Omelia di Sabato 25 dicembre 2021 - Natale del Signore
Voglio dirvi come quest’anno mi sono accostato al Natale: nel mio studio c’è un crocifisso, bello e grande. E’ il crocifisso dove hanno sostato in preghiera i parroci che mi hanno preceduto. Bè, ieri mattina presto, mi ci son messo davanti anch’io e ho detto: Gesù, dò il benvenuto al tuo Natale con una preghiera, che poi condividerò con chi sarà a Messa. Ecco le parole che mi son venute.
> Innanzitutto Signore mi piace ricordare chi sei: sei la persona dove tutte le cose più belle si son date appuntamento. Per me in particolare sei come una sorgente nel deserto e non immagini quanto tu sei importante per me: sei luce nel buio, chiarezza nella confusione, presenza amica nelle difficoltà, meta del mio cammino.
> Gesù aiutami a vivere il Natale non come un dolcificante o come poesia, ma come un dono: il dono di capire che essere cristiani è come ci insegna la mangiatoia di Betlemme: calore, accoglienza, piccolezza, essenzialità. Ho detto piccolezza. Chi è stato a Betlemme sa che nella Basilica della Natività si passa attraverso un porta stretta. Tutte le persone, per entrare, devono abbassarsi, mentre i bambini ci passano correndo. E’ questo che ci dice Gesù a ogni Natale: sappiate abbassarvi, tornate bambini, in questo modo tornerete a correre, contenti e agili.
> C’è poi una 3^ cosa, Gesù, che voglio porre alla tua attenzione. Tu sai che a Natale aumenta il numero dei fedeli, è più alto il numero di coloro che vengono a Messa. Sembra quasi che un po’ tutti a Natale si sentano cristiani. Signore, quanto vorrei imparare il tuo modo di accostarti alle persone, in particolare a coloro che sono religiosi solo a Natale e a Pasqua. Ti dico così perché mio desiderio è di riuscire ad avvicinare tutti - credenti e non - col tuo tocco, il tuo sguardo, la tua accoglienza. Tu conosci ogni uomo e donna che sono sulla faccia della terra, uno a uno, ma solo tu li puoi chiamare per nome, nessun altro ci riesce.
> Gesù, ti affido la Chiesa, sparsa nel mondo da Nord a Sud, da Est a Ovest. E’ la Chiesa di Papa Francesco e di tutti i vescovi, i preti, i diaconi, i missionari, i battezzati. Tu sai Gesù che la Chiesa, a cui mi onoro di appartenere, ha bisogno di qualche restauro, non esterno ma di sostanza. Rendila di prego una Chiesa secondo il tuo cuore.
> Gesù aiuta l’Unità Pastorale di Calerno e S. Ilario ad essere una comunione di fratelli e sorelle, aiuta me e tutti a cercarci, a frequentarci, ad aiutarci, a guardarci con occhio benevolo. Abbatti campanilismi e chiusure e impediscici di fare dell’identità e della storia di ciascuna comunità, un assoluto.
> Gesù ti affido coloro che in questo giorno di festa non hanno il cuore in festa, coloro che mai si sarebbero attesi quest’anno di fare un Natale così. Asciuga le lacrime segrete di chi piange di nascosto e non ha il coraggio di piangere davanti agli altri. Entra nelle case di chi è solo, di chi oggi 25 dicembre non avrà nessuno a tavola, di chi non sta attendendo nessuno, di chi in questo Natale non ha ricevuto nessuna mail, nessun sms, nessun biglietto augurale.
> Gesù, ricordati anche dei ricchi, di chi ha tutto, di chi non manca di niente, di chi ha tutte le fortune. A Natale non ti raggiunsero solo i poveri ma anche i re Magi, perché? Per tu sei venuto per tutti, poveri e ricchi. Tutti han bisogno di convertirsi, poveri e ricchi. Gesù ti affidiamo tutti coloro a cui tutto gira bene: aiutali a gestire bene il loro essere più fortunati di altri. E ricordati anche Signore di chi ha tutto ma non sa che farsene, perché? Perché gli manchi tu.
> Sto finendo, Gesù: dato che spesso siamo a corto di speranza, non permettere ai pesi della vita e alle preoccupazioni di prendere il sopravvento. Anzi, rendici organizzatori di speranza, artefici di speranza, testimoni di speranza, raggianti di speranza.
> Ultima cosa, Signore, poi finisco davvero. Ho un desiderio: che tutti arrivino a capire che se si fa tanto di conoscerti e incontrarti, non si riesce più fare a meno di te.
Questa è stata la mia preghiera di Natale di quest’anno. L’ho voluta condividere con voi. Concludo con questo augurio: che tutti arrivino a capire che nessuno è più importante, nessuno è più necessario, nessuno è più prezioso di Gesù.