Omelia di Lunedì 31 Dicembre 2018
Siamo giunti alla fine del 2018 e alle soglie del 2019.
Che cosa si aspetta il Signore da noi in questo passaggio di anno?
Meglio, che cosa ci chiede il Signore in questo volgere del tempo?
> Non ci vuole un grande fiuto per cogliere che nella nostra società sempre più le cose cambiano. Nel seguire certe trasmissioni televisive, s’avverte il cambiamento degli italiani in tema di scelte politiche, culturali, religiose.
Ora, questo nuovo che avanza, ci piaccia o no, è quello con cui noi cristiani dobbiamo rapportarci, diversamente salta la nostra testimonianza.
Il Signore ci ha pensato per rimanere, non per fuggire. Siate non del mondo ma nel mondo, ci ha detto Gesù.
La chiamata quindi è a operare in questa società e non malgrado questa società.
> Ora, se un grande Papa come Francesco ci sta aiutando mirabilmente a gestire il nuovo che è nella Chiesa, nella società e nella politica invece il nuovo che sta emergendo, a mio parere non ha ancora figure sagge che lo sappiano gestire. > In particolare c’è una cosa che mi disturba molto e, sono sicuro, disturba anche Dio: è il valutare quanto avviene nella società e nella Chiesa istintivamente e non ponderatamente.
Le grosse questioni sociali e religiose non vanno affrontate come se fossimo al bar, dove spesso regna la semplificazione, l’approssimazione e l’incompetenza.
Nelle risposte di pancia, come si suole dire, non c’è mai la soluzione. Oggi, i problemi dell’immigrazione, della convivenza tra religioni, ma anche nel nostro piccolo della nostra Unità pastorale, non vanno gestiti in base a un sentire corporativistico, ma con apertura, razionalità, fede, fiducia nel propri pastori, lungimiranza. Non è la volontà di me singolo o del mio gruppo che deve avere la meglio, ma la volontà di Dio.
> Per concludere, voglio consegnare questo augurio/proposito: impariamo non a reagire ma a rispondere.
Reagire è frutto dell’istinto, rispondere è frutto della riflessione.
Impariamo a tenere coinvolto lo Spirito Santo, menzionato nella seconda lettura: E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito Santo.
Ecco, è esattamente lo Spirito Santo colui che ci offre i giusti criteri con cui muoverci nella complessità del nostro mondo.