Omelia di Domenica 12 Aprile 2020 - Domenica di Pasqua, Anno A
Ci interessa che ciò che è morto rinasca? Ci interessa che ciò che è spento si riaccenda? Ci interessa che ciò che è buio risplenda? Bene, la risurrezione di Gesù è stata esattamente questo: un buio diventato luce, una morte diventata vita, una paura diventata speranza. Ecco perché se ci interessa fare una Pasqua vera, occorre che mettiamo nelle mani del Risorto tutto ciò che in noi langue. Allora sì che l’inverno delle frustrazioni e delle paure lascerà il posto a una primavera di energie che ripartono e di speranze che si riaccendono. Pasqua è sapere di non essere nelle mani di nessuno, ma nelle mani amorevoli di un Dio, risorto. Solo se così faremo, potremo dire: sì, anche quest’anno abbiamo fatto Pasqua! E’ dunque un’operazione di consegna di noi a Lui, che il Signore attende da noi. Nel preparare questa omelia, ho pensato di offrivi 3 spunti di riflessione.
> Il 1° lo riassumo così: il Cristo risorto è anche il Cristo che fa risorgere. Se risorgere è un movimento col quale qualcosa da fermo riparte, da morto viene vivificato, bè Dio agisce esattamente così: fa risorgere in noi le piccole e grandi morti che la vita ci fa incontrare. Quindi, Cristo in quanto risorto, fa risorgere. Domanda: riesco a cogliere i segni di ciò che Cristo fa risorgere in me e attorno a me? Nella vita mia e di altri quali sono le esperienze che da morte sono risorte? Ognuno si guardi dentro e si chieda: io sono un risorto o sono una persona spenta? Se Giovanni e Pietro, arrivati al sepolcro il mattino di Pasqua, videro il sepolcro vuoto e le bende per terra, io riesco ad individuare attorno a me i segni attestanti che Gesù è vivo e opera?
> Il 2° spunto di riflessione lo traggo da queste parole del Vangelo: videro che la pietra era stata tolta dal sepolcro. E’ una frase che non va molto d’accordo con l’altra che dice: mettiamoci una pietra sopra. Dunque, c’era una pietra, prima messa e poi tolta. Pasqua ogni anno viene a ricordarci che la pietra fu tolta. Vedete, la tentazione di metterci una pietra su è cosa buona se si tratta di non riaprire inutilmente delle ferite, è invece cosa cattiva se è una tentazione all’insabbiamento, alla non trasparenza, al tacere la verità, al tenere segreto ciò che invece va detto. Diciamo: Gesù aiutaci a resistere alla tentazione di metterci una pietra sopra.
> Il 3° spunto di riflessione riguarda una frase tipica di questi giorni: tutto tornerà come prima. Vengono in mente le parole di Antonia Leonardo che han fatto il giro del web: “Pensiamo a quando torneremo in strada, a quando ci abbracceremo di nuovo, a quando faremo la spesa tutti insieme e ci sembrerà una festa. Pensiamo a quando torneremo a fare stretti l’uno l’altro un selfie, a quando torneremo al bar per un caffè e alle chiacchiere lungo le bancherelle del mercato.” Bè, questo tutto tornerà come prima, pur bello, ha bisogno di una precisazione. Se tutto tornerà come prima sottintende che non abbiamo imparato la lezione e che torneremo allo stesso stile di vita di prima, come se nulla fosse accaduto, bè non avremmo affatto capito la lezione, non avremmo affatto colto l’appello di Dio contenuto nell’emergenza che stiamo vivendo. Chiediamo a Gesù che ci aiuti non a prendere come esempio la ‘risurrezione’ di Lazzaro che tornò alla vita di prima e che arrivò di nuovo a morire, ma la sua risurrezione che portò il suo corpo ad essere qualitativamente diverso dal precedente. Quindi, le parole tutto tornerà come prima non dovranno impedire a questo periodo di emergenza di far fiorire in noi un’umanità e una spiritualità migliore di 2 mesi fa. C’è un'altra frase in circolazione, molto positiva, assolutamente da trattenere, è questa: avevamo dato per scontato troppe cose. E’ proprio così: questi giorni ci stanno facendo accorgere che avevamo dato per scontato gli amici, gli abbracci, le strette di mano, che avevamo dato per scontato il valore dell’anziano, della professione medica e infermieristica, che avevamo dato per scontato il valore della scienza e del trovarci in salute, che avevamo dato per scontato l’andare a Messa, l’importanza dello spazio domestico e la differenza tra necessario e superfluo. Avevamo dato per scontato la bellezza dei social, se usati bene. E mi fermo.
Formulo così il mio augurio di buona Pasqua:
Gesù, la forza della tua resurrezione ci raggiunga e risusciti in noi una vita più di qualità,
più essenziale, più umile e un pò più agganciata al Cielo.