dove conobbe personalmente San Francesco d’Assisi, e in Francia. Dotato di grande umiltà, fu un noto predicatore e uno degli uomini più colti nell’Europa del suo tempo. Morì a soli 36 anni e tuttora il suo culto è tra i più diffusi del cattolicesimo. La chiesa di Laç, costruita dai francescani nel XIV secolo, fu distrutta dal regime comunista nel 1967 e ricostruita negli anni ’90, dopo la caduta del regime.
Nonostante il severo divieto da parte del regime di qualsiasi attività religiosa in quel luogo, gli albanesi continuarono a vedere nelle pietre rimaste la loro chiesa e a scalare segretamente la collina per pregare il Santo. Ogni giorno centinaia di credenti di varie religioni salgono alla chiesa. Per tredici martedì consecutivi, da metà marzo fino al 13 giugno, data in cui si celebra la memoria del Santo, migliaia di fedeli intraprendono il pellegrinaggio partendo dalla città di Laç. Si crede che in questo luogo sia passato il santo perché sono presenti su delle pietre i segni dei suoi piedi e delle sue mani.
Dopo un viaggio sfiancante, infatti pensavamo fosse la chiesa del paese ma si è rivelata in una posizione ben più scomoda, abbiamo raggiunto la chiesa di Sant’Eufemia. È situata nel villaggio di Kallmet nella prefettura di Lezhë e porta il nome di una giovane martire greca che visse tra il secondo e il terzo secolo d.C. La chiesa è menzionata per la prima volta in un documento del 1343 e fu sede del vescovo di Lezhë dopo la conquista della città da parte dei turchi del XV secolo. La particolarità di questo luogo consiste in una fonte di acqua che scorre da una roccia calcarea nei pressi della chiesa, che viene introdotta al suo interno. La chiesa non ha abside, ma al suo posto è presente la figura di Sant’Eufemia scolpita su roccia viva.
Con suor Mariana ci siamo recati presso la scuola di Karma, villaggio sulle montagne a circa 40 minuti da Vau-Dejës, per incontrare i pochi bambini che la frequentano. L’idea è quella di iniziare l’attività di catechismo per preparare i bambini al sacramento della Comunione. Ci siamo accordati con un maestro per iniziare il progetto a partire da marzo, il giovedì, al termine delle attività scolastiche.
Venerdì 14 febbraio abbiamo festeggiato il compleanno di Monsignor Simon in parrocchia insieme ai volontari Caritas, ai quali è molto legato sin da quando era parroco a Vau-Dejës. Abbiamo passato una serata piacevole tra giochi, balli e mangiando insieme la pizza.
Sabato 22 abbiamo partecipato all’incontro diocesano per i catechisti tenuto da suor Arta qui a Vau-Dejës. Pensavamo che sarebbe stata una lezione un po’ noiosa e difficile da capire, invece la mattinata si è basata su lavori di gruppo, alla fine dei quali suor Arta ha dato diversi spunti interessanti per migliorare le attività di catechismo. Ogni gruppo riceveva un brano del vangelo di queste domeniche di Quaresima e l’obiettivo era costruire un incontro di catechismo per bambini ed esporlo agli altri gruppi. Si è riflettuto sulle tante idee che si possono realizzare per rendere un incontro piacevole per dei bambini.
Il giorno successivo abbiamo partecipato alla cena che don Mark organizza ogni anno per i volontari che prestano servizio in parrocchia. È tradizione che i giovani servano gli adulti. Anche noi abbiamo dato il nostro contributo. Alessandro ha prestato la sua abilità ai fornelli in cucina, mentre Paolo, per non rovinare la cena, si è limitato ad asciugare i piatti.
Dal 24 al 28 febbraio è venuto a trovarci Marco Bernini, nostro responsabile presso il Centro Missionario di Reggio. In questo tempo Marco ha condiviso con noi la quotidianità e ha incontrato i tanti missionari e le varie realtà presenti sul territorio. Per noi sono stati giorni importanti per confrontarci sull’andamento della missione e per iniziare a impostare il campo estivo che si terrà nel mese di agosto per i giovani della diocesi di Reggio Emilia.
Per quanto riguarda il Coronavirus, sembra che attualmente non ci siano casi in Albania. Le messe e le attività scolastiche procedono con regolarità.
Grazie a tutti coloro che ci leggono e ci sostengono da lontano, al prossimo aggiornamento!
Alessandro e Paolo