Omelia di Domenica 20 giugno 2021 - XII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Messa prefestiva
Mi ha colpito nel Vangelo lo scambio di battute tra Gesù e gli apostoli. Svegliarono Gesù e gli dissero: ‘Maestro, non t’importa che siamo moriamo?’ Si destò, minacciò il vento e disse al mare: ‘Taci, càlmati!’ Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: ‘Perché avete paura? Non avete ancora fede?’ Vien da dire: Ma Gesù, stavate affondando tutti, perché ti ha così sorpreso lo spavento degli apostoli? Credo che la risposta sia questa.
Gesù quel giorno proprio per la gravità di ciò che stava avvenendo volle cogliere l’occasione per portare i suoi amici a una fede più forte. E quindi, se la tempesta in quel momento era minacciosissima, agli apostoli doveva bastare sapere che Gesù era lì con loro. Ora, tutto questo cosa ci dice? Che credere sostanzialmente è un fidarsi, accada quel che accada. La fede è una questione di fiducia. Ecco perché dobbiamo entrare nella parola ‘fiducia’ per capire meglio cos’è la fede. Fateci caso, ogni giorno, per andare al lavoro, per mangiare, per muoverci, per fissare un appuntamento, noi compiamo continui atti di fiducia. Ci affidiamo di continuo al medico che ci cura, al muratore che ci costruisce la casa, al pizzaiolo che ci prepara la pizza, al pilota che ci porta dall’Italia a Londra, alla banca che gestisce i nostri soldi. Diamo fiducia non perché lo vogliamo, non perché davvero ci fidiamo, ma perché non è possibile far diversamente. E non è vero che la fiducia si dà solo alle cose serie, la fiducia si dà a tutto e tutti, perché diversamente non si riesce a vivere. Anche il semplice chiedere un favore a qualcuno è un atto di fiducia E’ così anche nell’amore: non può esserci amore vero dove non c’è fiducia. Tra innamorati si sente dire a volte: ma ti fidi di me, o no? Amarsi non è solo un abbraccio o un dirsi ti amo, ma anche un fidarsi l’uno dell’altro. Sto parlando di amore in termini di fiducia, anche perché in questa Messa ricordiamo il 50° di matrimonio di Rino e Giuliana. Ricevere fiducia è una delle conquiste più belle. Ha detto un ragazzo: Mio papà, credendo in me, m’ha fatto il più bel regalo che potessi ricevere. Le relazioni tra le persone toccano le vette più alte non quando contengono un sorriso o una gentilezza, ma quando esprimono una grande fiducia reciproca. In famiglia, sul lavoro, tra amici e in parrocchia, prima di questo o quel servizio, viene la stima e la fiducia. Sempre un ragazzo ha detto: Papà, non ci sono rimasto male perché mi hai detto di no, ma perché sempre più capisco che tu non ti fidi di me. Insomma, la fiducia è uno dei più necessari nutrimenti della vita.
Bene, tutto questo, quando è vissuto con Dio, prende il nome di ‘fede’. Le parole di Gesù non avete ancora fede? stanno per: con me qui con voi, non dovreste essere fiduciosi? Ho un suggerimento: se vogliamo imparare la fiducia, andiamo a scuola dai bambini Dio (se non diverrete come bambini...). Quando un bimbo ti cerca e ti prende per mano, compie un gesto di immensa fiducia. Dio nel darci fiducia è come se ci dicesse: Qualsiasi cosa tu dica o tu faccia, non sarai mai da me sfiduciato. So bene che non sei perfetto, ma non per questo smetto di scommettere su di te. Concludo:
Gesù, lo ammettiamo: siamo a corto di fiducia, siamo poveri di fiducia. Aiuta i fidanzati, gli sposi, gli amici, le famiglie, le parrocchie a introdurre più fiducia nelle loro relazioni. E soprattutto Signore, aiutaci a fidarci prima di tutto di Te.
