Omelia di Mercoledì 6 Gennaio 2021 - Epifania
I Magi, cosa mai avranno da dirci personaggi così lontani dalla nostra sensibilità? Io credo che abbiano molto da dirci e adesso, aiutato dal Vangelo appena ascoltato, cercherò di mettere in luce alcuni aspetti interessanti di questi misteriosi sapienti.
Il 1° > Mi piace vedere nel lungo e difficile viaggio dei Magi un appello a essere persone come loro, aperti, coraggiosi, non sempre e solo appollaiati nei propri orticelli di casa. Dio attraverso i Magi viene a dirci: abbatti le tue pigrizie, allarga i tuoi orizzonti, apri le finestre della mente e osserva quanto il Cielo e la vita hanno di bello, di sano e di costruttivo da offrirti.
C’è per tutti un rischio, il provincialismo! Il provincialismo è l’atteggiamento di chi, vivendo in un ambiente piccolo, isolato e circoscritto, senza contatti con ambienti culturalmente più aggiornati, vive credendo che il suo piccolo mondo sia il mondo intero, e così vive con visuali ristrette, di provincia, fin meschine. Bene, c’è pure il provincialismo religioso: è quello di chi crede che il suo piccolo orticello parrocchiale le o il suo gruppo ecclesiale sia il tutto, e mai si misura con tutto il bello che Dio opera anche al di fuori di quanto egli vive. Ecco perché per un cristiano e una comunità cristiana è importante l’amicizia con qualche missionario: è un aiuto a rimanere persone aperte e con orizzonti ampi. Mi sembra che i Magi ci dicano: non frequentare sempre e solo chi la pensa come te! Non ti deve bastare ciò che accade nei pressi di casa tua, bella fin che vuoi, sappi che c’è un oltre, dove anche lì Dio abita e da lì ha qualcosa per te.
2^ cosa - Mi rivolgo ai giovani presenti: molti film e dipinti raffigurano i Magi come persone mature, con tanto di barba bianca, ma questo non è scritto nel Vangelo: io dico che se la loro impresa fu davvero così ardua, probabilmente erano persone giovani; un anziano non avrebbe retto a tanta tribolazione. Ecco perché dico: è una tragedia quando i giovani non vogliono cambiare il mondo. Io ritengo che essere giovani e non coltivare sogni sia una contraddizione. Sta qui una delle ragioni per cui ci troviamo, su iniziativa del Papa, nell’anno di S. Giuseppe, l’uomo che credette nei sogni. Ho sempre ritenuto che essere giovani fosse sinonimo di essere rivoluzionari, una rivoluzione chiaramente evangelica, non politica. Io auspico che un giovane credente sia una spina nel fianco di noi adulti, per evitare che si scada in un cristianesimo stanco.
3^ cosa > I Magi furono dei camminatori, proprio come Gesù che trascorse la sua vita pubblica percorrendo una pezzetto di terra lungo 60 Km. e largo 30. Con passo veloce per poter raggiungere tutti, con passo lento per stare al passo degli affaticati, facendo soste per riprendere fiato o per approfondire con qualcuno certe questioni. Gesù e i Magi, in fondo, ci dicono: vivere è camminare e lungo il tragitto avrai momenti in cui ti fermerai, altri in cui sbanderai; momenti in cui ti sentirai solo e momenti in cui ti sentirai voluto bene. Avrai giorni felici e giorni malinconici, ma non credere di aver sbagliato strada, è la vita che è così.
4^ cosa, occhio agli errori! I Magi nel loro viaggio fecero diversi sbagli: arrivarono nella città sbagliata; parlarono del bimbo Gesù con l’uccisore di bambini; perdettero la stella, cercavano un re e trovarono un bimbo. Tuttavia non si arresero, perché? Ma perché fare errori non significa aver sbagliato tutto. Un errore tra l’altro non è per forza una colpa o un peccato. Se sbagli strada, commetti un errore non una colpa. Un tradimento, sì, che è una colpa e non un incidente di percorso, come lo può essere, che ne so, cadere dalla bicicletta. Tradire è una scelta, non un errore. E anche nel caso in cui i Magi, in qualche momento della loro avventura, si fossero sentiti dei falliti, anche qui dico che un fallimento non è necessariamente uno sbaglio o una colpa. Un fallimento potrebbe essere addirittura il meglio che hai potuto dare in una data circostanza. Vero fallimento è smettere di provare. C'è un solo modo di fallire: gettare la spugna, cosa che i Magi non fecero.
Signore Gesù, l’avventura dei Magi ci ricorda 2 cose: 1°, che spesso l’impossibile è ciò che non abbiamo mai tentato di fare; e 2°, che nessun cammino è lungo per chi è determinato. Gesù aiutaci ad essere pure noi come i Magi.