Omelia di Domenica 9 gennaio 2022 - Battesimo del signore, Anno C
Il Vangelo ci ha narrato in poche parole il Battesimo di Gesù e ci ha riferito di una voce celeste che ha detto: Tu sei il mio amato figlio. Una tale dichiarazione d’amore riguarda anche noi, visto che pure noi siamo figli di Dio. S. Paolo nella Bibbia dice che siamo figli nel Figlio e voleva dire che il nostro essere figli s’intreccia con la figliolanza di Gesù. Questo è molto bello: Gesù partecipa a noi il suo cuore di figlio, il suo pregare di figlio, la sua obbedienza di figlio, la sua libertà di figlio, il suo rispetto di figlio verso i suoi genitori, ecc. Ho pensato allora di svolgere un’omelia su come si è figli alla maniera di Gesù.
1) Parto da alcune parole forti che un giorno Madre Teresa di C. rivolse a dei genitori. I figli devono essere felici, non farvi felici. I figli sono come gli aquiloni: insegnerai loro a volare, ma non voleranno il tuo volo. Insegnerai loro a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Insegnerai loro a vivere, ma non vivranno la tua vita. Eppure in ogni loro volo, in ogni loro sogno e nella loro vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento che tu hai loro dato. Parole sante! I genitori nel rapporto coi figli devono sempre guardarsi dalla tentazione del proprietario. Se una certa ideologia del passato diceva che i figli non appartengono ai genitori, ma allo Stato, noi credenti diciamo che i figli prima di tutto appartengono a Dio.
2) Ci sono tre fasce di genitori: quelli che per i figli fanno poco, quelli che per i figli fanno il giusto, quelli che per i figli fanno troppo. Riguardo a questi ultimi ho sentito un pedagogista dire: se tu genitore fai troppo per tuo figlio, lo renderai qualcuno che non farà abbastanza per se stesso.
3) Ancora. La nascita di un figlio è sempre una scommessa sul futuro, è sempre un segno di speranza. L’arrivo di un figlio attesta che i due genitori han saputo guardare in avanti. Se guardiamo la cosa da una prospettiva egoistica, la nascita di un figlio comporta sempre un sacrificio... del lavoro, della carriera, del corpo, del tempo, dello spazio, del sonno, delle relazioni, degli affetti e anche di altri amori che sono nella nostra vita. Insomma, quando si genera, si va oltre il proprio interesse personale.
4) E vengo alla cosa che più mi preme. Una delle prime cose che un genitore cristiano deve fare all’arrivo di un figlio è di consacrarlo alla Madonna. Il vangelo, nel descrivere la scena di Gesù in croce sul Calvario, dice di Giovanni e Maria: e da quel momento il discepolo la prese con sé. Bene, anche un genitore credente è chiamato a mettere presso Maria la propria creatura. E per fare questo non è obbligatorio andare in chiesa: anche tu papà o tu mamma puoi farlo, a casa tua, recitando ad esempio questa preghiera.
Maria, madre buona, ti consegno i miei figli; stringili a te. Accompagna la loro crescita, evita loro tentazioni e pericoli. Tu, che a Dio hai sempre detto di sì, aiutali a dire sempre di sì, a Dio, al bene, ai propri doveri e agli inevitabili sacrifici della vita. Maria, madre buona, tu che sei stata una mamma speciale, accostati ai miei figli come tu meglio di me sai fare. E voglio dire: a mio figlio ribelle insegna che la vera ribellione è quella al peccato. A mia figlia un poco vanitosa insegna che la vera bellezza è quella dello sguardo e della purezza. A mio figlio triste e di poche parole dì che è incontrando il tuo figlio Gesù che fiorisce lo slancio. A mia figlia che sbaglia, fa capire che nella vita si può sempre ricominciare. A mio figlio superficiale fa’ capire che la vera gioia fiorisce dal dono di se stessi. E non da ultimo, aiuta anche me a essere un papà o una mamma sulla linea di quei grandi genitori che portano il nome di Abramo, S. Giuseppe, S. Elisabetta, S. Monica, S. Beretta Molla, Chiara Corbella. Amen.