Omelia Domenica 2 Dicembre 2018 I^ di Avvento
Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
E’ su queste parole cariche di speranza appena udite nel Vangelo che voglio riflettere con voi.
Risollevatevi e alzate il capo sono un modo per dire: non esiste alcun abbattimento che v’impedisca di risollevarvi. E poi il fatto che sia stato Gesù a dire queste cose, ci fa dire: nella vita di tutti, pur grigia fin che si vuole, grazie a Lui c’è sempre un pezzetto di cielo a cui guardare e che fa sperare.
E’ dunque un messaggio di speranza quello chi ci consegna questo 2 dicembre, 1^ domenica d’Avvento.
Con vicino il Signore, ci accada quel che ci accada, è possibile tenere alto il capo, cioè rimanere diritti, in piedi, di schiena, senza perdere la dignità.
Cinque anni fa, proprio di questi giorni, moriva un grande, Nelson Mandela, il quale ebbe a dire un giorno: un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso.
Per essere concreto, come a me piace, voglio declinare in parole semplici quest’invito di Gesù: alzate la testa. Ho immaginato sulla bocca di Gesù queste parole.
> Tu tieni alta la testa quando alla caduta nel peccato fai seguire la confessione.
> Tu tieni alta la testa quando non permetti ai pessimisti e ai brontoloni di rendere pure te brontolone e pessimista.
> Tu tieni alta la testa quando in famiglia e ovunque, sei capace di gesti incoraggianti e di speranza.
> Tu tieni alta la testa quando impedisci a un amico di sentirsi sbagliato, quando torni a far sorridere qualcuno e quando, innanzi a un amico che sogna cose grandi, non solo non lo blocchi, ma te ne compiaci.
> Tu tieni alta la testa quando, sfinito e stremato per una giornata intensissima, non fai pesare sugli altri la tua stanchezza.
> Tu tieni alta la testa quando sai piangere senza disperare, protestare con Dio senza bestemmiare, soffrire senza smarrirti, accettare umiliazioni senza sentirti umiliato.
> Infine, tu tieni alta la testa quando sai fare di una crisi (amorosa, familiare, lavorativa, ..) un’opportunità.
Su questa parola ‘crisi’ mi soffermo un poco.
Come il giorno nasce dalla notte e come l’arcobaleno nasce dal temporale, così da una nostra crisi può nascere una nostra crescita.
Io una cosa la devo dire: in alcune case, ho visto di persona che è stata una crisi a salvare il matrimonio.
Non so cosa ne pensi chi di voi è adulto, ma io se ben ricordo è da quando sono ragazzino che sento parlare di crisi: crisi della politica, crisi economica, crisi della Chiesa, crisi della scuola, crisi della famiglia, ecc.
Ci sono delle persone che è come se avessero stipulato un contratto con la crisi, talmente hanno questa parola sulla bocca e talmente è questa la parola con cui descrivono le cose. Io invece dico: sei in crisi perché stai perdendo il lavoro? Sei in
crisi perché sei stato lasciato dal tuo uomo? Sei in crisi perché anche Dio a parer tuo ti fa tribolare?
Bene, tenere alta la testa significa non dimenticare che la vita non è una spensierata corsa sui prati, bensì una sfida e accettare una sfida è attivare tutte le vie percorribili: richiesta di un consiglio, preghiera, credere in se stessi, mantenersi fiduciosi, ecc. .
Ci sono persone che, in buona fede s’intende, agiscono come se fosse questa vita il Paradiso, invece il Paradiso è nell’altra vita.
Chi vive puntando alla perfezione qui su questa terra va incontro a delusioni e illusioni.
C’è sempre qualcuno che vorrebbe vincere senza lottare: ma da quando in qua si raggiunge la vittoria senza combattere?
Quindi, torniamo tutti coi piedi per terra e aiutiamoci vicendevolmente a prendere la vita così com’è. Le disgrazie Dio non le vuole per nessuno, esse fanno parte della vita, e però Dio è capace di darci la forza di sopportarle.
Non perdiamo mai di vista che Dio è sempre con noi, pronto a far sì che una nostra crisi divenga un’opportunità.
Signore, fin da questo primo giorno d’Avvento ci fai capire che nessuna situazione è così problematica da non avere una via d’uscita. Grazie perché se così è, è grazie a Te.