Omelia di Domenica 21 febbraio 2021 - I Domenica di Quaresima, Anno B
E’ un Vangelo breve quello che ci consegna questa 1^ domenica di Quaresima. Su due frasi concentro la mia riflessione.
- La 1^: Gesù rimase nel deserto 40 giorni, tentato da Satana. Tentazione e Satana, due parole per nulla simpatiche, molto collegate fra loro, perché se c’è una tentazione è perché c’è un tentatore. Cos’è una cattiva tentazione? E’ un’occasione di male che si presenta bene, è male vestito in modo appetibile e attraente, e che proprio per questo rende difficile scegliere. C’è la tentazione sessuale, la tentazione del denaro, la tentazione del cellulare, la tentazione del bere, della pigrizia, del chiudersi in se stessi. La tentazione ti mette alle strette, fa leva sui tuoi lati deboli e vuole che tu la scelga, che tu le dica di sì. E la cosa importante non sta solo nel capire che quella certa proposta non va accolta, ma nella forza che occorre avere per dirle di no.
Quante volte, da ragazzino, i miei educatori ci dicevano: Ragazzi, la strada più facile non è sempre la migliore. Anzi, la strada più impegnativa spesso è quella giusta. E aggiungevano: Inseguite sempre il meglio e non fermatevi a ciò che è meno del meglio. Parole sacrosante! Non si deve vivere in base alle occasioni che incontriamo, ma in base a ciò in cui crediamo. Non devono essere le occasioni a dettar legge nella nostra vita. La tentazione è qualcosa che dà da fare anche perché è insieme un pericolo e un’opportunità. ‘Pericolo’ perché vuole il tuo male, ‘opportunità’ perché, se l’affronti bene, ti fa crescere e maturare. Se non fossimo mai tentati, non cresceremmo, non crescerebbe la nostra libertà. La tentazione è come una cartina di tornasole: ci fa vedere la vera pasta di cui siamo fatti. E’ nella tentazione che vien fuori chi siamo davvero: se forti o deboli, se credenti o dubbiosi, se pessimisti o ottimisti, se paurosi o coraggiosi.
- La 2^ frase è questa: il tempo è compiuto. E cioè: se Dio vuole, il tempo dell’arrivo del Cristo è giunto. E il suo arrivo ha decretato che 3 tempi sono finiti:
il tempo dell’attesa (1), il tempo incompiuto (2) , il tempo della fame (3).
1) Il tempo dell’attesa > Con Gesù si è passati dal non ancora al già, dalla promessa del suo arrivo al suo arrivo. E’ così anche nelle nostre vite: vivere non è solo camminare ma anche arrivare; non è solo attendere ma anche raggiungere il traguardo; non è solo prepararsi alle cose, ma anche farle; non è solo allenamento ma anche campionato; non è solo intravedere la meta, ma giungere anche a godersela. Godersi le cose e le persone, anche questo è vivere. M’han detto due genitori: Don Fernando, noi, i nostri figli, non glieli portiamo all’oratorio la domenica, perché la domenica è l’unico giorno in cui possiamo goderceli. Ecco il regalo a cui allude la frase il tempo è compiuto: se Gesù è arrivato, ce lo possiamo godere. E nell’intimità con lui, scopriamo che tutto è diverso, tutto è più chiaro, tutto è più solare. Chiediamoci allora: chi ci frequenta, s’accorge che nella nostra vita è arrivato Cristo?
2) Il tempo incompiuto > Perché incompiuto? Ma perché prima di Cristo il mondo era incompleto, prima di Cristo il mondo era più povero. Ma ecco che col suo arrivo è avvenuta la quadratura del cerchio. Per cui, senza Cristo si è poveri, con Cristo si è ricchi.
3) Il tempo della fame > con l’arrivo di Gesù è finito il tempo della fame. Sì, ho detto fame, perché la fede è nutriente. Perché siamo a Messa? Per nutrirci. Se stiamo a Messa come si deve, torneremo a casa saziati. In ogni Messa avviene quel prendente e mangiate che disse Gesù la sera dell’ultima cena. Se in tutti c’è fame di speranza, di coraggio e di un po’di felicità, Cristo è venuto per colmare questa fame. Ebbene, questo Cristo saziante è nella Messa che lo incontriamo.
Signore, il Vangelo di questa 1^ domenica di Quaresima sarà il nostro vademecum
della settimana: vigileremo sulle tentazioni che avremo. Aiutaci a non deluderti.