Omelia di Domenica 11 aprile 2021 - II Domenica di Pasqua
Puntualmente ogni anno la domenica dopo Pasqua ci mette davanti quella pagina di Vangelo, che ha tra i protagonisti l’apostolo Tommaso. E’ una pagina interessante, che lascia trapelare lo stile educativo di Gesù, il quale aveva educato i suoi, Tommaso compreso, al coraggio delle proprie idee. Tommaso era quel che era, certo, per il suo carattere, ma anche grazie a Gesù. Il gruppo degli apostoli non era omogeneo, Tommaso ad esempio si distingueva perché amava pensare con la sua testa, dire la sua apertamente, a costo di rimanere isolato dagli altri. E’ proprio questo aspetto che voglio approfondire.
1) Il testo evangelico è iniziato così: erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per paura dei Giudei. Ciò significa che gli apostoli, in quel giorno di Pasqua, erano ancora una comunità chiusa, impaurita, a porte sbarrate. Con l’eccezione di Tommaso. Lui no, lui andava e veniva, infatti quando arrivò Gesù lui non c’era. Tommaso aveva bisogno di suoi spazi e a stare sempre in uno stesso luogo, gli veniva a mancare l'aria. Quel giorno, anche se la suo rientro gli amici gli dissero: Abbiamo visto il Signore! lui continuava a non capire, come a dire: Se davvero Gesù è vivo, come fate a rimanere ancora qui rinchiusi, non dovreste uscire per le strade e dirlo? Se lui è vivo, la nostra vita non dovrebbe cambiare? Tommaso rappresenta tutti quelli che sono tutto d’un pazzo, coerenti, con una fede pensante e non bigotta, che non ragionano con la testa degli altri, che non s’accontentano del sentito dire. Tommaso era un credente, non un credulone. Fu lui che, poco prima della morte di Gesù, aveva esortato così i suoi compagni: Andiamo anche noi a morire con lui! Parole coraggiose! Ecco chi era Tommaso: uno che in fatto di fede mostrava, sì, qualche crepa, ma in tema di coraggio e di pensare con la propria testa aveva le carte in regola. Ecco perché mi piace immaginarmi Tommaso che in questa seconda domenica di aprile ci rivolge 3 inviti: pensa, credi, osa. Pensa sta per: usa la tua testa. Credi sta per: fidati di Dio. Osa sta per: abbi coraggio. Provo a dire una parola su …
PENSA - Cioè: guardati dalla pigrizia mentale. E’ il pensare che deve guidare il tuo vivere, non viceversa. Pensare è interrogarsi, chiedere, informarsi, studiare, leggere testi anche di chi non la pensa come noi. Papa Giovanni Paolo II diceva che il pensare e il credere sono le due ali con cui l’uomo vola verso la realizzazione di sé.
CREDI - Vera fede è quella che non allontana da sé chi non crede. Una fede supponente non è fede. Se qualcuno sta alla larga da noi perché siamo credenti, chiediamoci il perché. La fede porta a servire non a distanziare. D’accordo, io credo per me, ma credo anche pensando ai tanti, che non hanno ancora accolto questo dono. E come una candela s’accende da un’altra candela, così sarebbe bello che noi credenti accendessimo la fede in altri. Ognuno ha il suo modo di credere. C’è ad esempio chi ha una fede muscolare e chi ha una fede umile; chi parla di Dio come se di Dio sapesse tutto e chi parla di Dio sapendosi infinitamente piccolo. Inutile dire che è questa seconda modalità quella da preferire. Che Dio allora ci dia una fede umile e ci allontani da una fede altezzosa.
OSA - Per dire ciò che tutti pensano non ci vuole coraggio e Tommaso c’insegna che coraggio è sapere che a seguito delle tue posizioni puoi rimanere solo o forse rimetterci anche. Tommaso se in un primo tempo ebbe il coraggio di dissentire dicendo se non vedo non credo, alla fine ebbe il coraggio della resa. Coraggio a volte è alzarsi e prendere la parola, altre volte è sedersi e ascoltare. Coraggio a volte è avanzare altre volte è farsi da parte. C’è il coraggio del farsi avanti e il coraggio delle dimissioni: sapere quando è il momento dell’una e dell’altra cosa è quanto chiediamo a Dio in questa S. Messa.
Gesù grazie per aver scelto tra i tuoi amici uno come Tommaso, ce lo sentiamo vicino in quanto come tutti noi aveva le sue criticità e le sue qualità. E’ proprio vero Signore: tu non chiami le persone perché sono brave ma perché diventino brave.