Omelia di Domenica 22 dicembre 2019 - IV Domenica di Avvento
Di Giuseppe, il padre di Gesù, il Vangelo parla pochissimo e anche là dove ne parla, egli non dice una parola (v. il brano che abbiamo appena ascoltato). E però il nostro brano dice una cosa di lui sulla quale vorrei riflettere con voi questa mattina: era un uomo giusto, così dice il testo. Mi son chiesto: essere giusti alla maniera di Giuseppe cosa vuol dire? Giuseppe era un giusto prima di tutto e principalmente verso Dio. E quando si è giusti con Dio si diviene giusti con tutti. Era molto sensibile a tutto ciò che si doveva a Dio, a tutto ciò che spettava a Dio. Per Giuseppe se c’era qualcosa da sottrarre, mai lo si doveva sottrarre dai propri doveri verso Dio. Il suo pensiero era questo: se Dio è Dio, va trattato da Dio, cioè da n°1, da riferimento primo e ultimo per tutto ciò che facciamo. Ecco allora alcune domande per noi: siamo giusti verso Dio? A Dio cosa diamo? Come diamo? Quanto con Lui stiamo? Se Gesù un giorno disse date a Dio quel che è di Dio, quanto del mio tempo, del mio pregare, del mio cuore, delle mie azioni è per Lui?
Ammettiamolo: verso Dio siamo un po’ ingenerosi, tirchi, non giusti. Forse a Dio ci limitiamo a dare le briciole del nostro tempo. Come posso dare a Gesù col misurino quando Lui ha dato la vita per me? Come posso dare il minimo a chi mi ha dato e mi dà tutto? Come posso dare col contagocce a chi mi ama perdutamente? Come posso cantare in chiesa Tu sei la mia vita, altro io non ho se poi nelle mie giornate, Dio viene sempre dopo le tante altre mie cose? Credetemi, essere credenti è anche un atto di giustizia. Cos’è il 3° comandamento (ricordati di santificare la festa) se non l'invito a dedicarsi a Dio almeno una volta alla settimana? E’ vero, è sempre poco quel che si dà al Signore rispetto a quanto Lui fa per noi, però atti nostri verso di Lui ci vogliono, perché, pur parziali, sono l'espressione dell’amore che gli vogliamo. Io ritengo che ci sia un’asticella al disotto della quale non bisogna rimanere. Quando è in ballo Dio, la parola ‘almeno’ è d’obbligo. Qualche esempio.
> Almeno una volta la settimana vai a Messa (cf. il 3° comandamento).
> Almeno la mattina e la sera intrattieniti qualche minuto con Lui.
> Almeno 1^ volta al mese confessati.
> Sei innanzi a un povero che ti chiede l’elemosina e non hai nulla da dargli? Almeno chiedigli coma sta.
Insomma, con Dio dobbiamo raggiungere almeno il voto 6 per poi avanzare verso il 7, l’8.. Pensate che tanti santi prima di raggiungere la santità erano l’opposto! In breve, per arrivare a godere del pieno gradimento di Dio è dal minimo che si parte. Diceva don Primo Mazzolari: La primavera incomincia con il primo fiore, il giorno con il primo barlume, la notte con la prima stella, la pioggia con la prima goccia, il fuoco con la prima scintilla, l'amore con il primo sogno. Queste parole molto belle ci ricordano che è così anche il cammino della vita: si parte dal poco per arrivare al molto, dal minimo per arrivare al massimo, da qualcosa per te al tutto per te. Vien in mente Gesù quando disse: siate fedeli nel poco e diverrete fedeli nel molto. Così è con Dio: il minimo con Lui, come ci vuole, va oltrepassato se si vuole cogliere la bellezza dell’essere cristiani. Che Dio ci aiuti a non concedergli solo i ritagli del nostro tempo. Tempo fa - e qui mi rivolgo soprattutto a voi bambini - dovetti andare a fare catechismo perché la catechista era rimasta a casa, non stava bene. Eravamo sotto Natale. Ricordo che chiesi ai bambini: Bimbi, in questo Natale riuscite a fare 2 cose esclusivamente per Gesù? Per fare felice Lui? Per amore di Lui? Io so che voi fate cose buone per l’amico o per la mamma o per il nonno. Bene, e una cosa per Gesù riuscite a farla?! Anzi, due, ce la fate!? E’ un proposito che va bene anche per noi adulti e che ci aiuta ad essere giusti alla maniera di Giuseppe. Fare 2 cose solo per amore di Gesù: perché non ci proponiamo questo in vista del Natale?