Omelia di Domenica 31 Maggio 2020 - Domenica di Pentecoste
Lo abbiamo appena sentito: 50 giorni dopo la Pasqua, su Maria e gli apostoli riuniti, scese lo Spirito Santo riempiendoli di coraggio. Quell’effusione li trasformò, ce lo ha appena ricordato la 1^ lettura: La gente era stupita e diceva: Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi li sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti, Romani... eppure li udiamo parlare nelle nostre lingue. Cos’era avvenuto? Che quella gente, pur se di nazionalità e lingua diverse, riuscì ugualmente a comprendere le parole degli apostoli. Gli apostoli divennero capaci di parlare la lingua dei loro ascoltatori: come mai ciascuno di noi li sente parlare nella propria lingua nativa? Vedete, dietro a questa domanda ci sta un insegnamento prezioso: il messaggio cristiano è sorto per venire compreso da tutti i popoli, culture e razze. Il cristianesimo ha una vocazione universale, contiene una luce e un’ispirazione che tende a fare breccia in tutte le culture, senza annullarle, anzi perfezionandole.
Faccio un esempio: il cristianesimo è presente in Europa, in Iraq e nelle Filippine, 3 zone del mondo molto diverse tra loro. Bene, il Vangelo, arrivando in queste terre non ne annullò i costumi e le culture, bensì li accolse e li perfezionò. Ecco perché in Iraq, Europa e Filippine il Vangelo è all’opera da secoli ma le culture di queste 3 nazioni sono rimaste nella loro specificità e diversità. Conclusione: il Vangelo ha, certo, una sua proposta di vita, ma tale proposta si salda col contesto culturale locale, aiutandolo a fiorire al meglio. Un esempio è la Messa: non è forse vero che ci sono differenze tra le Messe in Africa e le Messe nostre? Eppure è sempre lo stesso Cristo ad essere in azione. Bene, il giorno di Pentecoste, le persone radunate compresero nella propria lingua e cultura quanto gli apostoli andavano dicendo. E fu questa cosa più che le lingue di fuoco, il vero miracolo di quel giorno.
> Detto questo, c’è una conseguenza da segnalare: i cristiani non hanno l’esclusiva di Gesù. Gesù è di tutti, di chi crede e di chi non crede, dei giusti e dei peccatori. A me è accaduto di consigliare a dei non credenti e a persone di altre religioni di leggere il Vangelo di Gesù. Un non credente può rimanere non credente e ugualmente trovare illuminanti certe parole di Gesù. Un induista può rimanere induista e ugualmente sentirsi profondamente toccato da certe pagine del Vangelo. Nessuno cristiano può menar vanto di possedere Gesù, lo ripeto: Gesù è libertà, non ha le mani legate, Lui è di tutti e per tutti, non si lascia sequestrare. Egli è venuto perché ha un bene per tutti e non a caso ha dato la vita per tutti. Gandhi non era cristiano ma quanto apprezzava Gesù, adorava il discorso della montagna, quello riportato nei capitoli 5/6/7 del Vangelo di Matteo. Quindi, uno non deve dire: cosa può dire a me uno come Cristo, visto che non sono cristiano? Domanda sbagliata: Cristo non ti aiuta perché sei cristiano o non lo sei, ti aiuta e basta. Cristo per poterti incontrare non ti domanda il tesserino della tua religione, Egli così come sei e con i valori che hai, si offre a dare senso alla tua vita. Un ateo che medita il Vangelo non solo non è una contraddizione, io dico che è uno che ha capito tutto. Sto dicendo queste cose perché se state seguendo attentamente la liturgia di oggi, festa di Pentecoste, noterete che è tutto un rincorrersi di parole tipo tutti i popoli, ogni nazione, il mondo intero, l’universo. Si tratta di un frasario non casuale, che dice l’orientamento di Gesù verso il cuore di ogni persona che è sulla faccia della terra. Certi paesini della nostra Italia hanno ancora nella piazzetta centrale una fontana la cui acqua serve per molti usi. C’è chi la usa per dissetarsi, chi per lavarsi la faccia, chi per metterla in un secchio e portarla a casa... i ragazzi la usano per giocare e bagnarsi a vicenda. Così è Gesù: c’è chi va da Lui per fede, chi va da Lui per attingere sapienza, chi va da Lui come ultima spiaggia. E Lui a ognuno offre cose buone.
Gesù, grazie allo SS, è molto bello che Tu, pur ritenendo noi cristiani
i tuoi prediletti, non lasci fuori nessuno dal tuo cuore