Omelia di Domenica 10 Gennaio 2021 - Battesimo del Signore
Questa mattina mi lascio ispirare dalla frase centrale del Vangelo: Tu sei il Figlio mio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento. La cosa che mi colpisce di questa voce celeste è il suo presentare non Gesù che ama ma Gesù che viene amato. La cosa merita una riflessione.
1) Mi vien da dire: com’è importante nella vita che qualcuno ci ami! Sentirsi amati è la condizione perché tutto proceda bene. Se ti senti rifiutato sei in un modo, se ti senti amato, sei un altro. Sentirsi amati è come una sorgente, con o senza la quale la vita prende una piega o un’altra. La cosa più grande che può trasmettere un educatore è far sentire amati i suoi ragazzi. E’ bellissimo sentirsi destinatari di fiducia, di stima o anche solo di un complimento. Sentite cosa ha detto un ragazzo di strada: sarà stata una prostituta la mia mamma, ma quanto m’ha voluto bene! Pensate, il decadimento morale di quella donna non ne attenuò la capacità di amare. Fu così anche della prostituta del Vangelo. Qualche anno fa m’è capitata una cosa molto bella qui a S. Ilario. Sono entrato in una casa per la benedizione della famiglia. Era verso sera. Proprio in quel momento rientrava il papà dal lavoro. In cima alla scala ad attenderlo c’era la sua bimba di circa 1 anno, alla quale la mamma era riuscita lungo la giornata a farle dire la parola papi. Quando il papà si sentì chiamare per la 1^ volta così, con la mamma complice che osservava in disparte, avreste dovuto vedere gli occhi di quell’uomo per capire cosa significa sentirsi dire certe parole. Insomma, non c’è cosa più bella del vedersi raggiunti da parole o gesti impregnati di amore: sentirsi amati il marito dalla moglie, la moglie dal marito, i figli dai genitori, i genitori dai figli, il ragazzo dall’educatore, l’educatore dal ragazzo, i parrocchiani dal parroco, il parroco dai parrocchiani, ecc. Se stai conducendo una vita serena, spesso non è perché non hai problemi (chi non ne ha), ma perché per qualcuno tu sei importante, a qualcuno importa di te e perché non è vero che tu non sei nessuno. Il punto allora è questo: perché le cose procedano bene prima deve venire il ricevere, poi il dare; prima c’è da star fermi, poi c’è il muoversi. In una battuta, la passività deve precedere l’attività. Il nostro fare, il nostro correre, il nostro adoperarci, il nostro parlare è di qualità solo se c’è una qualità che abbiamo ricevuto, una qualità che s’è depositata dentro di noi. E’ perché siamo abitati da qualcosa di bello che facciamo cose belle. Quanto vorrei che questa mattina tornassimo alle nostre case con questo proposito: fare esercizi di passività, visto che è qui che sta il vero punto. Occorre distinguere tra atteggiamenti attivi e atteggiamenti passivi. I primi comprendono lo zelo, l’impegno, l’organizzazione, il mettercela tutta, il non risparmiarsi, il servizio, ecc. I secondi comprendono l’accogliere, stare in silenzio, contemplare, ascoltare, attendere, accorgersi. Bene, questi 2 schieramenti di parole non sono interscambiabili, uno scaturisce dall’altro, uno è la causa, l’altro l’effetto. E’ come un corso d’acqua, che se scorre bello bello giù per i monti, è grazie ad una sorgente. Così è di noi: per dare amore, occorre averlo dentro; per fare scelte sagge occorre averla dentro la saggezza; per prendere decisioni illuminate, occorre essere luminosi dentro. Un particolare del Vangelo non deve sfuggirci, anche perché fa da fondamento a quanto fin ora detto: le parole figlio amato fanno riferimento a Dio, cioè il Vangelo di questa domenica ci mette davanti un Gesù amato da Dio. Essere cristiani è sentirsi come Gesù, amati da Dio. Il santo curato d’Ars, a coloro che confessava spesso diceva: tu non immagini quanto sei amato da Dio. Una nostra lacuna è il non considerare a sufficienza l’amore con cui Dio ci ama. Alla Madonna di Medjugorje sono attribuite queste parole: se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia.
Gesù, il Vangelo ci ha detto che il giorno del tuo Battesimo ‘si aprirono per te i cieli’, noi ci accontentiamo che tu ci apra mente e cuore, per poter capire e trasmettere l’esperienza di essere, agli occhi tuoi, pezzi unici e amati.