Omelia di Domenica 20 dicembre 2020 - IV Domenica di Avvento
Di nuovo, come l’8 dicembre, abbiamo davanti il racconto evangelico dell’annuncio a Maria dell’arrivo di Gesù. Ho pensato di soffermarmi su 5 passaggi del dialogo ‘Angelo - Maria’.
Rallegrati – E’ con questa parole che l’Angelo dà il via al dialogo. Rallegrati sta per gioisci, esulta, sii felice! E indica che in Dio l’accento non è su ciò che avvilisce, ma su ciò che dà gioia. L’Angelo, dicendo rallegrati, è come se avesse detto: Maria, sappilo: Dio non è paura, è gioia; Dio non è un dito puntato, è un abbraccio; Dio non è un volto accigliato, ma un volto favorevole.
Piena di grazia - Maria fu scelta non perché era piena di sé, ma piena di Dio. Il miglior commento di queste parole è di San L. Maria de Monfort: Dio ha raccolto tutte le acque e le ha chiamate mare; ha raccolto tutte le grazie e le ha chiamate Maria.
Il Signore è con te - E cioè: Maria, Dio non si concepisce separata da te, Dio senza di te si sente più povero. Lasciate che ve lo dica: le altre religioni non hanno un Dio come abbiamo noi, un Dio che a Maria e a ciascuno di noi dice: non mi concepisco senza di te, tu sei la ragione del mio vivere.
Non temere Maria! Dovrei avervelo già detto: i biblisti hanno contato quante volte nella Bibbia c’è l’espressione non avere paura! Ne è venuta fuori una cifra molto curiosa, fin misteriosa: 365 volte, proprio come 365 sono i giorni dell’anno. E’ come se ogni giorno la Parola di Dio raggiungesse il nostro risveglio mattutino con questo particolare buon giorno da parte di Dio: non avere paura! Tutte le mattine Dio ci dice: non avere paura! Mica male in questi tempi di covid. Non temere sta per non gettare la spugna; non accettare di arrenderti; sappi che il mondo è destinato a precipitare in Dio, non nel baratro. Insomma, Dio non ci vuole nella paura anche perché sa che la paura è più contagiosa di un virus, la paura rende egoisti, ci fa ripiegare. Non si dovrebbe mai agire per paura, per prudenza sì, ma non per paura. Se hai paura, sei bloccato e non vai avanti, se hai paura non ti sposi, non ti fai prete, non inizi mai nessuna avventura, non fai nessuna scelta coraggiosa. Sentite questa storiella. Noi camminiamo con 2 cagnolini al guinzaglio: uno è la paura, l’altro è la fede. A seconda di quale dei 2 nutriamo di più, uno più dell’altro crescerà, si farà sempre più forte, tirandoci sempre più dalla sua parte. Verifichiamo a quale dei 2 cagnolini diamo più da mangiare.
> E vengo alla 5^ parola: sorpresa, una parola non presente nel brano, ma presente nel suo significato. Maria non aspettandosi per nulla quanto stava udendo, rimase turbata, dice il testo. Ora, il sorprendersi di Maria ci ricorda che non tutti i giorni sono uguali. Ci sono giorni nei quali ci accadono incontri o esperienze, capaci di renderci la giornata speciale se non unica. Un nemico della sorpresa è l’abitudine, la quale ci chiude occhi e cuore alle meraviglie che Dio dispone per noi. Che brutto, ad esempio, che in famiglia ma anche altrove, ci si abitui alla presenza dell’altro, senza mai sorprendersi. Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa, i suoi occhi sono spenti. Se viviamo giorni tutti uguali, occorre prendere provvedimenti. Chi dice: in casa mia non succede mai niente di speciale, sappia che certe cose devono essere fatte succedere. Aiutiamoci a sorprenderci. Oggi, specie tra noi adulti, non ci si esalta più per nulla, siamo solo capaci di brontolare. Il brontolio deprime, lo stupore invece è caricante. Se avessimo gli occhi dei bambini, saremmo più capaci di meravigliarci. Un esempio: in famiglia vengono ricordate certe date? La data del proprio matrimonio o di qualche matrimonio amico, la data di nascita o di battesimo dei figli, il compleanno del nonno, un anniversario particolarmente caro,.. E quando queste ricorrenze arrivano, occorre viverle non come giorni normali: si potrebbe andare a Messa quel giorno o invitare a casa qualcuno o comunque facendo qualcosa di particolare. In casa, sul calendario, i giorni più significativi, segniamoli con un cerchietto, perché non passino inosservati.
Maria santissima, tu che ti sorprendesti all’annuncio dell’angelo, aiutaci a meravigliarci. Anche noi così, all’arrivo di belle notizie, sapremo essere come te, pronti a dire il nostro ‘eccomi’.