Omelia di Domenica 7 Giugno 2020 - Santissima Trinità
Nel pensare a questa mia omelia mi son chiesto: se oggi è la domenica della SS.ma Trinità, a chi mai interessa un simile argomento? Che Dio sia insieme una e tre persone (Padre, Figlio e Spirito Santo) quanto mi tocca? Quanto ci riguarda? Il sapere che Dio è uno e trino non è una verità un po’ astratta e lontana dalla nostra sensibilità? Mi son detto allora: devo mettercela tutta per far comprendere a chi mi ascolta che invece riflettere su Dio Trinità non è affatto tempo perso.
1) E ho pensato di farlo raccontando una storia vera, porti pazienza chi l’ha già sentita. Tanto tempo fa, un prete della Puglia, don Vincenzo, cappellano degli zingari, nell’omelia del giorno della Santissima Trinità, cercò di spiegare ai suoi zingari come fosse possibile per Dio essere 1 e 3 persone nello stesso tempo. Disse più o meno così. Per capire come l'unico Dio sia insieme una e tre persone, non dovete fare 1 + 1 + 1 che fa 3 ma 1 x 1 x 1 che fa sempre 1. E continuava: per capire Dio bisogna ricorrere non all’addizione ma alla moltiplicazione. Cioè, in Dio non c'è una Persona che si aggiunge all'altra e poi all'altra ancora; in Dio ogni persona è per l'altra. E sono talmente una per l'altra da formare un unico Dio. E’ come quando 2 sono talmente abbracciati da non capire dove finisce il corpo dell’uno e dell’altro. E se Dio è un tutt’uno, quando agisce, tutti e 3 sono in azione, il Padre, Figlio e Spirito Santo. Non solo, ma quanto Padre, Figlio e Spirito Santo agiscono a nostro favore, donano a noi la loro unità, la loro intesa, la loro amicizia, il loro vivere abbracciati. Ora, se le cose stanno così, non si dica che la Trinità è qualcosa che non ci riguarda. Ecco, fu questa più o meno la predica di don Vincenzo. Vi confesso che quando venni a sapere di questa omelia mi gasai tantissimo, perché fu un’omelia molto indovinata. Quand’ero bambino, il mio parroco ci spiegava la Trinità utilizzando l’immagine del trifoglio, la piccola pianticella con 3 foglioline. Tiriamo allora una 1^ conclusione. Visto che un po’ tutti siamo specialisti nel dividerci (si dividono i matrimoni, si dividono le comunità, si dividono le amicizie) oggi è il giorno giusto per pregare così: O Dio, Tu che sei non un solitario ma una comunità di amore, rendi le nostre famiglie unite come siete voi tre. Deponi nelle nostre case il seme dell’unità, il germe dell’armonia, il lievito della fraternità.
2) Faccio ora un passo avanti: c’è incastonata nel Vangelo una perla che vorrei estrarre e far brillare il meglio possibile: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Gesù. In questa frase è fondamentale il verbo dare. Dare è il verbo dell’amore. Amare è dare e darsi, donare e donarsi. Se vuoi amare non puoi prescindere dal verbo dare. Attenti però: se non si può amare senza dare, si può dare senza amare. E mi spiego. Quante volte si fa l’amore senza amore, quante volte si dicono parole di cortesia senza cortesia, Quante volte si dicono parole di tenerezza senza cuore, quante volte si danno 2 euro a un marocchino più per toglierselo di mezzo che per amore. S. Paolo arrivò a dire: Se dessi tutti i miei beni ai poveri ma non avessi l’amore, non sarei nulla. Insomma, è possibile dare senza amare, è possibile una carità senza carità, è possibile salutarsi solo per educazione. Diceva E. Fromm: non è ricco chi possiede molto ma chi dona molto. Dev’essere però un donare volentieri, un donare del cuore, convinti che la vita è fatta per essere donata, non per essere trattenuta. Ricordo che quand’ero in Seminario per prepararmi a diventare prete, un mio educatore (un prete) spesso ci diceva: ragazzi, vi state preparando ad amare tutti senza possedere nessuno? E aggiungeva: Sappiatelo, amare è l’unico modo con cui un prete sa vivere. Chi è il cristiano? Un innamorato! Un innamorato di Dio, delle persone e del bene che deve testimoniare.
Concludo con un particolare importante. La frase Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio dice una cosa molto bella di Dio. Dice che Dio non solo ha dato, ma ha dato il meglio di sé, il meglio che può possedere un padre, il proprio figlio. Non c’è amore più grande di chi dona il meglio che possiede. Bè, Dio ha fatto così, ci ha regalato il suo Figlio Gesù. Non ci resta allora che pregare così:
O Dio, tu che sei una comunità d’amore,
aiutaci a fare tutto per amore e niente senza amore.