Omelia di Domenica 10 Maggio 2020 - V Domenica di Pasqua, Anno A
Questa mattina abbiamo davanti una delle pagine più belle del Vangelo, una pagina che ci porta all’ultima sera terrena di Gesù: il Signore è a cena coi suoi amici, i quali sono tristi per quanto sta per accadere al loro maestro. E’ per questo che il Signore rivolge loro parole cariche di tenerezza, fiducia, speranza. Provo a dire qualcosa su alcune delle affermazioni di Gesù.
> Le parole di apertura di Gesù sono state queste: Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Qui fede sta per fiducia. Gesù è come se avesse detto: abbiate fiducia in Dio e abbiate fiducia anche in me. La fede nella sua sostanza è fiducia, è fidarsi e affidarsi. E allora, solo se capiamo cos’è la fiducia riusciamo a farci un’idea giusta di fede.
Fateci caso, ogni giorno, per andare al lavoro, per mangiare, per muoverci, per fissare un appuntamento, noi ci fidiamo. Noi non ce ne accorgiamo, ma noi ci affidiamo continuamente agli altri: al medico che ci cura, al muratore che costruisce la nostra casa, al pizzaiolo che ci prepara la pizza, al pilota che ci porta da Bologna a Londra, alla banca che gestisce i nostri soldi. Diamo fiducia non perché lo vogliamo, non perché davvero ci fidiamo, ma perché non è possibile far diversamente. Non è forse vero che quando siamo al ristorante, a volte ci vien da dire: non vorrei essere in cucina a vedere come preparano il cibo! E non è nemmeno vero che la fiducia la si dà solo alle cose serie, la fiducia si dà a tutto e tutti. Il semplice chiedere un favore è fiducia che dai. Anche nell’amore è così: non è completo quell’amore che non diviene fiducia. Amarsi non è solo un abbraccio o un dirsi ti amo, ma darsi fiducia e stima. La forza e la bellezza della fiducia la sperimentiamo quando qualcuno si fida di noi. Non è bello quando qualcuno scommette su di noi! Nelle relazioni, ricevere fiducia è una delle conquiste più belle. Le relazioni tra le persone toccano le vette più alte non quando producono un sorriso o una gentilezza – certamente! - ma ancor più quando sono intrise di fiducia. Amarsi è stimarsi, amarsi è apprezzarsi. Chi stima poco, ama poco. Scusate se insisto: i momenti più belli della vita sono, certamente, quelli in cui facciamo del bene o lo riceviamo, ma lo sono ancor più quelli sostanziati di stima e fiducia. In breve la fiducia è il sale della vita. Se non ti fidi, non vivi, se non ti fidi hai sempre paura, se non ti fidi sei sospettoso. Quando invece è in circolo la fiducia, tutto diviene più bello e gratificante. Bene, quando tutto questo che ho detto è dentro il nostro rapporto con Dio, prende il nome di ‘fede’. Dunque, la fede è una questione di fiducia.
> Passo ora alla frase-chiave del brano: Disse Gesù: io sono la via, la verità e la vita. Via, verità e vita. Gesù è sta roba qui: Egli è via, è vita, è verità.
Gesù via > Perché abbiamo bisogno di una via che si chiama Gesù? Perché tante (troppe) volte nella vita ci troviamo come ad un bivio, dove non c’è nessuna segnaletica che ci indichi la strada. Gesù oltre ad essere la meta, è la strada.
Gesù vita > Perché abbiamo bisogno di una vita che si chiama Gesù? Perché è un attimo spegnersi, perdere vitalità, intristirsi e allora c’è bisogno di tenere continuamente sotto carica le nostre esistenze.
Gesù verità > Perché abbiamo bisogno di una verità che si chiama Gesù? Perché la vita è talmente complessa che non riusciamo da soli a distinguere ogni volta il vero dal contraffatto, la sincerità dalla falsità, l’essenziale dal superfluo, ciò che resite al tempo da ciò che si usura col tempo.
Gesù, ogni volta che ci vedi alla ricerca di una vita,
di una verità e di una via che non sei Tu, ti
autorizziamo a raggiungerci e a riportarci da Te.