Omelia di Domenica 16 gennaio 2022 - II Domenica del Tempo Ordinario, Anno C
Questa mattina vi parlo di Maria e il perché è chiaro: nell’episodio delle nozze di Cana, ascoltato nel Vangelo, è evidente il suo ruolo centrale. Fu lei a ottenere da Gesù il miracolo dell’acqua in vino. Fu lei a mettere sotto sopra tutto (si fa per dire) affinché quella festa non finisse male. Mi soffermo sui 2 interventi che lei fece a quella festa.
Il 1° intervento: Non hanno vino! Era accaduto che venne a mancare il vino, cosa non secondaria in una festa di nozze. E la 1^ ad accorgersene fu lei, la quale, faccio notare, a quella festa era una semplice invitata e non una responsabile. Eppure, lei, notando quel disguido, non riuscì a stare con le mani in mano e se ne fece carico. Chiediamoci subito: e noi - in casa, con gli amici, sul lavoro - sappiamo accorgerci se qualcosa d’importante manca? Ho la sensazione che siamo più bravi a cogliere le cose minori che mancano, anziché quelle importanti. Ci accorgiamo delle scarpe nuove dell’amico o dell’amica che è stata dalla parrucchiera, ma poi non facciamo caso a cose ben più rilevanti come per esempio l’assenza della preghiera in famiglia o l’assenza dello stare insieme e gioiosamente in casa. Così in un’azienda: d’accordo, mancherà quel certo pezzo meccanico che occorrerà ordinare ma se manca il buon umore e la fiducia tra i dipendenti o tra questi e il titolare, questa sì che è un’assenza ben più grave. L’augurio è che ci sia, ovunque ci troviamo, una figura come Maria che aiuti a cogliere l’essenziale manca.
Il testo evangelico poi continua e riferisce che Maria convocò gli inservienti per decidere il da farsi. Se traducessi in un linguaggio pastorale questo atteggiamento di Maria, direi così: Maria seppe coinvolgere altri, suscitò collaborazioni, sapeva fare e far fare. Era la donna del mai senza gli altri, la donna del non solo io, ma anche tu, la donna dell’io con e non dell’io e basta. E’ vero, collaborare tante volte è fatica ma bisogna; collaborare costa, ma educa. A volte si farebbe prima a far da soli, ma fare insieme è esercizio di ascolto, di umiltà, di pazienza. Spesso, più che fare è importante fare insieme.
2° intervento di Maria: qualunque cosa vi dica, fatela. Magnifica frase! La traduco così per noi: Fidatevi di Gesù, le persone che vengono da voi, non trattenetele ma orientatele a Lui. Nessuno meglio di lui sa far bene le cose. Un particolare voglio che si noti: Maria, dicendo qualunque cosa vi dica, fatela fece come da trait d’union tra gli inservienti e Gesù, li invitò ad incontrarsi. Questo mi fa dire: nella vita, come è importante decidersi, così non lo è di meno mediare. Mediare è avvicinare le posizioni distanti. Soprattutto chi riveste un ruolo di guida deve essere una persona di mediazione, non di rottura. E perché è importante trovare una sintesi, un equilibrio, una mediazione? Perché chi media ha a cuore i legami, chi media desidera che le relazioni non s’incrinino, chi media sa che le relazioni sono un bene. Di solito, sono le mamme in casa le grandi mediatrici, tra i figli o tra il papà e i figli. Mediare è importante perché le persone sono più importanti dei problemi. Chiunque affronta problemi non dimentichi che dietro i problemi ci sono le persone. Apro una parentesi. Mi rivolgo a chi è tosto di carattere, a chi è forte di personalità, a chi nelle relazioni tende ad affermarsi, a differenza di chi per indole è invece più mite e meno protagonista. Auguro due cose a tutte le persone toste: innanzitutto che si rendano conto di essere così e poi che sappiano vigilare su questa loro tendenza di carattere, perché avere personalità va bene, ma occhio a che non diventi una forma di potere. Torno a Maria. Le diciamo: Maria, visto quel che hai fatto alle nozze di Cana, donaci la capacità di cogliere nella vita “il vino mancante” e donaci anche la capacità di essere collaborativi.