Omelia di Domenica 17 Aprile 2022 - Domenica di Pasqua
Il centro della Pasqua è la resurrezione di Gesù, ma a mio parere il ritorno in vita di Gesù non è stata la cosa più sorprendente. E mi spiego: è di Dio fare cose impossibili all’uomo, tipo la resurrezione. Invece ciò che non finisce di stupirmi è il modo in cui Gesù, da risorto, s’è presentato alle varie persone. Un modo che ha mostrato come il suo amore verso coloro che furono stati sleali con lui nei giorni prima, era rimasto intatto. Ecco perché il titolo che dò alla mia omelia di Pasqua è: Resurrezione, ovvero non prendersela. Ammettiamolo: dopo che abbiamo subito oltraggi e insulti non affiora in noi l’istinto di farla pagare a chi ci ha fatto soffrire?
Gesù invece non sente il bisogno di prendersela con nessuno per quel che era successo, né di affermare la sua superiorità solo perché, risorgendo da morte, l’aveva spuntata. E così, con Pietro che lo aveva rinnegato e con gli altri apostoli che l’avevano abbandonato lui agisce senza spirito di rivalsa. Gesù, dopo la Pasqua, non passò il suo tempo a cercare i colpevoli della sua vicenda. Chiediamoci allora: quando reagiamo male a chi ci ha fatto del male possiamo davvero dire di sentirci felici? Chi si vendica può dirsi davvero libero o non piuttosto agisce così, perché costretto dal male ricevuto? Pensateci bene, libero non è chi si vendica ma chi perdona, perché? Perché chi si vendica è prigioniero del suo spirito di rivalsa. Quando ti vendichi tu non sei libero ma è l’altro, con quel che ti ha fatto, che ti ha come obbligato a produrre vendetta. L’uomo spontaneamente è portato a restituire pan per focaccia - come si suol dire - se non addirittura a restituire il male ricevuto, con gli interessi. Ma in questo modo il risultato è di prolungare indefinitamente il male. Cos’è la vendetta? E’ la cattiveria dell’altro che ti raggiunge e rende pure te cattivo. L’aggressività dell’altro ha fatto diventare aggressivo pure te. Ora, Gesù risorto è stato capace invece di lasciar tutto alle spalle. D’altronde, chi ama davvero non sta lì a conteggiare i torti subiti. Gesù risorto è il Gesù completante riconciliato con quanto gli avevano fatto e con i suoi amici, che da amici non s’erano comportati. Ma c’è di più: nell’ incontrare gli apostoli non li rimuove dall’incarico, anzi li riconferma tutti. Risorgere è anche questo: ridare stima, credibilità e una possibilità nuova di vivere. Vivere da risorti, come Gesù ci dona di essere, significa gustare la gioia di fare un passo indietro perché l’ altro faccia un passo in avanti. E’ come quando uno mi è dietro ed è più piccolo di me: che faccio? Mi abbasso perché lui possa essere visto.
> Tutto questo ha anche un altro frutto: diventare persone positive, dallo sguardo positivo, dal giudizio positivo, fino a essere più capaci di vedere il bicchiere mezzo pieno. Evitiamo più che possiamo la trappola velenosa del sospetto. Essere persone risorte, come Gesù ci dona di essere, non conduce mai a una diminuzione di umanità, ma a una dilatazione di umanità, a una dilatazione della nostra affabilità, a una dilatazione della nostra amabilità e accoglienza. Più Gesù equivale a più vita. Vivere da risorti fa dire: vivere è bello, è bello sposarsi, è bello avere figli, è bello esistere per Dio, è bello prendersi cura di qualcuno, è bello avere amici, è bello progettare insieme, è bello partire un giorno per un viaggio, è bello fare sport… Chi di noi non ricorda la bellezza della prima volta? La prima amicizia vera, il primo bacio, il primo amore, la prima esperienza forte di Dio, il primo pianto, il primo incanto davanti a un panorama mai visto prima, il primo goal o il primo canestro... Ora, solitamente, passata la prima volta, cosa accade? Che si smorza il pàthos, si spegne la poesia e prende il via l’abitudine. Ora, è per questa ragione che è a nostra disposizione la resurrezione di Gesù, la quale essendo stata un’esplosione di vita, essendo stata il trionfo della vita, essendo stata un inno alla vita, è capace di annullare l’abitudine alle cose belle e a far sì che la carica della prima volta non si spenga.
Gesù, aiutaci a entrare nella bellezza e nella forza
della tua resurrezione, per poter vivere da persone risorte.