Omelia di Domenica 21 novembre 2021 - Solennità di Cristo Re, Anno B
Oggi è la festa di Cristo Re. Qualcuno s’è chiesto: onorare Cristo col titolo di Re non è una cosa un po’ sorpassata? Da Medioevo? Risposta: no! Perché fu Gesù stesso a definirsi così. Chiaramente bisogna saper bene cosa voleva dire Gesù definendosi Re. Risentiamo il testo evangelico: Pilato gli disse: Dunque tu sei re? E Gesù: Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo. Per dare testimonianza alla verità. Ora, se Gesù è re, è re anche della famiglia. Dico così perché ci eravamo impegnati - forse qualcuno lo ricorda - a dedicare una domenica al tema della pastorale familiare qui nella nostra Unità Pastorale. La domenica è questa. Provo allora a mettere insieme le due cose: cos’ha da dire una festa come quella di Cristo re a delle famiglie? Da cosa si capisce che nelle nostre case è Cristo che regna? Ci sono case, dove sono presenti alcuni segni, attestanti che lì regna Gesù. Ne menziono 5.
1) Il primo, apparentemente ovvio, dice così: due sposi devono soprattutto fare una cosa, volersi bene. Da due sposi ci si attende che si vogliano bene. Ed è grazie a questo che procedono poi bene le altre cose, quali l’educazione dei figli, il lavoro, l’impegno in parrocchia, le amicizie… In una famiglia l’asse portante non è quello genitori-figli, ma quello marito-moglie. I figli non hanno bisogno di vedersi raggiunti da un amore separato, ma da un amore congiunto. Quand’è che un figlio si sente al sicuro? Si sente in una botte di ferro? Quando vede che papà e mamma si vogliono bene. E’ vero che due genitori, per mandare avanti la famiglia, devono fare tante cose (vanno a lavorare, vanno a fare la spesa, portano i bimbi o dal dottore o a scuola o all’allenamento), ma in realtà l’essere sposi non è immediatamente questo. Un rapporto sponsale si costruisce solo “perdendo tempo” l’uno con l’altro, parlandosi e stando insieme. La crisi di due sposi nasce quando non trovano più il tempo o non lo vogliono trovare, per parlarsi, ascoltarsi, guardarsi, chiarire, capire, verificare, mettersi in discussione, progettare, abbracciarsi.. Qui che sta il cuore del matrimonio!
2) Occorre convincersi che la preghiera in casa e la partecipazione alla Messa sono momenti importanti per una famiglia cristiana. Pregare in famiglia è salutare come l’aria che respiriamo. Se si prega, Dio rimane una figura centrale, mentre se Dio è il grande assente, corrono seri rischi l’amore, la speranza, il coraggio di certe scelte, la forza di affrontare l’ora della prova… A stare lontani da Dio ci si ammala: s’ammalano l’amore, la fede, la concordia. Il Signore sta alla famiglia come la sorgente sta al fiume.
3) Io, genitore, devo sempre ricordare che i figli, prima di essere miei, sono di Dio e che non sono mia proprietà. Ne deriva che educarli significa non ledere il loro destino, la loro vocazione, i loro amori, la loro libertà, fin i loro limiti e fallimenti.
4) Bisogna che una famiglia cristiana abbia un certo stile di vita: uno stile sobrio e accogliente, essenziale e aperto, aperto a chi? Soprattutto alle famiglie sole e bisognose. Quante famiglie hanno mille disagi! In una parrocchia non dovrebbero esserci famiglie sole: occorre che le famiglie cristiane praticanti abbiano questa sensibilità e che s’accorgano delle solitudini che s’annidano in tante case.
5) Non esistono famiglie perfette, non esistono famiglie da Mulino Bianco. Esistono le famiglie che ci sono, quelle reali. E se è vero che famiglie perfette non esistono, famiglie vere invece sì. E per famiglie vere intendo quelle che guardano avanti e ripartono più forti di prima; quelle che lottano ogni giorno per la propria serenità e non s’arrendono; quelle che si amano al di là degli sbagli; quelle che si asciugano le lacrime; quelle che pur imbattendosi in separazioni, sanno gestire in modo costruttivo questa piaga. Anche una famiglia separata è nella predilezione di Dio.
Concludo allora così:
Gesù, tu sei il mio re. Regna nel mio cuore, regna nelle mie relazioni, regna nella mia casa,
regna ovunque io sono. E perdonami se a volte mi scelgo altri sovrani al posto tuo.