Omelia di Domenica 20 febbraio 2022 - VII Domenica del Tempo Ordinario, Anno C
Se domenica scorsa la parola chiave del Vangelo era beati, oggi è amate. Solo che, subito dopo aver detto amate Gesù ci piazza una scalata durissima, perché dice amate i vostri nemici. Non semplicemente amate e nemmeno amate chi vi vuol bene ma amate i vostri nemici. Ma come facciamo ad amare i nostri odiatori? Come facciamo ad amare chi ci getta addosso calunnie? Come facciamo ad amare chi meno ci vede e meglio sta? E’ lo stesso brano evangelico a rispondere, là dove dice: fate agli altri ciò che vorreste che venisse fatto a voi. Chiediamoci allora: come vorrei che gli altri agissero con me? Che gente vorrei aver attorno?
Bè, tutti vorremmo attorno gente che ci perdoni quando sbagliamo; gente che abbia pazienza quando siamo insopportabili; gente che ci dia una 2^ possibilità quando non ce l’abbiamo fatta la 1^ volta; gente che non reagisca ai nostri scatti d’ira o alle nostre giornate “no”; gente che tenga in poco conto i nostri difetti; gente che preghi per noi, ecc. E’ con persone così che ci piacerebbe vivere: un figlio vorrebbe un padre così, una sposa vorrebbe uno sposo così, un fidanzato vorrebbe una fidanzata così. Ora, tutto questo a cosa porta? A dire: se vuoi avere vicino persone così, comincia tu stesso a essere così. Tempo fa, a un ragazzo che si lamentava d’essere senza amici dicevo: sii amico... e avrai amici. Un commentatore ha provato a fare una cosa: ha letto il brano evangelico al contrario. Sentite. In quel tempo Gesù disse: odiate i vostri nemici; fate del male a quelli che vi odiano, maledite quelli che parlano male di voi; vendicatevi di quelli che vi trattano male, se uno ti colpisce con uno schiaffo, tu riempilo di pugni; a chi ti chiede qualcosa, non dargli assolutamente niente, anzi mandalo via. Badate che se le cose stessero così, vivremmo in un mondo di disperati. Come crescerebbe un bimbo con un padre o una madre così? O come crescerebbe se non incontrasse mai uno che lo perdoni? Se tra fratelli, ci fosse sempre chi, nel dare, calcola ogni cosa, per poi aver indietro tutto al millimetro, che fratelli sarebbero? Un matrimonio che non conoscesse alcuna riconciliazione, che matrimonio sarebbe? Un punto importante del nostro brano è la reciprocità. Il Vangelo obietta: chi ha mai detto che se l’altro è arrabbiato con te, devi anche tu esserlo con lui? La reciprocità non è sempre un valore. Certo, essa vale per esempio nella vita sentimentale (Non posso sempre e solo io ad abbracciarti, e tu? / Non posso sempre e solo io a dirti parole carine, e tu?), ma non ovunque. Anche la vendetta infatti segue la legge della reciprocità. Cosa fa la differenza tra ciò che è del mondo e ciò che è di Gesù? Non la reciprocità ma la gratuità. La gratuità va oltre la reciprocità. Mentre la logica del Vangelo è quella della sovrabbondanza, la logica della reciprocità è quella dell’equivalenza: se tu mi dai, io ti do, oppure io ti dò affinché tu mi dia. Fateci caso: amare i nemici è unilateralità, non reciprocità; perdonare è unilateralità, non reciprocità. All’equilibrio del dare e dell’avere, Gesù affianca il disequilibrio divino: dare anche senza nulla in cambio, perdonare anche senza ricevere perdono, amare in perdita; benedire chi ti maledice; fare sempre e comunque il 1° passo, come fa Dio. Il Vangelo di questa domenica contiene una proposta esagerata? Forse, ma è l’unica strada realistica che apra un futuro tra le persone, una strada sostanziata di fiducia, di relazioni creative, di amori coraggiosi. E’ chiaro che nessuno riuscirà a vivere in questo modo a colpi di volontà, neppure i più bravi. E’ solo attingendo alla sorgente (il cuore di Dio) che la parole di Gesù divengono praticabili. In fondo siamo a Messa per questo. Riassumo così il Vangelo di questa domenica: “Amatevi altrimenti vi distruggerete tutti, la notte non si sconfigge con altre tenebre; l'odio non si batte aggiungendo altro odio. La violenza non si disinnesca con una dose di maggiore violenza.”
Gesù, come sempre GRAZIE! Le parole che ci hai rivolto oggi come sono belle, sono impegnative, molto impegnative. Ma le troviamo affascinanti. E allora, mantienici in società con Te; in questo modo niente più sarà impossibile.