Omelia Sabato 8 Dicembre 2018 Solennità Immacolata Concezione della B. V. Maria
Oggi nessuno sia triste! Mi fanno parlare così due espressioni dell’angelo Gabriele, ascoltate nel Vangelo: rallegrati e non temere.
Proviamo a lasciarci ispirare da questi due inviti rivolti a Maria, rallegrati e non temere.
> Se la notizia di Maria, madre di Gesù, ebbe come parola d’apertura rallegrati, è segno che fu un annuncio di gioia ad introdurre il Cristianesimo nel mondo.
Notate: l’Angelo non disse ciao, come stai?, no no! Usò una parola ben più carica: rallegrati! Cioè, gioisci, esulta, vibra di felicità! Non immagini Maria quanto sia straordinario ciò che sto per dirti. Sono contento che il Vangelo di questo solenne sabato ponga alla nostra attenzione la parola rallegrati!
Perché soprattutto per noi adulti, il rallegrarsi non è un tema facile. Se esaminiamo gli argomenti delle nostre conversazioni quotidiane, più che di belle notizie, sono piene di problemi, malattie e preoccupazioni. Addirittura, c’è chi trova gli inviti a far festa come una nota stonata. Tante volte il nostro parlare deprime, non incoraggia.
Sentite cosa ha detto padre Ronchi: molte volte mi ha raggiunto lo scoraggiamento ma non gli ho mai permesso di sedersi alla mia tavola, di mangiare nel mio piatto e di sedere sul trono del mio cuore. Proviamo anche noi a non dare questo permesso. Facciamo una cosa, portiamoci a casa questa mattina la domanda a cui poi rispondere: nella mia vita, tra ciò che mi dà gioia e ciò che mi deprime, cosa prevale?
> Ed eccomi all’altra parola dell’angelo: Non temere Maria. Qualcuno ha detto: ci sono due modi per far muovere gli uomini: l’interesse e la paura.
Una storiella dice: Noi camminiamo nella vita con due cagnolini al guinzaglio: uno è la paura, l’altro è la fede. A seconda di quale dei due nutriamo di più, uno più dell’altro crescerà, si farà sempre più forte, tirandoci sempre più dalla sua parte.
Verifichiamo allora a chi dei due cagnolini noi diamo più da mangiare.
Sappiamolo: Dio ce la mette tutta affinché nessuno di noi getti la spugna, affinché nessuno di noi s’arrenda, e mette sempre una luce in fondo al tunnel.
> E vengo ad una terza parola, sorpresa, una parola non presente nel nostro brano, ma presente nel suo significato, se è vero che Maria non s’aspettava per nulla quanto gli stava accadendo. Dice infatti il brano: rimase turbata. Ora, questa sorpresa di Maria mi fa dire: non tutti i giorni sono uguali, per cui occhio a non diventare prigionieri dell’abitudine, del già previsto, della routine di tutti i giorni.
Nella nostre famiglie ad esempio il rischio è di abituarsi alla presenza dell’altro, fino ad arrivare a dare per scontate tante piccole attenzioni, come il fermarsi un attimo a guardarsi. In casa nostra siamo sempre in movimento o ci fermiamo a guardarci? Guardiamoci allora da quell’abitudine che ci porta a trascurare, a tralasciare e a diminuire la cura reciproca.
Qualcuno ha detto: Nella vita non raccogli ciò che semini, raccogli ciò che curi. E’ proprio così, ecco perché è importante fare le cose non in modo approssimativo, ma con cura. Faccio una proposta: nelle nostre case vengono ricordate certe date? Se come ho detto, non tutti i giorni sono uguali, occorre adoperarsi affinché davvero non siano tutti uguali. A chi dice: ma in casa mia non succede mai niente di speciale! Io ribatto: ma certe cose devono essere fatte succedere.
Ecco perché l’impegno a ricordare certe date è possibile, è doveroso e rende frizzanti certi giorni. Per ricorrenze da avere a cuore cito ad esempio la data del proprio matrimonio o di qualche matrimonio amico, la data di nascita o di battesimo dei figli, il compleanno del nonno, un anniversario particolarmente caro,... L’importante, quando queste ricorrenze arrivano, è di viverle in modo davvero diverso dagli altri giorni: o andando a Messa quel giorno o invitando a casa qualcuno o facendo in quel giorno qualcosa di particolare. Quindi, in casa, sui giorni per noi più significativi del calendario, mettiamo un segno o un cerchietto, per non dimenticare.
Maria santissima, tu che ti sorprendesti all’annuncio dell’angelo, aiutaci a meravigliarci. Anche noi così, all’arrivo di belle notizie, sapremo essere come te, pronti a dire il nostro ‘eccomi’.