Omelia di Giovedì 24 dicembre 2020 - Vigilia di Natale
Sbaglia chi pensa che nasciamo una volta sola. Per chi vuole vivere bene, l’esistenza è piena di nascite.
> Nasciamo molte volte durante l'infanzia, quando ogni scoperta e ogni novità ci aprono alla meraviglia.
> Nasciamo lungo i viaggi che facciamo in Italia e all’estero quando le cose nuove in cui ci imbattiamo ci aprono nuovi orizzonti.
> Nasciamo lungo gli anni, quando tra successi e fallimenti, ci trasformiamo e maturiamo.
> Nasciamo anche in età avanzata, quando le forze, sì, vengono meno, ma nel contempo nasciamo ad una visione della vita più sapiente.
> Nasciamo quando ci scopriamo amati e capaci di amare: amare è una nascita continua perché è un continuo nascere e crescere di sentimenti forti e coinvolgenti.
> Nasciamo nel pianto, nel dolore e nella malattia: sono questi i nostri grandi maestri di vita, che ci donano una visione più completa della vita.
> Nasciamo quando preghiamo e ci doniamo agli altri. Nasciamo nel perdono e nel conflitto. Nasciamo nel silenzio e illuminati da certe parole. Nasciamo nella condivisione e nel portare a termine un impegno. E soprattutto nasciamo e sempre più diventiamo belli quando ci collochiamo dentro il cuore di Dio. Ebbene, Gesù è nato per dare successo a tutte queste nascite. Se il Natale profuma di vita appena nata, tale profumo è a nostra disposizione ogni volta che nella nostra esistenza c’è da rinascere, da risorgere, da ripartire. Diciamo allora: Gesù, insegnami a nascere: a nascere quando l’avvilimento mi prende; a nascere quando mi mancano le forze per il passo successivo; a nascere quando pur impegnandomi non raccolgo nulla; a nascere quando non so abbandonarmi in te.
* C’è poi una 2^ verità che ci consegna il Natale, la descrivo così: noi non siamo solo quel che siamo, perché siamo tutti esseri in corso d'opera; siamo tutti chiamati a nascere, sempre di nuovo. Due giorni fa parlavo con 2 mamme in attesa, a tutte e 2 nei prossimi giorni nascerà un figlio. Accanto avevano i loro mariti. Bè, credetemi, parlando con loro ho colto nei loro occhi qualcosa di molto bello che descrivo così: quando nasce un bimbo nascono anche il papà e la mamma. Ecco perché aveva ragioni da vendere P. Neruda a dire: E’ per rinascere che siamo nati. Ogni giorno. E non è tutto: la nascita di Gesù ci ha donato pure il perché si nasce, perché non è sufficiente nascere, ci occorre sapere il perché. Non basta essere al mondo, io devo sapere perché sono al mondo. Bene, questo perché ce lo è venuto a portare Gesù, o meglio Lui è il perché vero della nostra vita.
* E vengo a una 3^ verità che il 25/12 ci consegna: il Natale, trattandosi di una nascita, di un inizio, ci ricorda che nella vita non c’è solo l’agonia ma anche il parto. Si muore, certo, ma si nasce anche. Natale è avere un debole e commuoversi per le nascite, gli inizi, i germogli. Il Natale ci chiede di essere complici di tutto ciò che di bello nasce e di dare valore a tutto ciò che prende il via: al germoglio e non solo al fiore, all'aurora e non solo al pieno giorno, all’embrione e non solo alla vita già nata, all’alba e non solo al tramonto. E’ facendo così che si è persone natalizie, cioè di speranza. Se il Natale ha al suo centro un bimbo, cos’è un bimbo se non una promessa, una prospettiva, un investimento, una scommessa!? Ecco perché, torno a dire, essere persone natalizie è essere persone di speranza, che credono nel futuro. E le restrizioni a cui dobbiamo attenerci per la pandemia, non hanno la forza di abbattere le cose più belle che l’arrivo di Gesù ha portato: l’amore per la vita, le speranze che non si spengono, la forza per ricominciare ogni volta.
Gesù grazie perché ogni anno metti a nostra disposizione il tuo Natale per far sì che le nostre vite rinascano ogni volta che occorre e ogni volta che c’è da ripartire.