Messa del giorno
Mi ha colpito nel Vangelo lo scambio di battute tra Gesù e gli apostoli. Svegliarono Gesù e gli dissero: ‘Maestro, non t’importa che siamo moriamo?’ Si destò, minacciò il vento e disse al mare: ‘Taci, càlmati!’ Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: ‘Perché avete paura? Non avete ancora fede?’ Vien da dire: Ma Gesù, stavate affondando tutti, perché ti ha così sorpreso lo spavento degli apostoli? Se ieri sera, nella Messa prefestiva mi sono soffermato sulle parole perché non avete fede? questa mattina mi soffermo sulla frase appena prima: Perché siete così paurosi? In pratica, Gesù oggi viene a dirci: Se vi mettete in società con me, non dovete aver paura. Vi racconto una cosa. 11 anni fa moriva un uomo di Dio splendido, si chiamava Luigi Padovese. Era di Milano. Divenne prete e poi Vescovo. Gli fu affidata una diocesi in Turchia. Nel 2010 venne ucciso a coltellate, pensate, dal suo autista, mussulmano. Di paura quindi s’intendeva. Bè, un giorno parlò così della paura: La paura è come un ospite non invitato in casa nostra, che si accomoda, usando il nostro frigorifero, occupando la nostra poltrona preferita, il nostro posto a tavola. Se noi ubbidiamo ai suoi ordini, che motivo avrebbe questo ospite indesiderato di lasciare la nostra casa? E concludeva: Quindi, per 1^ cosa, dobbiamo disubbidire alle nostre paure. Non facciamoci rubare la vita dalla paura. Parole sante!
> Molto prima di questo vescovo, anche un angelo disse a una donna: Non temere Maria. Nella Bibbia, un’espressione fra le più frequenti è proprio: Non abbiate paura! Forse ve l’ho già detto. Qualche studioso ha contato quante volte nella Bibbia compare l’espressione non avere paura. Ne è venuta fuori una cifra molto curiosa, fin misteriosa: 365 volte, proprio come 365 sono i giorni dell’anno. E’ come se ogni giorno, la Parola di Dio raggiungesse il nostro risveglio mattutino con questo particolare ‘buon giorno’ da parte di Dio (Non avere paura!). C’è una storiella che parla di due cagnolini al guinzaglio: uno è la paura, l’altro è la fede. A seconda di quale dei due nutriamo di più, questo crescerà e si farà sempre più forte, tirandoci sempre più dalla sua parte. Chiediamoci: nella nostra vita, a chi de i 2 cagnolini stiamo dando + da mangiare? La paura è una gran brutta roba: se hai paura non ti sposi, se hai paura non ti fai prete, se hai paura non inizi mai nessuna avventura, se hai paura non fai nessuna scelta coraggiosa. Ad es. c’è chi non si sposa per paura del per sempre. Non mi sto riferendo alle paure comprensibili come la paura di attentati terroristici o del bimbo che ha paura del buio o dello studente che ha paura dell’esame da affrontare. No no, sto parlando di 2 paure in particolare che non vanno bene: la paura di Dio e la paura di scelte coraggiose.
> Circa la paura di Dio voglio qui ribadire che di Dio non bisogna aver paura (Vangelo di oggi). Dio non è un poliziotto e anche quando facciamo peccati, Lui più di noi ci sta male. A Dio non bisogna aggrapparsi, ma abbandonarsi. Chi si aggrappa ha paura, come chi sta annegando che s’aggrappa al bagnino. Anziché l’esempio del bagnino a cui aggrapparsi, rifacciamoci all’esempio dei gabbiani che s’abbandonano al vento. Ecco, cristiano è colui che s’affida al vento dello Spirito di Dio. E vengo alla paura nelle scelte. In tema di scelte, non si deve mai agire per paura, semmai per prudenza. Se ti muovi per paura, giochi sempre in ritirata, fai sempre un passo in meno, con la conclusione che non sei mai contento.
Gesù, quel giorno col mare in tempesta invitasti i tuoi amici a non avere paura. Rivolgi lo stesso invito anche a noi e unisciti a noi nell’aggredire tutto ciò che ci incute timore.