Omelia di Domenica 2 gennaio 2022 - Santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria
Nel Vangelo di questa domenica c’è una parola ricorrente: è la parola LUCE. E ogni volta è riferita a Gesù. Gesù nei Vangeli viene chiamato con vari appellativi (..), ma l’appellativo ‘luce’ è tipico di questo tempo natalizio. Il Natale infatti si condensa in una domanda e in una risposta: Chi è Gesù? Gesù è la luce che Dio ha acceso per noi. Io adesso, scorrendo i vari significati della LUCE, cerco di tratteggiare la figura di Gesù e del cristiano.
1^ significato - La luce illumina. Nel buio non si vede nulla, nel buio non si sa dove mettere mani e piedi, s’inciampa contro tutto e vien fin paura. Ma ecco che se una luce si accende, tutto cambia, vediamo le cose, sappiamo orientarci, torniamo sereni.
2^ significato - La luce è vita. Senza la luce del sole non ci sarebbe vita: nè piante, né fiori, gli animali morirebbero tutti. E’ la luce che mette in moto l’immenso mondo della vita vegetale, animale e umana.
3^ - La luce è gioia. Fateci caso, il sole è uno dei più grandi distributori di gioia. Non è forse vero che i giorni nuvolosi e grigi spesso abbattono? Ci sono fidanzati, che decidendo di sposarsi e quindi di scegliere casa, dicono: Vogliamo una casa luminosa. A costo di dover tenere pulite le diverse vetrate, a una casa con tanta luce non vogliamo rinunciare.
4^ - La luce scalda. Scalda ciò che è gelido, dice la preghiera allo Spirito Santo. A volte ci troviamo invitati a delle feste dove tutto è organizzato perfettamente, ma non c’è calore, i cuori non sono caldi. C’è, sì, una festa, ma i cuori non sono in festa. Non a caso, è sempre una preghiera allo Spirito santo che dice: La tua luce ci unisca in un’anima sola. Di questa luce che unisce abbiano un gran bisogno, perché non basta stare accanto, bisogna stare insieme. Le sedie sono una accanto all’altra, ma non sono insieme. Solo le persone possono vivere insieme e arrivare ad essere quel cuor solo e quell’anima sola che la Bibbia dice della prima comunità cristiana.
5^ - La luce la posseggono tutti. Come le onde del mare hanno ciascuna una luce differente, così è di noi. Uno è luminoso nell’accostarsi in un certo modo alle persone, un altro è luminoso perché sa dire cose belle, un altro è luminoso per la sua affabilità… Ognuno ha da Dio la sua particolare luce. Tutti dunque possiamo illuminare e risplendere. E’ sempre bello incontrare persone con tanta luce in volto! Vedete, fin che si è bambini si ha la faccia che si ha, ma dall’adolescenza in poi ognuno è responsabile della sua faccia, è responsabilità nostra se abbiamo un volto cupo o luminoso. Pertanto, se il buio domanda la luce, qui sta il nostro duplice compito di cristiani: risplendere e accendere luci. Circa il risplendere mi limito a una citazione di don P. Margini: tu comunque risplendi, diceva a tanti suoi penitenti. Poi c’è l’accendere: alludo all’accensione della luce nel buio di certe solitudini o nel buio di un fallimento o nel buio di continue prove, ecc. Ci sono 2 immagini che ci aiutano a capire il valore della luce, la candela e il vetro. Essere candela accesa significa non smettere di illuminare fino a consumarsi: la candela arriva a morire pur di illuminare. Il vetro invece ci ricorda un’altra cosa. Il vetro più è vetro e meno si vede. Suo compito è lasciar passare la luce. E allora la consegna che ci fa questa domenica è: Sii come il vetro, lascia passare la luce di Gesù, perché Lui solo sa illuminare e rendere luminosi. Chi ti avvicina, non deve vedere te, ma Gesù in te. Preghiamo così allora:
“Gesù, quanto è ricca l’immagine della LUCE che il Vangelo ci ha proposto! Aiutaci a brillare non di luce nostra, ma di luce riflessa, quella luce che provenendo da Te ci raggiunge e ci rende luminosi della tua luminosità.”