Omelia di Domenica 10 Novembre 2019 - XXXII del Tempo Ordinario
Anche ai tempi di Gesù ci si interrogava su cosa c’era dopo la morte, se il niente o un’altra vita. E anche allora le opinioni differivano. I sadducei ad es. erano un partito religioso che negava che ci fosse un’altra vita dopo la morte. Gesù non la pensava così. E un giorno si trovarono a discutere proprio di questo argomento. Il Vangelo di questa domenica riporta uno stralcio di quella conversazione. Venne sottoposto a Gesù un caso abbastanza inverosimile, la storia di una donna che rimase vedova 7 volte perché ogni volta che moriva il marito se ne trovava un altro, che a sua volta moriva. Un caso quasi ridicolo col quale questi sadducei volevano ridicolizzare il passaggio dei morti dei morti alla vita eterna. La domanda a Gesù fu questa: se questo Paradiso c’è, questa donna in Paradiso di chi sarà moglie, visto che ha avuti ben 7 mariti? La risposta di Gesù l’abbiamo sentita, di questa risposta sottolineo 2 cose.
La 1^ è là dove Gesù dice come saranno le persone in Paradiso, saranno come angeli dice. Che vuol dire: se andremo in Paradiso, il corpo che avremo non sarà più quello fisico che abbiamo adesso, ma sarà un corpo glorioso, celeste, simile a quello degli angeli. E però pur essendo incorporei, non saremo impersonali, ognuno conserverà la sua personalità. Rimarremo noi, ciascuno nella sua individualità. Saremo come Gesù subito dopo essere risorto, quando appariva agli apostoli passando per le porte chiuse. E Gesù però da risorto mai si presentò come uno spirito o un fantasma. Bene, come lui anche noi una volta in Cielo, la nostra umanità e identità non verrà cancellata.
La 2^ cosa è questa: se Gesù parlò di come saremo nella vita eterna, è segno che questa eternità c’è, cosa non così ovvia nel nostro tempo. Quindi, quando Gesù, la sera prima di morire, disse ai suoi amici Vado a prepararvi un posto è come se avesse detto a ogni uomo e donna della terra: In punto di morte, imparate a dirvi non addìo, ma arrivederci, imparate a dirvi: mi raccomando, aspettami! E io aggiungo: in Cielo, vicino a Gesù, ci sarà anche Maria SS.ma a tenere il posto per tutti coloro, la cui vita terrena è stata più una croce che una gioia.
> Insisto: tutte le cose belle e buone che abbiamo vissuto in questa vita, con la morte non andranno perdute ma rimarranno con noi. Gesù nel parlare del passaggio dalla morte alla vita eterna mai ha decretato la fine degli affetti. E’ vero, nell’eternità non ci si sposerà più, ma l’amore continuerà a essere dato e ricevuto, anzi in Paradiso saremo capaci di amare alla perfezione. Ciò che fin da questa vita è positivo e bello non solo non sarà distrutto, riceverà pienezza. I nostri affetti non verranno annullati. Dio non farà morire nulla di tutto il bello che in questa vita ci ha accompagnato. E’ vero, si direbbe che le cose belle della nostra vita, con la morte, si perdano, in realtà, in Paradiso, ce le ritroveremo ancor più belle. Quando si studia filosofia ci si imbatte in autore francese, M. Blondel, che ebbe a dire su questo argomento: Uno dei miei pensieri più cari è che noi ritroveremo nell’eternità tutto quello che abbiamo ammirato, amato e scarificato in questo mondo.
Nell’omelia che ho tenuto il 2 novembre ho citato di S. Agostino queste parole: Chi muore non scompare nel nulla, ma ci è vicino, resta accanto a noi. I nostri cari agiscono ancora, stanno vicini ai nostri passi. Ci accompagnano. Ci seguono con amore. Non dobbiamo sentirci soli, ma con loro. Agiscono ispirando le nostre menti e pregando per noi. Sciolgono tanti nodi, aprono tante porte. Sono attivi, pur nel silenzio. Sono vicini, anche se invisibili. Sono presenti, pur con discrezione.
E visto che sono in vena di citazioni, voglio terminare riportandovi le ultime frasi che furono sentite sulle labbra di papa Giovanni Paolo II° quando ancora se ne capivano le parole: Signore, nell’ora della morte, chiamami e comandami di venire a Te. VENIRE A TE: questo è sempre stato il mio più grande desiderio. Signore, se ormai è giunto il momento del mio passaggio definitivo a Te, concedimi di affrontarlo con animo sereno. Che bello Signore poterti definitivamente incontrare dopo che ti ho inseguito per tutta la vita.