Omelia di Domenica 6 Gennaio 2019 – Epifania del Signore
I Magi, cosa mai avranno da dirci personaggi così lontani dalla nostra sensibilità?
Io credo tantissimo.
Una cosa che è ben messa in luce nel racconto evangelico è il loro sguardo, non in qualsiasi direzione, ma verso l’alto.
Dicono infatti: Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti ad adorarlo. Scrutavano l’alto, non il basso: in alto, perché? Perché le notizie più belle vengono dal Cielo, non dalla terra.
Pure la Prima Lettura ci ha detto: alza gli occhi e guarda! Se vogliamo sapere chi è davvero qualcuno, osserviamo la direzione del suo sguardo.
Chi ama, ad esempio, guarda soprattutto in certe direzioni, come chi ha fede guarda in un certo modo: sa vedere nel visibile l’invisibile.
Noi siamo ciò che amiamo guardare.
Nella Bibbia, il profeta Osea riporta questo sfogo di Dio: Il mio popolo, chiamato a guardare in alto, non solleva più lo sguardo (cfr. Os. 11, 7).
Quale può essere allora il messaggio di cui sono portatori questi personaggi tanto misteriosi?
Questo: vivere è camminare coi piedi per terra stando però agganciati al Cielo. Le parole del Vangelo Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva lascia esattamente intendere che era il Cielo e non la terra a guidare il loro cammino.
E allora perché in questo 6 gennaio non chiediamo ai Santi Magi di aiutarci a vivere come loro, di essere cioè un po’ più azzurri come il Cielo e un po’ meno scuri come la terra?
La parola Cielo è entrata talmente nel gergo comune, da andare oltre il suo reale significato. Non diciamo a volte: Mi hai fatto toccare il cielo con un dito / Oh cielo benedetto / Appena gli ho detto quella cosa, apriti cielo, non glielo avessi mai detto?
Io trovo questo frasario molto bello, perché lascia intendere che la vita non ha solo una dimensione terrena ma anche celeste, non è solo terra sotto i piedi ma anche cielo sopra di noi.
E vengo così a ciò che mi preme dirvi questa mattina: c’è un po’ di Cielo nelle nostre vite? E’ il Cielo o la terra che ci dirige?
Sperando di fare una cosa utile, ho pensato di tratteggiarvi brevemente quel tipo di vita, buono/positivo, che è l’effetto di una vita intrisa di Cielo.
1) Non lasciarsi sedurre da cose banali, da piccinerie, da cose basse basse. Che poi significa non ridurre i nostri giorni a beghe, ritorsioni, meschini interessi di bottega. 2) Introdurre nel nostro modo di valutare persone e cose la misura dei tempi lunghi. Solitamente l’uomo ha fretta, Dio ha pazienza. Il bene ha bisogno di tempo, il male di molto meno. A demolire ci metti un attimo, a ricostruire anni e anni. 3) Imparare a vivere la vita parrocchiale come se si fosse in Cielo, cioè senza manìe di protagonismo, godendo della bravura di chi ci è vicino, liberi dall’affanno delle scadenze, mossi solo ed esclusivamente da motivi di bene. 4) Infine, vivere in terra agganciati al Cielo significa abiurare la mediocrità. Fateci caso, i mediocri trovano insopportabile tutto è ciò che è importante: la poesia, la lettura, la riflessione, l’impegno per un ideale, il sacrificarsi per gli altri.
Il mediocre dice: Ma chi te lo fa fare? Ma lascia perdere. Guardiamoci allora dalla mediocrità, perché essa cerca sempre, sperando che non ce ne accorgiamo, di introdursi nelle nostre vite. Se vogliamo sapere se siamo mediocri o no, chiediamoci: noi viviamo puntando al 6 o al 10? Non è un caso che pochi sono i santi e gli eroi, mentre sono folle i mediocri.
Per la Bibbia le persone tiepide sono fra le peggiori.
Penso che conosciate quel passo della Bibbia molto forte che mette in bocca a Dio queste parole: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.
Notate che qui Dio sembra fin preferire chi fa il male a chi per tiepidezza non fa né il male né il bene, chi è un disimpegnato e un gran scansafatiche.
Nella mediocrità poi - e qui mi rivolgo ai ragazzi - ci stanno pure coloro che fanno le cose a metà, coloro che sono buoni solo a metà.
E invece, come disse qualcuno, quando parti per fare una cosa, finché non l’hai fatta del tutto, non tornare indietro.
Santi magi, aiutateci a essere come voi, determinati e coraggiosi. Fateci capire che quando si tratta di incontrare Gesù val la pena compiere percorsi impegnativi.