Omelia di Domenica 21 Giugno 2020 - XII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima. Così ci ha appena detto Gesù, il quale parlando in questo modo non solo attestava l’esistenza dell’anima ma faceva pure intendere che l’anima è prioritaria rispetto al corpo. In un’altra occasione Gesù disse: A che serve se guadagni il mondo intero se poi perdi l’anima? Tra i diversi spunti di riflessione che offre il Vangelo di questa domenica, ho scelto questo perché tocca un nervo scoperto di questa nostra società che preferisce il corpo all’anima. E la cosa non va bene. Oggi, per tanti, l’obiettivo è poter avere un corpo palestrato, bello, prestante, seducente. Ora, pur non negando il valore del corpo, noi cristiani abbiamo il dovere di dire senza tentennamenti che senza l’anima la persona va in frantumi. Purtroppo c’è gente che fa di tutto per non incontrare la propria anima e vive come se non l’avesse. Provo a dire un paio di cose sul valore dell’anima.
> Una premessa innanzitutto: la vita non coincide con quel che si vede. Ciò che si vede non è tutto. Esiste in ognuno un luogo sacro, non raggiungibile dagli occhi, ma che è la parte migliore di sé. Quando il Vangelo racconta del figlio prodigo e dice: rientrò in se stesso, lascia intendere che sto giovane bussò alla porta della stanza più interiore di lui e vi entrò, e in questo modo prese il via il suo ravvedimento. Questa stanza era la sua anima ed è la stanza più importante di ogni persona: vi possiamo accedere sempre e una volta entrati ci sentiamo a casa, perché lì troviamo le cose più significative di noi (gioie e tristezze, sogni e fallimenti, peccato e perdono, Dio e il suo amore per noi). L’anima è la zona di noi dove possiamo fare il punto ed essere illuminati in modo da prendere le decisioni giuste. Come in casa nostra ci sono luoghi o angoli più cari di altri, così è l’anima nella persona. E’ l’angolo in cui siamo veri e non costruiti, dove ci fermiamo a riflettere, dove ci rifugiamo dopo essere stati trattati male, dove ci mettiamo a tu per tu con Dio e ci sfoghiamo con Lui. E’ l’angolo dove non veniamo rifiutati pur avendo infranti i nostri voti ed è pure l’angolo dove Dio può passare e riposarsi. Ho sentito un sacerdote dire: se paragoniamo Dio ad un oceano, l’anima è una goccia di quest’oceano presente in tutti.
1) Ho detto prima: l’anima è invisibile. E’ vero, tuttavia sappiamo dove è nascosta: è nascosta soprattutto negli occhi. Non si dice giustamente che gli occhi sono lo specchio dell’anima? Non è un caso che non ci sia sempre facile guardare negli occhi le persone o farci guardare negli occhi. Diciamo pure allora che l’anima è invisibile, tuttavia ci sono espressioni del corpo che attestano la sua presenza: per esempio, stare in ginocchio o abbracciare qualcuno o avere una lacrima che ci scorre in viso sono tutte espressioni del corpo, mosse dall’anima.
2) Ma c’è di più: il Vangelo dice anche che il corpo può venire ucciso ma non l’anima. E’ proprio così: l’anima non conosce morte. Quando il corpo muore, lei non muore, lei rimane. Non è soggetta allo spazio e al tempo. Nessun coltello può tagliarla a pezzi, nessun fucile può annientarla, nessun fuoco può bruciarla. Non c’è acqua che possa bagnarla né vento che possa inaridirla. Quando moriremo, andrà nella tomba il corpo, non l’anima.
Nel concludere, voglio tornare sul rapporto corpo - anima. Se abbiamo la gola infiammata o una gamba rotta ecco che medicine o ambulanze ci soccorrono, non facciamo altrettanto per i dolori dell’anima. Non tutti capiscono o s’accorgono dei dolori dell’anima quali la solitudine, le umiliazioni, le malinconie, i tradimenti.
Gesù, un corpo sano va bene, ma anche un’anima sana ci occorre. Aiutaci ad avere cura della nostra vita interiore. Soprattutto fa capire ai ragazzi che è curando l’anima che ne trae vantaggio la loro vera crescita.