Omelia di Domenica 8 Maggio 2022 - IV Domenica del Tempo di Pasqua, Anno C
Abbiamo appena ascoltato la bella pagina di vangelo in cui Gesù paragona se stesso ad un pastore e noi cristiani al suo amato gregge. E pure il versetto dell’alleluia ci ha detto: Io sono il buon pastore conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Nel Vangelo di Giovanni, qualche riga prima del nostro brano evangelico, Gesù precisa: il pastore chiama le pecore una ad una. Mi son detto: non fan così anche i papà e le mamme con i figli?
Mi viene questa domanda perché oggi qui nella nostra Unità Pastorale celebriamo la festa della famiglia. La celebriamo, primo perché siamo nell’anno della famiglia voluto dal Papa e poi perché oggi è la festa della mamma e una mamma in una famiglia è una figura di prim’ordine. Dunque, domenica di Gesù buon pastore e domenica della famiglia stanno bene insieme. Se un pastore è guida del gregge, pure i papà e le mamme sono guide, accompagnatori, educatori dei loro figli. E tutti i figli messi insieme non possono colmare la perdita di un figlio salito al Cielo troppo presto: nessun altro figlio può compensare l’abisso di quel vuoto, di quella vita perduta. Vi racconto un episodio, che m’è capitato una trentina d’anni fa. C’era una signora, mia parrocchiana, che desiderava da anni avere un figlio. Finalmente rimase incinta, ma al terzo mese di gravidanza perdette il bimbo. Andai a trovarla in Ospedale, stava piangendo. C’era lì il medico, il quale per consolarla, le diceva: Signora non si preoccupi, sappia che lei un bambino, se vuole, lo potrà ancora avere. Oggi ci sono mezzi che un tempo non c’ erano. Reazione della madre: Ma io, era lui che volevo avere, e lui non lo riavrò più. Stando alla logica del medico una madre di quattro figli che ne perdesse uno, dovrebbe dire: Cos’è poi uno?! Me ne restano tre! Ma non c’è madre che ragioni così. E neppure il Vangelo ragiona così. C’è una parabola evangelica che parla di un pastore che, a sera, contando le sue cento pecore, s’accorge che ne manca una. Cosa fa? Non dice: una su cento cos’è!? No no! Parte subito alla volta di quell’una finché non la trova. Quindi, se applichiamo tutto questo alla famiglia, mi vien da dire: quella mamma che hai è unica, quel papà che hai è unico, ciascuno dei tuoi figli è unico. Nessuno è interscambiabile, per certi versi nessuno è sostituibile. Se in un tram i posti sono interscambiabili, non è così delle persone. Una vecchia canzone degli U2 diceva: Con te o senza di te non è la stessa cosa. Visto che sono nel tema ‘genitori - figli’, voglio lasciare 3 suggerimenti per i figli adolescenti.
1. Sentiti responsabile della tua casa. Sii collaborativo. La tua famiglia non è una mucca da mungere o un nido da sfruttare, ma una comunità il cui buon funzionamento dipende anche da te.
2. Sappi che anche la mamma e il papà sono esseri umani: hanno i loro momenti di debolezza e di crisi.
3. Non stare sempre in silenzio. Racconta qualcosa di te. I genitori hanno diritto, non dico alla stessa apertura che hai con i tuoi amici, ma a qualcosa di più del tuo mutismo, sì. Come anche sentirsi salutati o sentirsi dire: Come stai?
Gesù, uno dei doni più belli di Dio Creatore è stata ed è la famiglia. Aiuta i papà, le mamme e i figli a essere veri papà, vere mamme e veri figli. Aiuta anche la nostra Unità Pastorale a concepirsi sempre più come una famiglia di famiglie.