Omelia di Domenica 22 novembre 2020 - Gesù Cristo Re dell'Universo - Tempo Ordinario, Anno A
E’ davanti a noi una delle pagine più belle del Vangelo: Gesù attraverso una parabola ci dice cosa avverrà alla fine del mondo. E cosa avverrà? Che tutti verremo giudicati con un giudizio che verterà sull’attenzione che avremo avuto verso le persone più bisognose. Se avete seguito la lettura del Vangelo avrete notato che Gesù mette in campo una successione di 6 verbi: sfamare, dissetare, accogliere, vestire, visitare, fare compagnia. Bene, il Paradiso verrà dato a chi metterà in pratica questi 6 verbi. Li analizzo uno a uno.
Sfamare > Si ha fame di pane, ma anche di un senso da dare alla vita. A che serve una buona pizza se il cuore è gonfio di tristezze! A che serve una tavola imbandita delle migliori vivande se chi è a tavola non ha voglia né di vivere, né di scambiare qualche parola? Se ci manca la pace in cuore o in famiglia, anche i cibi più buoni li mangiamo mal volentieri. Non diciamo a volte: Son talmente giù di corda che m’è passata la voglia di mangiare. Recita un proverbio: Se hai 2 soldi, compra con il 1° un pezzo di pane e col 2° un fiore. Il pane ti farà vivere, il fiore ti darà una ragione per vivere.
Dissetare > Anche qui, sì, c’è la sete di acqua ma c’è pure una sete più profonda: la sete di felicità, di amore, la sete di Dio. Disse Gesù un giorno: Se qualcuno ha sete venga a me e beva. Noi cristiani siamo chiamati a offrire quell’ acqua che più di ogni altra disseta e che ha nome Gesù. Certi paesini della nostra Italia hanno ancora nella piazzetta centrale una fontana la cui acqua serve per molti usi. C’è chi la usa per dissetarsi, chi per lavarsi la faccia, chi per metterla in un secchio e portarla a casa… i ragazzi la usano per giocare e bagnarsi a vicenda. Così è Gesù: c’è chi va da Lui per fede, chi va da lui per attingere sapienza, chi va da lui come ultima spiaggia. E Lui disseta tutti.
Accogliere > Accogliere = voce del verbo ospitare, aprire la porta, fare spazio, ascoltare, farsi da parte per fare posto a un altro, aprire le braccia. Accogliere è dire: Che bello vederti! O la nostra è una fede accogliente o fede non è.
Vestire > Mentre noi quando apriamo il nostro guardaroba non sappiamo cosa scegliere tanto vestiario c’è, c’è invece chi ha solo 2 vestiti in tutto e quando non indossa l’uno indossa l’altro. Ma anche qui, dare un vestito non si riduce al solo dare un indumento. Nel dare un vestito a chi non l’ha tu fai tornare il sorriso sul volto di chi lo riceve. Visto che tanti ragazzi amano indossare scarpe firmate, sentite questo brevissimo raccontino. Mi lamentavo di non avere le scarpe firmate. Poi, passando davanti a un supermercato vidi un uomo senza gambe. Cessai di lamentarmi.
Visitare > Visitare è un verbo rispettoso, leggero, perché chi fa visita non impone la propria presenza per un tempo prolungato. La visita ha un tempo prestabilito: inizia e finisce. La visita proprio perché di breve durata non riempie di sé lo spazio dell'altro. Fare visita è l’amore sobrio, non ingombrante, non totalizzante.
Stare in compagnia > Per il Vangelo l’opposizione non è tra vivere e morire e nemmeno tra vincere e perdere, ma tra vedersi dimenticati/rifiutati o al contrario accolti e abbracciati. Sono questi due atteggiamenti a rendere la vita felice o triste, fallimentare o riuscita. La cosa maledetta del virus che ci sta attaccando è proprio la sua capacità di annullare le relazioni, impedire la vicinanza, proibire gli abbracci. E’ come se ci dicesse: vi voglio distanti, non vicini; vi voglio divisi, non uniti e tutto questo è anti-Vangelo. Che Dio ci aiuti a gestire al meglio questa prova.
Concludo: Gesù se hai messo in campo questi 6 verbi per noi,
aiutaci a metterci al servizio di queste 6 tue indicazioni.