La mia omelia, stamattina, prende le mosse dalla 1^ lettura della Messa che contiene lo sfogo di un importante uomo di Dio, il profeta Geremia. Cito un passaggio delle sue parole: Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Mi colpiscono le 2 parole fuoco ardente: indicano che in Geremia, nonostante tutto quello stava passando, non si era affatto spenta la passione amorosa per Dio. Vengono in mente le parole che il pomeriggio di Pasqua dissero i 2 discepoli di Emmaus riguardo al loro incontro con Gesù: Non ci ardeva il cuore in petto mentre ci spiegava le scritture? Vien da chiedersi: noi credenti sappiamo mostrare, come Geremia e i 2 discepoli, che Dio seduce ancora? Sappiamo mostrare che Dio sa ancora catturare i cuori? Sappiamo mostrare che Dio sa ancora intercettare i desideri più veri delle persone? Queste domande hanno poi una conseguenza: vivo la vita cristiana solo come un dovere o anche e soprattutto come slancio, passione, seduzione direbbe il nostro profeta?!
Vi racconto un episodio. Era il 9 aprile 1967, Martin Luther King durante un celebre discorso in una chiesa ebbe a dire: Se vi toccasse di fare gli spazzini, dovreste andare e spazzare le strade nello stesso modo in cui Michelangelo dipingeva le sue figure. Dovreste spazzare le strade come Handel e Beethoven componevano i loro brani musicali. Dovreste spazzare le strade nello stesso modo in cui Shakespeare scriveva le sue poesie. Insomma, dovreste spazzarle talmente bene da far dire a tutti gli abitanti del cielo e della terra: "Qui ha vissuto un grande spazzino che ha svolto bene il suo compito". E’ molto chiaro il messaggio di M.L. King: fare al meglio il proprio dovere. Siamo chiamati a lasciare questo mondo un po’ meglio di come lo abbiamo trovato. E perché questo avvenga, non basta fare il bene, occorre farlo con quella passione che aveva il profeta Geremia. In altre parole, il senso del dovere ci fa compiere le cose che dobbiamo fare, ma è l’amore che ce le fa compiere bene. Fare il dovere per puro dovere è davvero pochino. Qualcuno molto giustamente ha detto: il dovere ci fa fare bene le cose, ma è l’amore che le rende belle. Fateci caso: il dovere appartiene alle cose di tutti i giorni e non alle cose straordinarie. Bè, non so voi, ma io sono dell’idea che sia preferibile essere persone per bene che eroi, perché? Ma perché eroi lo si è solo in certe circostanze, persone per bene lo si deve essere sempre. Quand’ero in Seminario un don mio educatore amava dirci: Fare ogni giorno e bene il proprio dovere val più dell’eroismo. Se diamo uno sguardo alla storia vien da dire: nel mondo ciò che di grande viene fatto, è grazie alla passione. Il vivere mediocre è un vivere senza passione. Chi sempre s’accontenta non osando mai è perché non è abitato da alcuna passione. Se ognuno di noi adesso pensa alle cose che ha fatto con passione converrà che son state sempre cose in cui la fatica o la difficoltà non sono state un problema. Chi lavora con passione non sente la fatica.
Gesù come ci piacerebbe assomigliare al profeta Geremia! Avere cioè una fede appassionata come la sua! Potessimo anche noi dire della nostra fede: ‘nel mio cuore c’è come un fuoco ardente.’ Gesù, te lo chiediamo con tutto noi stessi: aiutaci a vivere un cristianesimo non solo dovere ma anche passione, non solo osservanza fedele e diligente, ma anche slancio e freschezza.