Omelia XXXII^ Domenica del Tempo Ordinario 11 Novembre 2018
Quant’è bello l’episodio della vedova che ci ha narrato il Vangelo!
In esso c’è un particolare su cui voglio riflettere: Gesù, seduto di fronte al tesoro del tempio, osservava come la folla vi gettava monete.
Dice: osservava. Gesù era un osservatore attento. E infatti in quella circostanza nessuno, se non lui, s’accorse del bel gesto di quella vedova. Egli solo seppe cogliere quanto coraggio, quanta fede, quanto generosità erano contenuti nel cuore di quella donna. E Gesù dopo aver osservato, ma faceva così anche nelle altre occasioni, se prendeva la parola non era per dire curiosità o pettegolezzi, ma per segnalare che c’era in ballo qualcosa di importante.
Conclusione: se solo Gesù seppe vedere in quella donna un grande cuore e una grande fede, la domanda che ci chiede di porci è questa: ma i nostri occhi dove guardano? Soprattutto come guardano? Se ciò che guardiamo ha qualcosa di importante, ce ne accorgiamo?
1) Il Vangelo di questa domenica ci ricorda una nota dolente di tanti: la tendenza a guardare senza vedere, o meglio senza voler vedere. Si racconta che durante la 1^ guerra mondiale, un comandante dell'esercito francese andò a visitare i feriti in un ospedale militare. Uscendo, disse ai suoi collaboratori: Non portatemi mai più in un luogo come questo, altrimenti non riuscirei a dare l'ordine di attaccare.
Parlando così, egli di fatto ammise che solo mentendo a se stessi, solo nascondendo alla vista la verità, solo diventando consapevolmente ciechi, si possono compiere certe azioni.
Anche nei campi di concentramento tedeschi era severamente proibito ai prigionieri fissare negli occhi i loro carcerieri per timore che questi potessero intenerirsi.
Sono pure convinto che chi in guerra sgancia bombe, se riuscisse a vedere negli occhi le persone che colpisce, andrebbe in crisi.
2) Dove voglio arrivare? A dire che c’è chi fa il cieco pur vedendoci.
E pensare che le cose più belle come consolare, commuoversi e soccorrere sgorgano tutte da uno sguardo attento.
Il samaritano del Vangelo se si fermò a soccorrere l’uomo mezzo morto, incontrato sul ciglio della strada, fu perché appena prima, dice il testo evangelico vide e provò compassione. Disse don Primo Mazzolari: Chi ha poca carità vede pochi poveri. Chi ha molta carità vede molti poveri. Chi non ha carità non vede nessuno.
E’ proprio così: le radici dello sguardo sono nel cuore. Ci sono parole che non dicono niente e degli sguardi che dicono tutto.
In quante case i figli han più bisogno di essere guardati che di regali!
Se i genitori guardassero i figli almeno quanto guardano il telefonino, sarebbe già qualcosa.
Gesù siamo qui a Messa per ottenere il tuo sguardo.
Insegnaci a guardare non per catturare ma per amare, non per sedurre ma per aiutare,
non per spargere pettegolezzi
ma per saper cogliere se c’è un bisogno a cui provvedere.