Omelia di Domenica 12 settembre 2021 - XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
La gente chi dice che io sia? E voi, chi dite che io sia? Sono le 2 domande di Gesù agli apostoli, che il Vangelo ci ha appena fatto sentire. Domande che sostanzialmente vogliono dire: io chi sono per voi? Cosa rappresento per voi ? Che idea vi siete fatti di me? Per voi sono ancora una priorità?
> Queste domande vanno bene anche per noi, perché Gesù non è come Gandhi o Alessandro Magno, i quali saran stati, certo, 2 grandi della storia, ma mai sognarono di presentarsi come inviati da Dio o salvatori dell’umanità. Gesù invece sì. Gesù venne perché di lui c’era assoluto bisogno. Soprattutto venne come salvatore, per trarre in salvo tutti da una vita insignificante, infelice e priva di senso. Quando noi parliamo di amore, senso della vita, libertà, felicità, indirettamente parliamo di Gesù, perché Gesù è esattamente venuto per darci queste cose. Ebbene, oggi 12 settembre, il Vangelo ci dà l’opportunità di tornare a porci la domanda delle domande: chi è Gesù?
> Parto dai suoi primi 30 anni a Nazareth. Quando Gesù aveva 15 anni era un Gesù che come tutti: osservava, ascoltava, cresceva e imparava tante cose sulla vita. Da Maria e Giuseppe imparò il valore della semplicità; dal villaggio insignificante dove viveva, Nazareth, imparò che non era poi una disgrazia così grossa vivere in territori periferici e non centrali. Da Giuseppe, l’uomo più silenzioso del Vangelo, imparò l’ascolto e il silenzio. E sempre con Giuseppe, in bottega, imparò la concretezza, la fatica, la manualità, la creatività, la sopportazione di clienti impazienti o incontentabili.
> Ancora. Gesù era più uomo di strada che di palazzo. I palazzi odorano di lusso e potere, mentre la strada gli permetteva di incontrare tutti, soprattutto poveri e peccatori. Al punto che arrivò a dire: non sono venuto per i giusti ma per i peccatori, come anche non sono venuto per i sani ma per i malati. Gesù si occupò molto più del dolore e dell’infelicità delle persone che dei loro peccati. E comunque, riguardo ai peccatori era sua convinzione che a convertirli fosse proprio il suo farsi loro amico. A differenza degli uomini religiosi del tempo che alla gentaglia non riservava il benché minimo calore, lui rifiutava una religione elitaria, fatta solo di regole e niente cuore. Gesù, le persone, le amava, non le classificava.
> Continuo. Gesù quando si presentò al mondo fece sì che nessuno avesse l’esclusiva di lui. Gesù era ed è di tutti, di chi crede e di chi non crede, dei giusti e dei peccatori. A me è accaduto di consigliare a dei non credenti e a persone di altre religioni di leggere il Vangelo. Un non credente può rimanere non credente e ugualmente trovare illuminanti certe parole di Gesù. Un induista può rimanere induista e ugualmente sentirsi profondamente toccato da certe pagine del Vangelo. Nessun cristiano può menar vanto di possedere Gesù. Gandhi che cristiano non era, apprezzava tanto Gesù. Quindi, uno non deve dire: cosa può dire a me uno come Cristo, visto che non sono cristiano? La domanda è sbagliata: Cristo non ti aiuta perché tu divenga cristiano, ti aiuta e basta. Non ti ama perché si vede amato da te, ti ama basta. Non devi essere senza peccato per poterlo incontrare, Lui t’incontra così come sei. Non ci vuole il green pass per poter incontrare Gesù. Egli per poterti incontrare non ti chiede il tesserino della tua religione. Egli così come sei, si offre a dare senso alla tua vita. Un ateo che medita il Vangelo non solo non è una contraddizione, io dico che è uno che ha capito tutto. Riprendo qui quanto dicevo qualche domenica fa, scusate la ripetizione. Certi paesini della nostra Italia hanno ancora nella piazzetta centrale una fontana la cui acqua serve per molti usi. C’è chi la usa per dissetarsi, chi per lavarsi la faccia, chi per metterla in bottiglia o in un secchio e portarla a casa, i ragazzi la usano per giocare e bagnarsi a vicenda. Così è Gesù: c’è chi va da Lui per fede, chi per attingere sapienza, chi solo perché gli è stato detto d’andare da lui e infine chi va da Lui come ultima spiaggia. E Lui che fa? A ognuno offre cose buone.
Gesù, tu e solo tu sei il vero bene di ciascuno. L’augurio è che tutti possano conoscerti, apprezzarti e arrivare a credere in te.